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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Sarebbero riconducibili al noto imprenditore operante nel settore turistico, Tommaso Pugliese, i beni - per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro - posti sotto sequestro dagli agenti della Guardia di finanza del Comando provinciale di Vibo Valentia, nell'ambito di una serie di indagini su reati tributati portate avanti dalle Fiamme gialle.
I dettagli dell'operazione sono stati illustrati nel corso di un'apposita conferenza stampa, tenutasi nella mattinata odierna presso gli uffici della Procura della Repubblica di Vibo, alla presenza del procuratore capo, Mario Spagnuolo.
Secondo quanto è emerso, l'imprenditore avrebbe in sostanza accumulato debiti verso il Fisco per quasi sei milioni di euro e, al fine di sottrarre i suoi beni alle azioni di recupero dello Stato, posto in essere una serie di attività dispositive (donazioni, vendite simulate di immobili, terreni e quote di partecipazione sociali) i cui beneficiari sarebbero stati i membri della sua stessa famiglia. L'impresa riconducibile a Pugliese - operante sia nel settore turistico-alberghiero che nella costruzione di edifici - avrebbe inoltre evidenziato un’ingente esposizione debitoria nei confronti dell’Erario (per imposte e sanzioni) in ordine alla quale aveva ricevuto avvisi di accertamento e cartelle esattoriali per un importo di circa 6 milioni di euro. A fronte di ciò, l’imprenditore - per sottrarsi ad un eventuale fallimento ad istanza dell’Ufficio di Procura - si sarebbe fatto richiedere la cancellazione della ditta dal registro delle imprese per poi, una volta ottenuta, disfarsi anche dei propri beni, cedendoli, a vario titolo, ai propri familiari e prossimi congiunti, con ciò pensando di poterli sottrarre ad eventuali azioni esecutive. Acquisita tale informazione, l’attenzione dei finanzieri si è quindi focalizzata, in un primo momento, anche sul complesso delle imprese e società che sarebbero riconducibili al noto imprenditore, rilevando che due società del gruppo avrebbero evidenziato debiti fiscali per alcuni milioni di euro. Subito dopo la rilevazione delle esposizioni debitorie da parte delle Fiamme gialle, le due società hanno richiesto una rateizzazione del debito con l’intenzione di estinguerlo ed iniziando a pagare. Dopo l'avvio del piano di rientro richiesto dalle due società del gruppo, l'attività si è quindi concentrata sul debito fiscale evidenziato dall'impresa individuale che farebbe capo a Tommaso Pugliese accertando che, nel corso di un biennio, lo stesso avrebbe posto in essere (tra compravendite e donazioni) circa 8 negozi giuridici, alienando, a favore di figli e affini, terreni e fabbricati per un valore di 2 milioni di euro e quote di quattro società con il preciso intento, secondo l'accusa, di sottrarre fraudolentemente le garanzie patrimoniali al pagamento delle imposte. È proprio a questo punto che il procuratore Spagnuolo e la pm Concettina Iannazzo, titolare dell'indagine, hanno richiesto al gip il sequestro dei cespiti oggetto delle cessioni di beni effettuate con finalità ritenute fraudolente.
Oggetto del sequestro, in particolare, sono state quote societarie di alberghi nella zona di Tropea e Ricadi, terreni per oltre 6 ettari, alcuni fabbricati parte di un complesso residenziale e quattro appartamenti.
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