Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Di seguito, la lettera con cui il Comitato Civico Pro Serre ha chiesto al Ministero dell'Ambiente la desecretazione dei dati raccolti nel Vibonese con il progetto MIAPI:
In riferimento al progetto per il Monitoraggio ed Individuazione delle Aree Potenzialmente Inquinate (MIAPI) nelle Regioni Obiettivo Convergenza, grazie al quale sono state avviate attività di indagine sui siti potenzialmente inquinati e tra questi anche nelle Serre Calabresi, in quanto possibile zona di crimini ambientali, si espone quanto segue:
- La zona delle Serre, come tanti territori della Calabria, è una zona ad alto rischio sia per quanto riguarda la sicurezza sociale, che per quella ambientale;
- Per dare voce al territorio e per lottare contro i soprusi perpetrati ai danni della popolazione è stato costituito il Comitato Civico Pro Serre, che da anni porta avanti battaglie per i diritti più elementari quali il diritto alla salute e all’acqua potabile, contribuendo anche a dar vigore e sprono agli organi giudiziari. L’indagine denominata dalla Procura di Vibo Valentia “Acqua sporca”, che ha portato nel maggio 2012 al sequestro preventivo dell’invaso dell’Alaco (ricadente nell’area della Lacina, tra il territorio dei Comuni di Brognaturo e San Sostene) nasce proprio dalle battaglie del Comitato e dalle tante segnalazioni che, assieme a tutte le forze sane del territorio, sono state lanciate per denunciare un presunto business sull’acqua a scapito dei cittadini, e che vede vertici e tecnici di So.ri.cal. (Società risorse idriche calabresi) e amministratori pubblici accusati a vario titolo di diversi reati, tra i quali quello di avvelenamento colposo di acque destinate al consumo umano. Dalle stesse analisi dell’Arpacal sul suddetto bacino è inoltre emersa la presenza, in alte concentrazioni, di sostanze cancerogene nell’acqua destinata al consumo umano;
- Con la desecretazione parlamentare del “Dossier 588/3” del Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica (Sisde) è emersa una nuova situazione allarmante per i comuni di Fabrizia, Mongiana e Serra San Bruno. Dai documenti del Sisde emergono infatti fondati sospetti relativi a un traffico internazionale illegale, gestito dalla ‘ndrangheta, di rifiuti tossico-radioattivi provenienti dall’Est Europa, che sarebbero stati interrati nelle montagne delle Serre e «lungo gli scavi effettuati per la realizzazione del metanodotto»;
- Dopo anni di segreti di Stato, una luce sembra intravedersi con il sorvolo sul territorio, in due periodi diversi, di un elicottero dotato di sensori per il rilevamento della radioattività o di corpi inquinanti. È il progetto MIAPI, che rappresenta la speranza di avere una risposta alle tante domande sull’eventuale inquinamento del territorio e sull’eventuale collegamento con la preoccupante mortalità riscontrata da anni nella zona, soprattutto per tumori, e che ha portato il Comitato ad inoltrare formale richiesta di indagine epidemiologica al Centro di Epidemiologia Regionale Ambientale dell’Arpacal per la quale si è ancora in attesa dei dati;
- Il sospetto di elevata mortalità viene nel frattempo confermato dall’Istituto Superiore di Sanità che, nel Rapporto Istisan 16/09 pubblicato nel maggio 2016, con lo “Studio epidemiologico dei siti contaminati della Calabria: obiettivi, metodologia, fattibilità” dedica un capitolo al “Caso studio delle Serre Calabresi”, analizzandone il territorio e la mortalità, affrontando anche il “caso Alaco” e il presunto interramento di rifiuti tossico-radioattivi nei comuni citati negli atti desecretati e concentrando, pertanto, l’analisi della mortalità proprio su Serra San Bruno, Mongiana e Fabrizia dal 1980 al 2012. Pur premettendo che «la definizione dell’area delle Serre potenzialmente contaminata è resa difficoltosa dalla natura stessa della contaminazione (smaltimento illegale di rifiuti pericolosi) che non consente di definire con precisione gli ambiti territoriali interessati e le tipologie di contaminanti», lo studio registra «un eccesso significativo, rispetto alla popolazione della Regione Calabria, per tutte le cause di morte e per tutti i tumori» e conclude che «nell’area in esame appare ben documentata una sovra mortalità, rispetto alla Regione Calabria alla quale concorrono in modo particolare i tumori totali (e specialmente quelli gastrici), le cardiopatie, il diabete e alcune patologie neurodegenerative, respiratorie e digerenti».
Alla luce di tutte le motivazioni esposte in premessa e data l’alta rilevanza degli interessi collettivi in questione, chiediamo, con urgenza, di sapere se dalle indagini effettuate nell’area delle Serre, nell’ambito del progetto MIAPI, siano emerse anomalie geofisiche o di altro genere, la natura delle eventuali anomalie riscontrate, la localizzazione e la perimetrazione delle relative aree. La richiesta in oggetto viene avanzata nella consapevolezza dell’attuale secretazione di questi atti, ma nella speranza che possa in questo caso prevalere il diritto all’informazione e quindi alla vita della popolazione costretta ad abitare in territori definiti ad elevata mortalità, e che si possa almeno mettere in atto ogni utile accorgimento o precauzione per la sopravvivenza delle popolazioni interessate.
Comitato Civico Pro Serre
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