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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
È in fermento la comunità di Vallelonga che potrebbe, nei prossimi giorni, decidere di costituire formalmente un comitato civico con la finalità esplicita di respingere, con ogni modo e mezzo, la costruzione di una maxi-discarica in un terreno privato ricadente in contrada “Squelle”, alla periferia del territorio comunale.
I cittadini, insomma, sono sul piede di guerra, perché «il rischio – ci spiegano – è quello di un avvelenamento massiccio del territorio che potrebbe mettere a repentaglio la salute nostra e dei nostri figli per decenni e decenni». Oggetto del contendere, quindi, è il progetto presentato già il 16 giungo scorso al dipartimento Politiche dell'Ambiente della Regione Calabria, da parte di una società che rientra nella galassia del “re della monezza” Manlio Cerruti, imprenditore 89enne conosciuto anche come “l’ottavo re di Roma”, titolare della Formica Ambiente Srl, azienda leader nel comparto della costruzione e gestione di discariche in tutta Italia.
L’impianto di Vallelonga, secondo la progettazione, dovrebbe essere destinato a contenere un volume di 1,3 milioni di metri cubi di “rifiuti speciali non pericolosi”. Una classificazione assai generalizzata, dettata forse più da logiche di mercato che da altro, e che ha ulteriormente allarmato i cittadini che, già lo scorso sabato 21 novembre, hanno avuto modo di discutere dell’annosa vicenda in un’assemblea pubblica convocata dal primo cittadino Abdon Servello proprio con l’intento di approfondire la questione. L’iniziativa, tenuta nel tardo pomeriggio di sabato, era stata inizialmente indetta per il giovedì precedente, ma la data era poi slittata di due giorni proprio perché – secondo qualcuno dei partecipanti – non si era opportunamente portata la cittadinanza a conoscenza dell’incontro.
Ciononostante la presa di posizione dell’amministrazione comunale, ed in particolare del primo cittadino Servello, sembra essere stata esplicita, tanto che – assieme ai consiglieri d’opposizione – si è deciso all’unanimità, nel corso della riunione aperta ai cittadini, di non dare seguito all’iter burocratico per la concessione a costruire la discarica. Un paletto, questo, certo facilmente aggirabile per l’impresa La Formica, visto che comunque l’ultima parola rispetto alla realizzazione dell’impianto spetta in realtà al dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, sulla scorta di un eventuale parere favorevole da parte dell’ufficio Via (valutazione impatto ambientale). Il timore, allora, per amministratori e cittadini è proprio quello che dopo il “no” arrivato dalla riunione della scorsa settimana, il pallino possa ora passare ad altri livelli istituzionali, pronti magari a dare il lasciapassare ai progetti di Cerruti.
Le iniziative, popolari e non, però non si fermano, anzi un gruppo di cittadini che nelle scorse settimane si era reso promotore di una raccolta firme starebbe dunque decidendo di costituirsi formalmente. A tal scopo gli stessi vallelonghesi del fronte “anti-discarica” starebbero dunque progettando la costituzione di un sodalizio, sotto forma di comitato spontaneo di partecipazione civica, che permetta di mantenere alto l’allarme sulla vicenda. Contestualmente, dagli scranni dell’assise cittadina, anche la minoranza ha dato uno spunto importante per bocca del capogruppo Marisa Rizzuto, pronta a lanciare la convocazione di un Consiglio comunale straordinario ed aperto, durante il quale emettere un documento ufficiale per attestare, nero su bianco, la contrarietà del consesso cittadino rispetto ai permessi di concessione a costruire.
L’amministrazione, che pare abbia accolto di buon grado la proposta, starebbe già stilando un documento nel quale sono esplicitate tutte le ragioni del “no”: a partire dalla salute pubblica, aspetto fondamentale, fino a quelli che sono i gravi danni che si ripercuoterebbero sulla produzione del comparto agricolo, abbastanza diffuso, e quasi sempre destinato all’autoconsumo, nelle campagne di Vallelonga. A questo si aggiunge il rischio di potenziali contaminazioni alle falde acquifere e, più in generale, la deturpazione dell’ambiente e del paesaggio.
Analoghi provvedimenti per ostacolare la realizzazione di questo “mostro ecologico” potrebbero essere intrapresi anche dalle amministrazioni e dalle comunità dei paesi limitrofi, quali, in particolare, Vazzano e San Nicola da Crissa.
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