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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Continua lo stato di agitazione proclamato per la vertenza che vede, loro malgrado, protagonisti i 380 dipendenti in organico alla Provincia di Vibo Valentia, che anche per questo mese saranno dunque costretti a tirare la cinghia. Dopo lo sblocco, palliativo, dello stipendio di gennaio, siamo infatti adesso alla quarta mensilità consecutiva che non viene erogata a favore dei lavoratori impiegati nell'ente intermedio di contrada Bitonto.
Per fare il punto della questione, gli stessi dipendenti si sono riuniti ieri in un’assemblea durante la quale si sono registrate anche delle tensioni. Sul banco degli imputati sono finiti chiaramente i massimi vertici dell’ente, in particolare il presidente Andrea Niglia, ma anche le sigle sindacali, tanto che alcuni lavoratori avrebbero lamentato nel corso dell’assemblea di ieri, come proprio i sindacalisti sarebbero spariti, assieme alle loro promesse e ai loro annunci, dopo le elezioni delle Rsu.
Presente all’iniziativa tenuta nella sala consiliare di Palazzo Ex-Enel, non il personale al completo. Erano infatti circa un centinaio, ma tutti delusi ed indignati, i lavoratori che hanno preso parte alla riunione, convinti – dopo gli “inutili”e numerosi incontri in Prefettura, le mobilitazioni, gli scioperi, le trasferte a Roma al Ministero e in Vaticano – a riprendere la protesta, questa volta, in maniera più dura, con – ha suggerito qualcuno – un’occupazione degli uffici della presidenza, ubicati al terzo piano della struttura. Diverse le proposte arrivate, però, nell’ambito della discussione che, nel concreto, ha visto i lavoratori scissi in diverse posizioni, perché se alcuni – come già detto – incitavano alla “lotta dura”, altri si sono dimostrati molto più attendisti. Anche se, verrebbe da commentare, ci sarebbe forse davvero poco da attendere dopo ben 120 giorni senza stipendio.
In conclusione, ogni potenziale decisione era stata rinviata alla mattinata odierna, e l’assemblea, di fatto, si era sciolta senza alcuna presa di posizione concreta. Ma, per quanto trapelato in queste ore, neanche stamattina pare che i dipendenti della Provincia siano riusciti a costruire un fronte unico e a porre in essere un’azione che possa, anche mediaticamente, rilanciare la loro vertenza, in maniera quanto meno da chiamare alle proprie responsabilità tutte le parti in causa. In primis i primi cittadini dei cinquanta comuni ubicati sull'intero territorio provinciale che, più volte, nei mesi scorsi avevano annunciato dimissioni di massa.
Intanto, sempre nel corso della giornata di ieri, erano arrivate le dimissioni di due consiglieri di minoranza, il sindaco di Gerocarne, Vitaliano Papillo e quello di Spilinga, Franco Barbalace. Una presa di posizione forte, quindi, in aperto contrasto, anche in questo caso, con il presidente Niglia, «che nei giorni scorsi annunciava positivi segni di sblocco ed un futuro roseo che però appare ancora più nero che mai, senza soluzioni né a breve né a lungo termine». I palleggiamenti di responsabilità continuano, dunque, per una Provincia che verte oggi, in realtà, in condizioni catastrofiche anche e soprattutto per le generose gestioni dei decenni precedenti.
Indipendentemente dalle diatribe partitiche o da quelle sindacali, in mezzo al guado restano sempre e comunque i lavoratori che, già nelle prossime ore, potrebbero rendersi nuovamente autori di azioni dure per rilanciare la propria vertenza a livello regionale e nazionale.
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