Sabato, 31 Agosto 2024 10:44

La follia al potere

Scritto da Redazione
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Ci sono per fortuna persone che in tutta Italia stanno cercando di mettere i bastoni tra le ruote all' energia stragista, alle fonti rinnovabili insostenibili e distruttrici delle fonti della vita, agli impianti eolici e fotovoltaici divoratori di suolo, biodiversità, ecosistemi e terreni agricoli. Queste persone non sono affette dalla sindrome nimby (“non nel mio giardino”) e non agiscono per favorire i magnati del petrolio e del gas; al contrario si adoperano per evitare, nell’interesse generale dell’umanità, che sotto le insegne dell’ energia pulita pochi affaristi senza scrupoli riescano ad aggravare la crisi ecologica planetaria con la complicità di governi e politici asserviti alle loro egoistiche esigenze.

Le benemerite persone di cui si parla sono di fatto un argine allo smantellamento della Costituzione repubblicana perseguito dall’alleanza perversa tra la politica e gli affari: quest'alleanza eversiva, nemica del patto fondativo che unisce gli italiani dal dopoguerra, punta a consegnare il denaro pubblico, ottenuto attraverso il prelievo fiscale, ai gruppi economici dominanti; la Costituzione invece fa diventare scopo primario dell'ordinamento la dignità e il libero sviluppo degli individui nel loro contesto ecologico e sociale. Infatti la Carta fondativa della Repubblica prevede che gli interessi privati non possano entrare in contrasto con i criteri dell’utilità generale e del preminente interesse pubblico; pertanto i servizi pubblici essenziali, come la produzione e la distribuzione dell'energia, devono tornare in mano a istituzioni che rappresentino la collettività nazionale.

Per disgrazia e vergogna degli italiani, grazie alla tragica e anticostituzionale stagione delle privatizzazioni, il settore energetico garantisce il trionfo dei benefici privati ottenuti con soldi pubblici, e siccome nell’attuale sistema economico il rischio e il danno vengono capitalizzati, la crisi ecologica e il riscaldamento globale sono il paravento di movimenti finanziari internazionali che spingono per la realizzazione indiscriminata di impianti a scapito dei beni vitali più importanti dei territori coinvolti (disponibilità e fertilità dei suoli con le funzioni ecosistemiche che assolvono, ricchezza di grandi alberi, di foreste, di falde acquifere non inquinate e bellezza dei paesaggi), territori spesso designati come zone di sacrificio, servitù a disposizione della furia energetica imperante.

Chi si batte contro questo fenomeno sconcertante e paradossale ha la testa sulle spalle, al contrario di chi, senza cambiare di una virgola il mostruoso contesto generale, ha fatto diventare nel 2021 la produzione energetica da fonti rinnovabili prioritario interesse nazionale. Prioritario interesse collettivo sarebbe invece una riduzione dei consumi e degli sprechi energetici, e un'immediata eliminazione degli incentivi statali elargiti alle multinazionali dell’energia. Il decreto Draghi ripropone, fingendo di militare nel campo ecologista, la stessa miserabile idea di fondo che giorno per giorno sta aggravando la catastrofe ecologica in corso: le persone e la democrazia devono rimanere sottomesse all’imperscrutabile e indiscutibile “volontà dei mercati”. Non basta riempire il mondo di pannelli per affrontare i problemi creati dal perseguimento assurdo della crescita economica: anche i bisogni e i consumi energetici, in un pianeta finito, non possono aumentare all’infinito; bisogna quindi produrre energia senza violare l’ articolo 9 della Costituzione, mediante il quale la Repubblica tutela ecosistemi, biodiversità e paesaggio, per una società non più edificata sull’ obsolescenza programmata, sull’inquinamento luminoso e sullo spreco delle risorse.

È urgente ragionare, senza impantanarsi nella frenesia del green, intorno alla necessità di passare dal modello di produzione energetica centralizzata basato sui grandi impianti (di fatto la madre di tutte le dispersioni e di tutti gli sprechi) a un modello fondato sulla decentralizzazione e l’autoproduzione con scambio in rete ovunque sia possibile. Altrimenti le fonti rinnovabili supporteranno quello che stiamo già facendo: la devastazione generalizzata del mondo per i guadagni di pochissimi. Devono cambiare gli obiettivi, non basta che cambino gli strumenti.

Per questi motivi siamo solidali con il popolo sardo, impegnato a Cagliari proprio oggi, 30 agosto 2024, in una grande manifestazione contro la speculazione energetica e daremo battaglia, insieme a tutte le realtà impegnate a difendere la Costituzione e i territori, al grande impianto eolico programmato nel mare del Golfo di Squillace. La follia dei seguaci della crescita economica meriterebbe cure psichiatriche ma, visto che ha ancora in mano le sorti dell’umanità, va affrontata con una lotta politico/culturale permanente e consapevole che aspiri a fare diventare egemonici il buon senso, la giustizia sociale e la tutela dei beni comuni. Altrimenti ogni giardino della Terra, ogni lago e ogni mare saranno invasi da pannelli fotovoltaici, pale eoliche, saranno interessati dall’ estrazione di terre rare, di gas e di quel che resta del petrolio e dalla costruzione delle infrastrutture per la loro distribuzione. Tutto fa brodo per la follia, per chi deve vendere la maggiore quantità possibile di energia.

Movimento Terra e libertà - Calabria

Alice Rohrwacher, regista

Gioacchino Criaco, scrittore

Associazione Il Brigante - Serra San Bruno

Laboratorio territoriale di San Lorenzo e Condofuri

Gruppo archeologico Valle dell'Amendolea

Associazione Sentieri d'Aspromonte

Associazione culturale Banda Pilusa

Fattoria sociale Terre di Vasìa

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