Venerdì, 19 Febbraio 2016 11:16

Anziano di Pizzoni adescato e gettato in mare: i dettagli dell'inchiesta

Letto 2319 volte

Inizialmente, il tutto faceva presagire ad una morte accidentale, causata da annegamento. Alla fine, però, le indagini portate avanti dagli inquirenti, hanno consentito di accertare che quella di Giglio Palmo Ciancio, 79enne di Pizzoni, ritrovato lo scorso 6 agosto nello specchio d'acqua antistante la spiaggia di Pizzo, fosse in realtà una morte violenta, scaturita da una rapina compiuta secondo una tecnica predatoria di tipo seriale.

Passano poco più di dieci giorni e L.V., classe '66 di Vibo Marina, subisce una rapina dalle modalità analoghe. L'uomo, infatti, dopo essere stato adescato per un incontro presso la Stazione ferroviaria di Vibo Marina, sarebbe stato aggredito e picchiato sino a rimanervi tramortito. Depredato di vistosi monili in oro e denaro per un valore di circa 1500 euro, il malcapitato veniva, dunque, abbandonato all’interno di un canneto adiacente alla linea ferrata, riprendendo conoscenza solo il giorno successivo. 

A distanza di circa 6 mesi, dunque, nella serata di ieri i carabinieri del Comando provinciale di Vibo, i militari del Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto di Vibo Marina, hanno tratto in arresto i cittadini romeni Dorel Varga e Stela Rezmuves Gyongyi, rispettivamente di 36 e 35 anni, domiciliati tra i comuni di Rosarno e Nicotera, finiti in manette per i reati di omicidio e furto aggravato. 

Le indagini, in particolare, prendono avvio dal rinvenimento del cadavere dell'anziano Giglio Palmo Cianco e dall'emersione di una serie di elementi atti a ricondurre la morte non ad un incidente o ad un suicidio, bensì al tragico epilogo di una rapina. Il corpo senza vita dell'uomo, infatti, ritrovato il 6 agosto scorso nell'area marina della località Stazione di Pizzo, presentava delle fratture in regione occipitiale. Sull'abbigliamento e nei luoghi limitrofi non erano stati, inoltre, ritrovati né la cospicua somma di denaro - che, evidentemente, doveva tenere con sé, in quanto allontanatosi dall'abitazione per quella che alla fine si è rivelata come una fasulla riparazione del suo mezzo Ape, presso un'officina di Vibo - né però il cellulare. Inoltre, sulla barriera frangiflutti erano state riscontrate tracce ematiche, così come sulla fodera della tasca destra e sulla stoffa del pantalone indossato e ritrovato, peraltro, girato alla rovescia ed appesantito da pietre. Erano le 10 e 30 circa del 6 agosto e la sala operativa della Capitaneria di porto di Vibo Marina riceveva una comunicazione telefonica da alcuni bagnanti che segnalavano la presenza di un corpo privo di vita nello specchio acqueo antistante il palazzo Sanguedolce. Intervenuta sul posto, la polizia giudiziaria accertava la presenza, a circa 50 metri dalla battigia, di un individuo immobile, con la faccia riversa in acqua. Il cadavere, inoltre, non aveva segni distintivi che ne agevolassero l'immediata identificazione ma, alcune ricerche, hanno consentito di accertare che il giorno precedente, i familiari di Giglio Palmo Ciancio, classe '37 di Acquaro ma residente a Pizzoni, ne avevano denunciato la scomparsa presso la Stazione dei carabinieri di Vazzano. In quella occasione, i familiari dell'anziano avevano dichiarato che l'uomo si era allontanato dalla propria abitazione intorno alle 6.30 dello stesso giorno, a bordo della motoape celeste e che al momento della scomparsa indossava un paio di jeans ed una camicia scura. 

Al fine di orientare le indagini, sono stati ascoltati familiari e conoscenti della vittima, per comprendere abitudini, frequentazioni e gli ultimi movimenti. A riguardo, il figlio di Ciancio - dopo essere stato contattato dalla madre che gli comunicava la sua preoccupazione per il mancato rientro del padre e l'impossibilità di rintracciarlo, essendo il telefono irraggiungibile - ha provveduto a raggiungere il titolare dell'officina Piaggio di Vibo, dove il padre avrebbe dovuto recarsi per far controllare il motocarro. Il titolare dell'officina, tuttavia, gli riferiva di non aver visto l'anziano per l'intera giornata. Le ricerche, dunque, sono andate avanti e, nel frattempo, il figlio di Ciancio aggiungeva alcuni particolari di estremo rilievo investigativo: tra questi, il fatto che il padre - secondo alcune indiscrezioni circolate in paese - nel giorno della scomparsa avrebbe avuto un incontro nei pressi del "Cin Cin Bar" a Vibo, con un soggetto presumibilmente di sesso femminile; che negli ultimi anni avrebbe avuto qualche approccio con donne di nazionalità straniera e che negli ultimi tempi utilizzava spesso il telefono per contattare tali soggetti. Non solo: nella ricostruzione degli ultimi movimenti, determinanti sono state, inoltre, le registrazioni di alcuni impianti di videosorveglianza delle private abitazioni poste lungo la via che conduce alla Stazione ferroviaria di Pizzo, nonchè quelle di due attività commerciali situate a Vibo e a Pizzo. L'analisi dei filmati ha consentito di appurare che il 5 agosto, l'uomo si era incontrato con una donna nel capoluogo di provincia, proseguendo assieme, a bordo del suo Ape, verso Pizzo. Determinanti, infine, sono stati inoltre anche i tabulati telefonici. Alla fine è emerso che Ciancio, adescato dalla Rezmuves con modalità collaudate in precedenti circostanze, si era recato a Pizzo a bordo della Motoape dove, in località di mare, è stato aggredito da più uomini (tra i quali Varga Dorel), picchiato e rapinato del denaro contante (circa duemila euro) e del proprio telefono cellulare. I suoi aggressori, al fine di simulare un evento accidentale, lo avevano trascinato in acqua per poi farlo annegare.

Analoghe modalità si rilevano anche per la rapina nei confronti di L.V., verificatasi il 18 agosto scorso. L'uomo, adescato già qualche giorno prima, veniva chiamato dalla Rezmuves per un incontro presso la Stazione FS di Vibo Marina e lì aggredito e picchiato sino a rimanervi tramortito. Depredato di vistosi monili in oro e denaro per un valore di circa 1500 euro, il malcapitato veniva abbandonato all’interno di un canneto adiacente alla linea ferrata. L.V. ha ripreso, poi, conoscenza il giorno successivo. 

Per entrambi i fatti, i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Vibo Valentia - guidata dal procuratore capo, Mario Spagnuolo - hanno tratto in arresto i cittadini romeni Dorel Varga, e Stela Rezmuves Gyongyi – quest’ultima riconosciuta dai Carabinieri di Rosarno - rispettivamente di 36 e 35 anni, domiciliati tra i comuni di Rosarno e Nicotera, nei confronti dei quali è stata disposta la custodia in carcere - ordinanza, questa, emessa dal gip Gabriella Lupoli su richiesta del pm Concettina Iannazzo - dove gli stessi rimarranno a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

Reg. n. 4/2012 Tribunale VV

redazione@ilvizzarro.it

Seguici sui social

Associazione "Il Vizzarro”

via chiesa addolorata, n° 8

89822 - Serra San Bruno

© 2017 Il Vizzarro. All Rights Reserved.Design & Development Bruno Greco (Harry)