E, come si suol dire spesso in questi casi, ogni promessa va mantenuta. Detto, fatto: a due giorni dalla tornata elettorale che, oltre alle regionali, interesserà complessivamente 60 comuni calabresi - e, tra questi, figurano anche alcuni grossi centri come Castrovillari, Lamezia Terne e Vibo Valentia - la Bindi proprio nella giornata di oggi ha sviscerato i nominativi dei personaggi politici con un curriculum giudiziario non proprio immacolato. E, tra questi, ci sarebbero anche alcuni calabresi. A lasciarlo intendere è stata la stessa presidente della Commissione parlamentare Antimafia.

«Vedremo come finirà in Calabria - ha detto la Bindi - dove ci sono personaggi di amministrazioni già sciolte per mafia che sono pronti a ricandidarsi e sono a posto dal punto di vista giudiziario, ma sappiamo che sono parenti o vicini a certi ambienti. Se avessimo trovato la ricetta per intervenire in maniera efficace su questi casi, avremmo trovato la soluzione a tutti i nostri problemi».

Non si è fatta attendere però la reazione, alle dichiarazioni della Bindi, da parte del segretario regionale del Pd calabrese, Ernesto Magorno che, tramite il proprio profilo Twitter si è così espresso: «Grave quanto successo oggi, la commissione antimafia non può essere strumento di una vendetta partitica».

Sulla stessa lunghezza d'onda il cosentino Ernesto Carbone che, oltre ad essere un componente della segreteria nazionale del Pd, fa parte anche della Commissione presieduta dalla stessa Bindi che, a suoi giudizio, così facendo starebbe «violando la Costituzione. Allucinante che si pieghi la commissione antimafia a vendette interne di corrente partitica», ha sentenziato Carbone.