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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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È un amore oramai viscerale quello che lega il restauratore Antonio Adduci a Serra San Bruno. E non potrebbe essere altrimenti perché grazie proprio al suo minuzioso lavoro sono ritornati allo splendore di un tempo la varia e il busto argenteo di San Bruno e il Monumento ai caduti (leggi qui e qui). Parlando al Vizzarro del lavoro al busto del santo di Colonia, Adduci così si era espresso: «È il restauro più dolce della mia vita».
Nonostante questi importantissimi interventi, il suo fine fiuto in tema di recupero di opere d’arte lo aveva condotto a Serra tanti anni fa e non per metter mano al busto di San Bruno bensì per ridare vigore all’antico reliquiario presente nella Chiesa Matrice di Serra, importantissima opera che sarebbe stata data in dono dalla moglie del Conte Ruggiero d’Altavilla, Adelasia (Adelaide) del Vasto, proprio a San Bruno (ma questo e altri aspetti storici, compreso il problematico inventario delle reliquie tra cui c'è un pezzo della croce di Cristo, saranno meglio approfonditi nei prossimi mesi con un articolo dello scrittore e storico Antonino Ceravolo, che per Il Vizzarro cura la rubrica “Nuvole”).
I lavori di restauro sono iniziati lo scorso 13 marzo grazie al progetto “Restituzioni” della banca “Intesa-San Paolo” e alla collaborazione sinergica tra la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, l’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, l’Arcipretura parrocchia San Biagio di Serra e l’Adduci Restauri.
La ricognizione delle reliquie
Lo step che ha preceduto l’inizio vero e proprio del restauro è avvenuto nella stessa Chiesa Matrice di Serra, dove l’opera è collocata. Dopo una preliminare rimozione dei depositi superficiali si è proceduto in loco con la ricognizione delle Sacre reliquie, nel pieno rispetto delle norme liturgiche, e alla redazione dei conseguenti verbali.
Rispetto a questo nuovo lavoro, che vede ancora protagonista un’opera serrese, abbiamo rivolto qualche domanda a don Maurizio Franconiere, incaricato per i Beni culturali della diocesi di Catanzaro-Squillace e direttore degli stessi musei diocesani. «Il reliquiario custodito nella Chiesa Matrice – ha dichiarato don Franconiere – ha un’enorme importanza sia dal punto di vista storico che spirituale. Le prime descrizioni dell’opera risalgono al Cinquecento, nelle Platee della Certosa. Anche se non vi è assoluta certezza si pensa che il reliquiario possa essere stato un dono diretto di Papa Urbano II al Conte Ruggiero o della moglie dello stesso Conte, Adelaide, a San Bruno. In origine era in avorio, un pezzo molto prezioso anche dal punto di vista del materiale, ma è stato poi rimaneggiato». Ad oggi il restauro riguarda infatti la struttura lignea e le lastre in metallo dorato che misura circa 2 metri e mezzo per 1 metro e sessanta e la pulitura e messa in sicurezza dei vetri a protezione delle reliquie.
Passando poi al valore spirituale don Franconiere ha detto ancora: «Chiaramente ciò che riguarda Gesù in tema di reliquie resta la cosa più importante ma nell’opera serrese c’è, ad esempio, anche la bottiglietta del sangue di Santa Tecla, molto significativa perché si tratta della prima martire donna. Come Santo Stefano fu protomartire per gli uomini Santa Tecla lo fu per le donne».
L’esposizione a Palazzo Venezia
Rispetto poi alla valorizzazione dell’opera don Franconiere ha specificato che ai lavori di restauro è associato anche uno studio complementare, che si occuperà di pensare a una migliore collocazione dell’opera anche dal punto di vista della fruizione. Da sottolineare che il progetto "Restituzioni" prevede l’esposizione di tutte le opere restaurate a Palazzo Venezia a Roma, ulteriore occasione per valorizzare il patrimonio di Serra San Bruno. «Lo studio approfondito del reliquiario che accompagna i lavori di restauro – ha detto ancora don Franconiere – potrebbe fornirci ulteriori notizie rispetto alla sua già notevole preziosità». Nuove informazioni – puntualmente presentate alla fine dei lavori – potranno dunque emergere sia dal punto di vista religioso che storico.
Rispetto, poi, a possibili nuovi interventi che interesseranno Serra, il responsabile dei Beni culturali della diocesi ha elogiato l'ottimo stato di conservazione delle opere cittadine anche grazie alla dedizione delle congregazioni. Ma, nonostante tutto, non esclude che i futuri interventi di diocesi, banca Intesa-San Paolo e Soprintendenza non riguardino ancora nuove opere della cittadina della Certosa.
Work in progress
Il Vizzarro, attraverso la sua azione di divulgazione culturale, cercherà di raccontare in futuro i dettagli tecnici del restauro, seguendo passo passo il lavoro del restauratore Antonio Adduci sul reliquiario serrese.
il restauratore Antonio Adduci nell'atto della pulitura del reliquiario della Chiesa Matrice
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