Venerdì, 27 Novembre 2015 15:32

Riforma del processo penale, 5 giorni di sciopero anche per i penalisti vibonesi

Scritto da Redazione
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Si stanno preparando ad attaccare temporaneamente la toga al chiodo gli avvocati penalisti vibonesi, che assieme ai colleghi di tutta Italia, a partire dal prossimo lunedì 30 novembre e fino al venerdì 4 dicembre successivo, prenderanno parte allo sciopero indetto dall’Unione Camere Penali.

I cinque giorni di protesta, e la contestuale astensione dalle udienze e da ogni altra attività giudiziaria, interesseranno, dunque, anche la Camera penale di Vibo Valentia, presieduta dall’avvocato Enzo Gennaro. 

Lo sciopero - così come specificato in una nota dell'Ucpi, diffusa dall’Ansa – intende «contrastare disegni di riforma volti, anche attraverso la limitazione delle impugnazioni, alla sostanziale vanificazione dell’istituto della prescrizione e la conseguente caduta dell’unico strumento capace di limitare la irragionevole durata dei processi». Oltre che «contrastare con assoluta determinazione la possibile estensione dello strumento del “processo a distanza” indistintamente a tutti i processi con detenuti e senza specifica motivazione, tramite la riforma dell’art. 146 bis att. c.p.p. attualmente all’esame del Parlamento». E «intervenire al fine di evitare la spettacolarizzazione dei processi e l’alimentazione dei circuiti mediatici che finiscono per consegnare all’opinione pubblica giudizi preconfezionati, attraverso l’esibizione e la gogna degli arrestati e la diffusione dei materiali di indagine, prima ed al di fuori di qualsivoglia controllo processuale». 

Nella delibera dell’Unione Camere Penali è stata indetta anche una manifestazione nazionale a Roma, per il 2 dicembre prossimo. I penalisti sottolineano inoltre che «occorre segnalare al Governo la necessità di procedere ad una riforma organica del processo penale accelerando la razionalizzazione e la modulazione delle sanzioni e realizzando una vera, seria ed estesa depenalizzazione che consenta di riservare al dibattimento la dignità che gli spetta all’interno del “giusto processo”». 

Per l’Ucpi andrebbe, inoltre, predisposta una «seria e radicale riforma del Csm», con «nuove regole che limitino in maniera rigorosa il passaggio dalla magistratura alla politica, e dalla magistratura all’amministrazione», operando un «profondo riassetto ordinamentale che preveda una separazione della carriera del giudice, da quella dei magistrati requirenti, quale inderogabile presupposto della sua Terzietà». 

Occorre, hanno specificato infine i penalisti, «provvedere alla razionalizzazione ed alla nuova dislocazione di risorse al fine di rimediare con urgenza alle situazioni di collasso degli Uffici Giudiziari nei quali la mancanza dei minimi supporti organizzativi e materiali finisce con il costituire un gravissimo danno nei confronti di tutti i cittadini ed un inammissibile vulnus allo stesso diritto di difesa ed alla dignità della funzione difensiva». 

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