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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Terza commissione d’accesso a Nardodipace nell’arco degli ultimi sette anni. Quello che è noto alle cronache nazionali come il “Comune più povero d’Italia”, rischia ora di dover vantare anche il poco glorioso record di "Comune più attenzionato d’Italia”. Il provvedimento è chiaramente conseguente all'operazione denominata "Uniti per la truffa", condotta dalla Procura di Vibo Valentia, guidata dal procuratore Mario Spanguolo, che ha portato nelle settimane scorse all'arresto del sindaco Romano Loielo, ora costretto ai domiciliari assieme ad altri tre indagati: Romolo Tassone, Fabio Rullo e Mario Carrera.
Così nel comune montano delle Serre tornerà ancora una volta una commissione d'accesso agli atti. Ad ordinarlo è stato in queste ultime ore il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno. La commissione inizierà da subito a fare luce su quanto emerso quindi nell’inchiesta “Uniti per la truffa”, in particolare in merito a quanto abbia potuto incidere sulla vicenda il ruolo degli amministratori locali direttamente inficiati nel giro di risorse, circa 100mila euro dei fondi Por Calabria, destinate a finanziare corsi di formazione professionale, ma che invece diversi soggetti – tra i quali proprio Loielo – avrebbero intascato per fini di arricchimento personale. Al centro dell'inchiesta, quindi, una «pluralità di truffe seriali» a danno della Regione, dello Stato e dell'Unione Europea.
Nardodipace, come detto, aveva già di recente vissuto gli insediamenti di altre commissioni, ben due. E mentre la prima procedura era stata archiviata dal Viminale dopo una lunga fase di stallo, non era stato così per il secondo caso scaturito dall'operazione “Crimine”, quando a finire in manette fu il presunto boss della ‘ndrangheta di Cassari, Bruno Tassone, padre dell'allora vicesindaco, Romolo Tassone, oggi ai domiciliari anche lui assieme al primo cittadino. La vicenda, nel 2011, portò poi allo scioglimento dell'amministrazione guidata, anche allora da Romano Loielo che, però, dopo 3 anni – conclusosi il commissariamento – si ricandidò e fu rieletto tra le polemiche. Ora Loielo, già sospeso nei giorni scorsi dalla carica di sindaco e sostituito temporaneamente dal vice Alberto Franzè, si trova attualmente ai domiciliari come altri tre indagati. A Nardodipace, la fase di indagine sarà dunque condotta da quattro ispettori inviati dalla Prefettura: il vice prefetto Anna Aurora Colosimo, il capitano Stefano Esposito Vangone (comandante della compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno), il tenente Giovanni Torino (in servizio al comando provinciale della Guardia di finanza) e l'ingegnere Domenico Fuoco. Per loro il compito, quindi, sarà quello di passare al setaccio atti e delibere prodotti dalla giunta comunale.
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