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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 3 del 5 gennaio 2016 il decreto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il quale sono state in sostanza rese note le motivazioni che hanno portato, nel dicembre scorso, allo scioglimento del Comune di Nardodipace per infiltrazioni mafiose.
Una misura, questa, che, come si legge nello stesso decreto, è stata dettata dalla sussistenza di «forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialità degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 17 novembre 2013, nonchè il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi».
Nella relazione, l'ex primo cittadino del piccolo centro del Vibonese, Romano Loialo, viene definito «pilastro portante dell'impianto criminale, accentratore di tutte le funzioni demandate all'ente, veicolo per coltivare gli interessi della consorteria attraverso la gestione della cosa pubblica, vicino alla 'ndrangheta per il rapporto privilegiato intrattenuto con l'amministratore - non in carica - della trascorsa consiliatura e attuale presidente di una locale associazione sportiva, la cui sede è allocata presso l'abitazione del menzionato vertice del locale sodalizio mafioso». Ed è proprio attraverso detto rapporto che si matura la «connivenza tra l'apparato delinquenziale di tipo mafioso e l'amministrazione comunale, avvalorata, nei fatti, dalla presenza in seno alla compagine stessa ove si è strutturato il programma criminale associativo di soggetti imparentati a vario titolo con personaggi pregiudicati facenti capo al "locale" della 'ndrangheta». Ne sarebbe l'esempio la nota vicenda giudiziaria con la quale, in esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo patrimoniale, il gip del tribunale di Vibo Valentia, nel febbraio del 2015, ha emesso un'ordinanza di applicazione della misura personale degli arresti domiciliari nei confronti di quattro soggetti, tra cui lo stesso sindaco, titolari di altrettante ditte insistenti sul territorio comunale, accusati di una serie di truffe aggravate, tentate e consumate, ai danni dello Stato e dell'Unione europea. Ai fini della relazione, appare rilevante anche la circostanza che il sindaco «è destinatario di un decreto prefettizio di divieto di detenzione armi, munizioni ed esplosivi, emesso dalla prefettura di Vibo Valentia il 16 aprile 2015 e che lo stesso provvedimento è stato adottato nei confronti di altri due amministratori dell'ente, nel dicembre 2013 e nell'aprile 2015. Emblematica è la continuità nella conduzione dell'ente da parte degli amministratori delle ultime due consiliature, se si considera che dei sei consiglieri e dei due assessori assegnati al Comune, ben sette amministratori erano presenti nell'amministrazione eletta nel 2007, sciolta per infiltrazione e condizionamento mafioso. Le risultanze di operazioni di polizia giudiziaria - si legge ancora - hanno documentato la sussistenza di rapporti tra gli amministratori e la criminalità organizzata presente sul territorio comunale, agevolati dal fitto intreccio di parentele e frequentazioni di soggetti controindicati, con particolare riguardo al sindaco, al vicesindaco e ad alcuni consiglieri di maggioranza. Nell'immutato quadro politico-istituzionale, l'attuale amministrazione ha mantenuto comportamenti che, come in passato, hanno favorito gli interessi criminali, risultando connotati - come evidenziato dall'allora prefetto, Giovanni Bruno - da una commistione di ruoli politico-gestionali, con particolare riferimento alla figura del sindaco in grado di accentrare a sè la capacità volitiva dell'ente e di orientare il lavoro degli organi tecnici».
Considerato lo scioglimento, il Comune è stato, dunque, affidato - per la durata di 18 mesi - alla commissione straordinaria composta dal viceprefetto, Francesca Giovanna Buccino, dal viceprefetto aggiunto, Giuseppe De Marco e dal funzionario economico-finanziario, Stefano Tenuta.
Cliccando qui, è possibile leggere nel dettaglio le motivazioni che hanno portato allo scioglimento dell'ente.
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