Sabato, 27 Marzo 2021 06:58

Allarme Lpu, dal rischio di «tensioni sociali» ai servizi essenziali smantellati

Scritto da Redazione
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La scadenza del 31 marzo si avvicina senza che nulla di concreto si sappia ancora sul futuro dei 600 lavoratori di pubblica utilità in servizio negli enti locali calabresi. Negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli interventi provenienti dal mondo politico e sindacale ma non si intravede la soluzione della vertenza, con un’interpretazione ministeriale delle normative che ha di fatto diviso il destino degli lpu da quello dei lavoratori socialmente utili. E se da un lato si paventa una proroga di tre mesi che però ancora non si è concretizzata, dall’altro questi precari storici, da circa un ventennio nel limbo del “lavoro nero” di Stato, vedono avvicinarsi la fine di ogni pur minima garanzia occupazionale.

Solo di recente la Regione si è accorta della situazione che incombe su centinaia di famiglie e dai banchi della Giunta si è fatto sentire l’assessore al Lavoro Fausto Orsomarso che si è rivolto direttamente al governo: «Il ministro del Lavoro Andrea Orlando – ha detto Orsomarso attraverso un comunicato – si attivi al più presto per concedere una deroga per i lavoratori di pubblica utilità calabresi. Senza un intervento immediato del Governo, più di 600 persone, a partire dal prossimo 31 marzo, rischiano di tornare a casa».

Ad intervenire è stato anche lo Slai Cobas serrese che ha chiesto l’«immediata stabilizzazione dei lavoratori di pubblica utilità attualmente contrattualizzati presso l'amministrazione comunale di Serra San Bruno il cui contratto, più volte prorogato, è attualmente in scadenza il prossimo 31 marzo 2021».

In un documento protocollato ieri alla Prefettura di Catanzaro, poi, le segreterie regionali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato un allarme serio chiedendo un incontro al prefetto del capoluogo fine di «scongiurare – si legge sull’edizione odierna della Gazzetta del Sud – il rischio di tensioni sociali che pure già serpeggiano tra gli interessati». La misura oramai è colma e oltre alla sempre più vicina perdita del lavoro che interessa tante famiglie il rischio è che saltino i servizi essenziali degli enti pubblici, fino ad oggi garantiti proprio da questi lavoratori.

RISCHIANO DI SALTARE SERVIZI ESSENZIALI
A fornire il proprio contributo sulla questione ai microfoni di Radio Serra, intervistata da Daniela Maiolo e Sergio Pelaia nel corso del programma “Detto tra noi” (regia di Bruno Iozzo), è stata anche il vicesindaco di Serra Rosanna Federico. «Abbiamo due bacini – ha spiegato Federico – quello dei lavoratori di pubblica utilità a carico della Regione e dei socialmente utili i cui stipendi sono erogati dallo Stato con un’integrazione sempre a carico della Regione. Una divisione che non dovrebbe esistere, a nostro avviso, ma che è un dato di fatto».

Come precisato da Federico, le assunzioni non sono previste in pianta organica e dunque devono avvenire in deroga e previa autorizzazione da parte della Cosfel (Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali). «Abbiamo la necessità di assumere questi lavoratori in deroga – ha dichiarato la Federico – in quanto il nostro Comune è in predissesto e sottoposto a piano di riequilibrio. Dopo aver scritto alla Cosfel ci è stato risposto che l’autorizzazione alle assunzioni è subordinata alla pubblicazione del Dpcm di ripartizione delle risorse. Decreto che si riferisce esclusivamente ai fondi statali e che dunque va a coprire parzialmente i fondi degli lsu». Nessuna rassicurazione è invece arrivata sulla questione lpu dalla Cosfel, che con una nota del 10 gennaio avrebbe specificato che le assunzioni riguarderebbero solo gli lsu mentre il personale afferente alla pubblica utilità «non è equiparato» a tali disposizioni.

Cosa potrebbe succedere, dunque, in un Comune come Serra dove gli lpu sono 38 su un totale di 52 precari? «Nel concreto – ha continuato Rosanna Federico – potrebbero saltare molti servizi essenziali. I nostri lavoratori ci assicurano la manutenzione in generale ma anche il lavoro negli uffici, dato che il personale effettivo, essendo oberato, ha bisogno di supporto. Così, dopo il 31 marzo, rischia di saltare l’intera organizzazione comunale».

La vicesindaco ha però spiegato che secondo l’amministrazione serrese alla luce di una «lettura estensiva della norma si debba evincere una equiparazione tra lsu e lpu». Il Comune lo ha segnalato sia alla Regione che ai sindacati – che pare abbiano concordato con questa lettura – ma dalla Cosfel e dal Ministero degli Interni «continuano a dire che questa equiparazione non c’è». Federico ha inoltre spiegato che il problema non sussiste solo a livello normativo ma anche dal punto di vista della copertura finanziaria.

«Attendiamo – ha concluso – un intervento legislativo anche da parte della Regione che rispetto alla copertura finanziaria ha previsto solo le prime 3 annualità per l’assunzione». E al danno si aggiunge anche la beffa perché, secondo quanto segnalato da una lavoratrice lsu serrese durante la trasmissione radiofonica, i pagamenti per tutti i precari sarebbero fermi al mese di dicembre.

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