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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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SERRA SAN BRUNO - Cosa accada quando la nave comincia ad affondare è noto a tutti… specie se alla guida manca un timoniere capace di risanare le spaccature e riportare il vento in poppa. È la sorte, ovviamente riportata per metafora politica, che potrebbe capitare alla maggioranza nel consiglio comunale serrese guidata dal primo cittadino Luigi Tassone e forgiata dall’ex parlamentare Pd Bruno Censore nel ricompattato gruppo “La Serra (rinasce)”, risultato vincitore alle amministrative del giugno 2016. La fine dell’idillio tra i componenti del gruppo era già nell’aria da tempo e si era materializzata nei giorni scorsi. Insomma, l’esegesi delle “incomprensioni” attuali – che hanno portato il vice sindaco Valeria Giancotti, l’assessore Brunella Albano e il consigliere comunale Walter Lagrotteria a produrre un comunicato stampa ad “orologeria” ed annunciare l’addio al Pd a poche ore dalle Primarie di domenica scorsa – pare stia tutta nella mancata riconferma di Bruno Censore in Parlamento a seguito delle Politiche del marzo 2018. O almeno da lì si sarebbe innescato un effetto domino che si palesa oggi con la crepa che mina la stabilità dell’amministrazione Tassone.
È di oggi, poi (qui l'articolo), la replica degli amministratori che all’interno del Partito democratico hanno deciso di restare, un comunicato stampa assai esplicito con il quale i dem “superstiti” Antonio Gallè, Francesco Zaffino, Adele La Rizza, Gina Figliuzzi e Maria Rosaria Franzè hanno spiegato come dietro la spaccatura non si celino né motivi politici né tantomeno amministrativi ma, piuttosto, questioni di meri interessi e «ambizioni personali». Una reazione ovviamente orchestrata dal dominus locale del Pd che ha dunque preso forma nello stesso comunicato congiunto degli altri cinque membri della maggioranza che hanno inoltre chiesto al sindaco l’immediato azzeramento della Giunta perché, dicono loro stessi, «la costituzione di un nuovo gruppo politico all’interno della maggioranza potenzialmente capace di condizionare le scelte ed indirizzare l’attività amministrativa non risponde, a nostro avviso, all’interesse collettivo». Il particolare più saliente sembra allora che la maggioranza sia ormai completamente spaccata in due anime distinte e lontane, così lontane che per comunicare tra di loro, scambiarsi reciproci avvertimenti e ammonizioni utilizzino la stampa piuttosto che optare per il più usuale lavaggio in famiglia dei panni sporchi. Ogni comunicazione diretta tra le parti pare ormai interrotta, così come il sindaco Luigi Tassone sembra incapace di mediare tra le due anime protagoniste ormai di una dura resa dei conti inscenata nella pubblica piazza, alla luce del sole.
Un film già visto per la cittadinanza di Serra San Bruno, tanto che le ultime due amministrazioni, prima quella Lo Iacono e poi quella Rosi, anche se con dinamiche totalmente diverse, hanno conosciuto la resa e la fine anticipata dei rispettivi mandati con la sfiducia partita proprio da banchi amici delle rispettive maggioranze. Che non sia questo allora lo scenario che attende anche l’amministrazione Tassone? È tutto da vedere, ma intanto i meglio informati parlano già di alcune negoziazioni partite tra il gruppo dei dissidenti e l’opposizione. Negoziazioni che potrebbero prendere quota anche in previsione delle ormai imminenti Regionali, quando i fuoriusciti dal Pd – vista l’aria che tira – potrebbero anche guardare alle compagini di centrodestra. Un campanello d’allarme che suona dunque forte quello delle Regionali e che potrebbe incrinare presto definitivamente la tenuta dell’amministrazione Tassone. In tal senso un duro banco di prova potrebbe essere rappresentato già dall’imminente approvazione del Bilancio di previsione, documento fondamentale da licenziare entro e non oltre il prossimo aprile, pena il commissariamento e la fine anticipata della consiliatura. L’eventualità al momento sembra difficile, se non altro perché mantenere una poltrona e la rispettiva indennità può ancora apparire esigenza peculiare per tutti. Di certo c’è che, ancora una volta, i destini di una comunità, e i mille problemi da cui è afflitta, restano legati al carrierismo politico di pochi.
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