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«Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche, ha comunicato alla Regione e al concessionario Sorical, l'avvenuto collaudo definitivo della diga dell'Alaco, una tra le principali infrastrutture idrauliche della Calabria».
È quanto si legge in una nota diffusa da Sorical.
«La realizzazione della diga venne programmata, nell'ambito del progetto speciale PS 26 - prosegue il comunicato - già dalla fine degli anni '50 del secolo scorso dalla allora Cassa per il Mezzogiorno allo scopo di assicurare l'approvvigionamento idropotabile di una vastissima area della Calabria centro-meridionale ed in particolare della massima parte del territorio dell'attuale provincia di Vibo Valentia. Il completamento della diga avvenne nel 2002 da parte della Regione, utilizzando anche Fondi dell'Unione Europea e la messa in esercizio nel 2003. Con la successiva presa in carico del progetto da parte della Sorical spa nel luglio del 2005 vennero avviati i lavori di ammodernamento e potenziamento dell'impianto di potabilizzazione oltre ad altri lavori di miglioramento del sistema di adduzione, tutti sempre definiti come interventi prioritari dalla Regione nei propri atti di programmazione infrastrutturale ed intrapresi dalla Sorical nell'ambito del proprio programma degli investimenti approvato dalla Regione Calabria, si è finalmente fatto in modo che una delle più rilevanti infrastrutture idrauliche della Calabria, fino ad allora soltanto un'opera “incompiuta”, raggiungesse il suo assetto funzionale per il quale fu progettata e realizzata».
«L'impianto di potabilizzazione al servizio della diga dell'Alaco - riporta ancora il comunicato - è tra i più moderni e controllati d'Italia. Da alcuni anni l'acqua della diga dell'Alaco è controllata da cinque organismi di versi: il Cnr di Verbania, le aziende sanitarie provinciali di Catanzaro e Vibo attraverso i laboratori dell'Arpacal, dai laboratori dell'Acquedotto Pugliese in base ad una convenzione stipulata con la Sorical, dai laboratori di analisi della Sorical e da una società esterna. I campionamenti vengono fatti in contraddittorio per fugare ogni dubbio sulla correttezza delle procedure applicate».
Nel maggio del 2012 la Procura di Vibo sequestrò l’impianto dell’Alaco, ipotizzando a carico di diversi indagati - tra cui vertici e tecnici della Sorical - anche l’accusa di avvelenamento colposo di acque.
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