Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Lo Slai Cobas di Serra San Bruno ha inviato una missiva ai ministri del Lavoro, della Pubblica amministrazione, del Sud e la Coesione territoriale, al viceministro del Sud, al prefetto di Vibo, al presidente facente funzioni della Regione, all’assessore regionale al Lavoro e al sindaco di Serra.
Il sindacato chiede l’«immediata stabilizzazione dei lavoratori di pubblica utilità (lpu) attualmente contrattualizzati presso l'amministrazione comunale di Serra San Bruno il cui contratto, più volte prorogato, è attualmente in scadenza il prossimo 31 marzo 2021. Nonostante le reiterate richieste di informazioni più volte avanzate, nessuna presa di posizione ufficiale o, comunque, chiaro riscontro è stato mai fornito al riguardo da tali amministrazioni. Situazione questa, che inevitabilmente e del tutto legittimamente, sta facendo montare una seria preoccupazione tra i lavoratori e tra le loro famiglie che, dopo un servizio di oltre vent'anni e dopo un percorso lavorativo particolarmente accidentato e sofferto, rischiano ora seriamente di rimanere fuori dal circuito lavorativo con possibilità pressoché nulle di ricollocamento occupazionale. Situazione questa - scrive lo Slai Cobas - che avrebbe effetti devastanti sui lavoratori e sulle loro famiglie e sull'intero tessuto socio-economico del territorio la cui responsabilità esclusiva andrebbe inevitabilmente ad essere ascritta a tali amministrazioni non riuscendo a comprendere i motivi del mancato completamento del relativo l'iter, alla luce degli strumenti normativi preisti ed emanati dal legislatore con a tale specifico scopo per eliminare, finalmente, la grave ingiustizia sociale che tali lavoratori hanno senza colpa alcuna scontato sulla loro pelle e che, invece, rischia oggi di perpetuarsi solo ed esclusivamente per i lavoratori di pubblica utilità in servizio presso il Comune di Serra San Bruno a causa della sua colpevole inerzia e di tutte le amministrazione coinvolte».
Per questi motivi, lo Slai Cobas chiede l'«immediata stabilizzazione di tutti i lavoratori nostri assistiti che ne abbiano diritto» e di «essere informati con tempestività dello stato dell'arte che, comunque, purtroppo, ad oggi sembra ben lungi dall'arrivare a compimento. In caso contrario, tutti i lavoratori accompagnati dalle loro famiglie, che insieme a loro stanno vivendo con grande ansia e preoccupazione questo momento, indiranno un sit-in di protesta permanente innanzi alla sede comunale al fine di sensibilizzare verso la loro situazione chi doveva e poteva fare e, fino ad ora, non ha invece fatto. Sarebbe veramente paradossale che, in un momento come quello che stiamo vivendo in cui addirittura i licenziamenti vengono bloccati per legge, a perdere il lavoro per l'inefficienza e l'inerzia di qualcuno fossero proprio i lavoratori di pubblica utilità di Serra San Bruno proprio quando ormai pensavano di poter mettere la parola fine al loro calvario lavorativo e alle incertezze sul proprio futuro che li accompagnano da oltre vent'anni». Il sindacato, però, protesta anche «contro l'incomprensibile riduzione di ore - 18 ore settimanali - con cui sono stati stabilizzati gli lsu e con cui, se mai ciò avverrà, verranno stabilizzati i lavoratori di pubblica utilità laddove da anni gli stessi risultano assunti a 30 ore settimanali prima ed a 26 ore sempre settimanali poi. A parte gli ovvi interrogativi su come potranno i servizi comunali e le attività cui gli stessi sono adibiti essere svolti in maniera adeguata alle necessità della collettività con un così ridotto numero di ore lavorate, si sottolinea come la drastica riduzione della retribuzione che gli stessi andranno a percepire - non più di 600/700 euro mensili - risulta assolutamente inadeguato a garantire a loro e alle loro famiglie (essendo la maggior parte coniugati con figli a carico) un'esistenza libera e dignitosa per come previsto dalla nostra Carta Costituzionale. Basti pensare al fatto che i soggetti che possono usufruire del reddito di cittadinanza, e quindi persone prive di occupazione, finirebbero con il poter contare mensilmente su risorse economiche superiori a questi lavoratori che invece un'occupazione ce l'hanno. Ed infine, per ultimo anche se non per ordine di importanza, si segnala che tutti, lpu e lsu ormai da tre mesi non percepiscono alcuna retribuzione, a tanto ammontando ormai il ritardo nei pagamenti accumulato da tale amministrazione».
In chiusura, lo Slai Cobas si chiede «se qualcuno all'interno delle amministrazioni in indirizzo, si sia mai chiesto cosa significhi vivere e mandare avanti la famiglia tre mesi senza percepire un soldo pur lavorando regolarmente. È ora di finirla e di dare ai lavoratori ciò che spetta loro di diritto senza alcun ulteriore indugio, restituendogli in tal modo la dignità che ad ogni costo e con tutti i mezzi tali amministrazioni stanno cercando di togliere, pur essendo stanziati proprio per il pagamento di tali categorie di lavoratori degli appositi fondi regionali e nazionali ormai storicizzati da tempo che è logico e conseguente chiedersi che fine abbiamo fatto. Anche in relazione a tale ultima rivendicazione, pertanto, in mancanza di pagamenti immediati o nel caso in cui non arrivassero riscontri positivi o notizie certe sulle tempistiche di pagamento inevitabilmente brevi, i lavoratori, trascorsi 7 giorni dal ricevimento della presente, protesteranno innanzi alla sede comunale o regionale per dar voce alla propria indignazione e al proprio disagio».
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