Sabato, 10 Aprile 2021 08:21

Orsomarso a “Detto tra noi”: «Regione in prima linea per i precari». Ma i lavoratori restano nel limbo

Scritto da Redazione
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Dopo la proroga in extremis, lo scorso 31 marzo, dei contratti per i 600 Lpu calabresi continua il dibattito sul precariato storico della regione. A distanza di 20 anni, infatti, a causa di un cavillo normativo manca ancora l’equiparazione tra i lavoratori socialmente utili e quelli di pubblica utilità che si vedono negata la stabilizzazione. A parlarne ai microfoni di “Detto tra noi”, su Radio Serra, c’è stato l’assessore al lavoro della Regione Fausto Orsomarso “additato” recentemente, assieme alla giunta regionale, per essersi accorto solo alla fine della situazione in bilico degli Lpu. «Sugli Lpu – è stato l’incipit dell’assessore Orsomarso – la Regione è stata puntualissima a partire dallo scorso novembre. Abbiamo preparato gli emendamenti recuperati bipartisan dai parlamentari per la deroga dei 600 Lpu calabresi, che purtroppo non sono passati nella Finanziaria di dicembre. Siamo dell’avviso che la proroga arrivata in extremis non basta e che c’è bisogno di una interpretazione autentica da parte di Cosfel e Funzione pubblica per arrivare alla stabilizzazione di questi lavoratori».

Dunque, dal tema dell’omologazione degli Lpu agli Lsu si è passati poi alla stabilizzazione di questi ultimi avvenuta in modalità part-time piuttosto che full-time, con i lavoratori costretti ad andare avanti con stipendi da fame. «Per noi resta questa partita importante: omologare gli Lpu agli Lsu e permettere a questi ultimi di vedersi aumentate le ore da 18 a 36. Per quanto concerne l’aumento delle ore nei contratti ci sono 18,5 milioni fermi non utilizzati dalle altre regioni che il governo potrebbe destinare».

Rispetto alla Legge 12 e all'iter per risolvere in modo definitivo la vicenda dei 208 lavoratori che hanno avuto rapporti con la Regione, oggetto di polemica perché comparirebbero cognomi legati in maniera diretta o indiretta a vari politici, Orsomarso ha dichiarato: «In una regione che ha fame di lavoro è facile vedere alcuni nomi legati alla politica o portare avanti il racconto dell’abuso di alcune norme. La questione è più semplice: parlo da tempo di recepimento della legge Madia che disciplina l’assunzione di questo tipo di lavoratori che in passato hanno avuto rapporti con la Regione. Risolvere il problema della Legge 12, ultimo step del precariato calabrese, è una nostra priorità. All’indomani di questa partita, però, bisogna comprendere che chiunque in futuro voglia far parte della pubblica amministrazione dovrà passare per un concorso pubblico».

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