Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Risparmiateci le passerelle. Nessuno esulti. Non è una vittoria, né una conquista. È la ciliegina su una torta andata a male da ormai troppo tempo, da circa mezzo secolo. Anzi, è la ciliegina su una torta che nella sua interezza ancora neanche esiste. Si fanno sempre più “rassicuranti” le notizie che i vertici dell’Anas Calabria – passando dalla bocca di rappresentanti di ogni partito, ordine e grado – stanno diffondendo in queste ultime ore rispetto all’ormai imminente apertura al traffico veicolare del tratto della Trasversale delle Serre che conduce dal bivio Monte Cucco a località Cimbello. Miseri mille e duecento metri per un cantiere allestito nel 2013 e che adesso arriverebbe (il condizionale è d’obbligo quando si parla di Trasversale) a conclusione dopo la bellezza di 6 anni. Ma anche gli ultimi mesi non sono stati esenti da travagli e rinvii, tanto che il tratto in questione sarebbe dovuto essere consegnato già ad ottobre 2018, poi al 31 dicembre scorso, ora alla fine del febbraio appena iniziato (e si spera possa essere la volta buona).
Lo stato di avanzamento dei lavori avrebbe raggiunto ormai il 98%, ma i cantieri erano rimasti fermi a lungo, compresi nel quadro delle opere lasciate incomplete a causa del fallimento dell’impresa “Cavalleri Ottavio Spa” che aveva di conseguenza condotto alla rescissione contrattuale per gli interventi di completamento relativi al Tronco I (Lotto II e Stralcio II) e Tronco III (Lotto II).
Inutile sottolineare che, qualche chilometro più in avanti, sul tronco che dovrebbe permettere il superamento del Colle Scornari – finanziato con 14,4 milioni di euro – tutto resta imbalsamato. Un tratto, questo, per il quale il progetto preliminare è stato approvato già nel 2017 e che l’Anas stessa aveva definito «appaltabile entro il 2018» e che si inquadra all’interno del lotto Vazzano-Vallelonga che sarebbe già stato «finanziato per un importo di 128,45 milioni di euro a valere sul Fondo di sviluppo e coesione». O almeno così era stato annunciato nel dicembre 2016 dall’ex deputato Bruno Censore, senza però che fossero mai stati resi ulteriori elementi ufficiali a riguardo.
Insomma, ogni commento ci sembra ormai superfluo rispetto a questa serie infinita di cronoprogrammi e annunci mai rispettati. A questo punto, prendiamoci quello che viene, godiamoci questa ennesima briciola, questo chilometro e duecento metri di alta ingegneria che, come per magia, ci catapulterà dall’altra parte di località Monte Cucco. L’unica raccomandazione che ci sentiamo però di rivolgere alle istituzioni è che si abbia, quantomeno questa volta, rispetto per la dignità delle comunità che l’area interna delle Serre la abitano. Non infierite. Non presentatevi in pompa magna sull’inaugurando chilometro, non parlate di «conquista», di «passo in avanti». Non stazionate con espressione soddisfatta in prossimità di segnaletiche stradali nuove di zecca, non esibitevi appagati alle telecamere e ai flash dei fotografi, non fate da spalla alle leziosità a caratteri cubitali. Un chilometro di strada che viene completato e consegnato dopo sei anni è una vergogna, non un vanto. È un lutto, non una festa. Soprattutto se si pensa che si tratta di un piccolo “ingranaggio” che si inserisce in un sistema molto più ampio e molto più complesso, bramato da mezzo secolo e oltre. Soprattutto se si tratta di una strada che avrebbe dovuto vedere la luce, come in tutti i mondi normali, nel giro di massimo un decennio e che oggi invece ci condanna al ritardo cronico ed irreversibile di anni buttati tra tornanti ciechi, saliscendi estenuanti ed asfalti da campo minato. Ci condanna ad un sottosviluppo che non potremmo recuperare mai più.
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