Domenica, 08 Gennaio 2023 07:54

Ecco come (dopo un secolo) sarà restaurato il "Monumento ai caduti" di Serra

Scritto da Bruno Greco
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Il monumento ai caduti di Serra e la Chiesa Addolorata (particolare di una foto di Vitantonio Tassone) Il monumento ai caduti di Serra e la Chiesa Addolorata (particolare di una foto di Vitantonio Tassone)

La storia del "Monumento ai caduti" di Serra l’abbiamo raccontata qui per come emersa dai documenti recentemente recuperati nell’archivio comunale. Una storia lunga, durata 5 anni, fatta di missive, dispute tra artisti e soprattutto dalla grande sensibilità dei serresi nei confronti della loro amata cittadina, anche di quelli che la propria terra l’hanno dovuta lasciare per emigrare oltreoceano. Da diversi anni, ormai, i problemi strutturali dell’opera, inaugurata nel lontano 1925, erano finiti sul tavolo delle amministrazioni serresi. A presentare problemi, necessariamente da risolvere per la sicurezza pubblica e l’incolumità dei cittadini, sono sia il basamento granitico che il perno in ferro che mantiene ancorato alla pietra il “Fante vittorioso” dell’artista Aurelio Mistruzzi. Del tutto evidenti, poi, le copiose chiazze di ruggine che da anni hanno invaso la roccia sulla quale poggia il fante bronzeo e che deriverebbero proprio dall’usura del perno in ferro che mantiene la statua. 

Già dallo scorso marzo il vicesindaco Rosanna Federico, attraverso un post sui suoi profili social, aveva diffuso la notizia di un finanziamento di 42mila euro che sarebbe stato destinato proprio ai lavori di restauro del “Monumento ai caduti” di Serra. Di recente l’ufficialità dell’affido dei lavori è arrivata direttamente dal sindaco Alfredo Barillari: «Dopo tanti "proclami" finalmente il nostro bellissimo "Monumento dei caduti" sarà restaurato! Sono stati affidati i lavori di restauro e valorizzazione. Con il parere favorevole della Sovrintendenza, nel centenario dall’inizio dei lavori del monumento, il “Fante vittorioso” sarà restaurato insieme al complesso monumentale che rende omaggio al sacrificio dei soldati della Prima guerra mondiale. Sarà installato anche un cantiere didattico, grazie al quale si potrà scoprire la storia dell’opera tramite i documenti di archivio recuperati dal fango e dall’incuria in cui sono stati lasciati per anni». Inoltre, il sindaco ha aggiunto: «L’operazione di restauro del monumento dimostra l’attenzione che questa amministrazione sta rivolgendo alla valorizzazione dell’identità serrese. Così come fatto con l’apertura della biblioteca e il recupero di migliaia di documenti lasciati per anni indegnamente nel fango, anche in questo caso si passa dalle tante parole proferite in passato ai fatti del presente. Un segnale di cambiamento culturale che tengo a rivendicare con orgoglio».

IL CANTIERE DIDATTICO

Il cantiere didattico che riguarderà i lavori di restauro richiama, in un certo senso, l’opera nell’opera del monumento ai caduti di Serra, ossia la cancellata in ferro battuto realizzata dai fabbri serresi diretti dall'artista Giuseppe Maria Pisani (leggi qui). Fu proprio lui nei primi anni 50 a dirigere un grande cantiere didattico assieme a fabbri e maestranze serresi. L'occasione arrivò di seguito ai finanziamenti ministeriali recepiti dall’amministrazione guidata da Raffaele De Stefano e destinati a corsi per disoccupati. Con molta probabilità, come suggerisce il professor Domenico Pisani, figlio del compianto artista, si tratta dell’ultima collaborazione corale messa su con la cosiddetta mastrànza di la Serra. Data la sana competizione esistente tra gli artigiani/mastri serresi, difficilmente si sarebbe potuto avviare un cantiere del genere se non fosse stato per la mediazione e la lungimiranza di un artista del calibro di Giuseppe Maria Pisani. Dunque, durante i lavori saranno predisposti dei pannelli didattici con tutte le informazioni sul monumento e il suo restauro. Compatibilmente con le fasi operative, il cantiere sarà aperto alle visite soprattutto per gli studenti delle scuole serresi.  

IL RESTAURO

Il lavoro è stato affidato dall'amministrazione serrese (Rup è l'ingegnere Fabio Pisani) alla Adduci restauri. Il direttore dei lavori è l’architetto Pasquale Rachiele. Lo stesso sarà guidato dalla direzione scientifica della Soprintendenza (Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia) nelle persone del soprintendente Fabrizio Sudano e del funzionario Maria Cristina SchiavoneAntonio Adduci (titolare della Adduci restauri) si è già occupato recentemente dei lavori di restauro del busto argenteo di San Bruno custodito nella Certosa serrese (leggi qui e qui). Rispetto allo stato conservativo dell'opera lo stesso restauratore ha spiegato al Vizzarro: «Le tecniche di realizzazione del fante si configurano come "fusione a terra" di un modello che per la parte più superficiale del volume è stato realizzato in cera allo scopo di lasciare il posto al metallo fuso in fase di "getto". Il manufatto, in seguito liberato dal suo involucro, è stato sottoposto all'azione di agenti chimici, che hanno prodotto una patina di alterazione stabile, altrimenti detta "nobile". La graduale corruzione di tale protezione - ha aggiunto Adduci - da attribuire all'azione combinata di agenti atmosferici e attività biotiche, non escluse quelle di natura antropica, ha portato alla formazione di prodotti di corrosione, tipici delle leghe di rame che, in forma di colature hanno compromesso l'integrità estetica del manufatto, interessando, parzialmente, anche il basamento in granito». 
Come detto infine dal responsabile dei lavori di restauro, l'intervento commissionato alla ditta Adduci ha lo scopo principale di «porre rimedio all'azione dei prodotti di corrosione, neutralizzandoli, stabilizzandoli e mimetizzandone le tracce. Sarà verificata la stabilità strutturale del supporto e l'integrità funzionale degli ancoraggi a cui, in caso di necessità, si provvederà nell'interesse della conservazione e della pubblica incolumità». 
L'inizio dei lavori verrà preceduto da una fase di cantierizzazione e da una campagna di indagini conoscitive, allo scopo di dettagliare in maniera certa e definitiva l'iter operativo ipotizzato in fase progettuale. La durata dei lavori è stimata in 3 mesi. A ciò seguirà un collaudo tecnico e l'accertamento per approvazione dei risultati estetici concordati con la direzione scientifica del restauro. 

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