Domenica, 03 Luglio 2022 10:21

Il degrado del Kursaal e la salute dei serresi. La Regione predica bene e razzola male

Scritto da Bruno Greco
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Continua ad occupare una casella del piano di alienazione della Regione Calabria l’immobile da tutti conosciuto come il Kursaal di Serra San Bruno. Una struttura risalente al 1955, in pieno centro abitato, che potrebbe far gola a molti in una cittadina come Serra famosa per la sua vocazione turistica. A risaltare c’è però un non trascurabile particolare: l’intera copertura della struttura è fatta in eternit, forse il principale ostacolo che frena le offerte di potenziali acquirenti. Nonostante la vasta area di materiale cancerogeno (bandito oramai nel lontano 1992) la descrizione dell’immobile fatta da Regione Calabria recita: «Sito nel comune di Serra San Bruno, in prossimità della principale arteria cittadina […] ricade in Z.T.O. di tipo “A” (“zona di particolare pregio ambientale”)». Segue poi la descrizione dei materiali senza mai fare riferimento alla copertura in eternit, nonostante sia presente la foto che ne ostenta il vestito proibito. Dunque, la Regione mette in vendita da anni una struttura con superficie di 534 mq, interamente ricoperta da eternit, ma nella descrizione non cita il materiale cancerogeno. In più, la suddetta struttura si trova in prossimità della principale arteria cittadina, in “zona di particolare pregio ambientale”. Premesso che non dovrebbe trovarsi in nessun posto (a maggior ragione se di proprietà di un ente pubblico) risulta alquanto paradossale che una struttura del genere sia ancora interamente ricoperta d’eternit in quella che viene definita “zona di particolare pregio ambientale”. Un po’ come derogare all’apertura di una discarica di rifiuti pericolosi in pieno Parco delle Serre. Ad ogni modo, alla pubblicazione dell’ultimo piano risalente al 2018, essendo allora in atto la perizia di stima redatta da tecnici regionali e il parere di congruità dell’Agenzia del territorio, non è stato diffuso il prezzo che dovrebbe superare di molto i 300mila euro, dato che nel 2015 il valore (come scritto qui) ammontava a 302mila.

Le contraddizioni della Regione

Per comprendere fino in fondo se la struttura possa essere acquistata da qualcuno in un futuro non troppo lontano abbiamo chiesto un parere all’ingegnere Gessica Garcea, titolare della “Serre Eternit”. Stando alle parole dell’esperta, oltre al valore dato alla struttura un potenziale acquirente dovrebbe mettere in conto «ulteriori 100mila euro di spesa tra operazioni di bonifica, ossia rimozione e smaltimento dell’eternit, e rifacimento a regola d’arte di una nuova copertura», naturalmente senza contare gli interventi interni non visibili dall’esterno. Una cifra esorbitante da investire in una struttura del genere. Se, invece, ad avviare per tempo le operazioni di bonifica fosse stata la stessa Regione, proprietaria dell’immobile, probabilmente ad oggi la struttura sarebbe già stata venduta e in funzione piuttosto che essere ridotta a un rudere. «A differenza dei privati – ha evidenziato Garcea – la presenza di eternit sulle strutture pubbliche andrebbe rimossa indipendentemente dallo stato dei luoghi». A maggior ragione l’eternit dell’ex Kursaal che, in stato di abbandono da anni, presenta nondimeno un pericoloso deterioramento. Vigerebbe dunque l’obbligo di intervenire con la bonifica data anche la vastità dell’area.

La normativa più attuale per eliminare del tutto l’eternit ancora esistente fa riferimento alla direttiva 2009/148/CE del Parlamento europeo che si è espresso sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con l’esposizione all’amianto. Il Senato italiano, da parte sua, ha stabilito il termine entro il quale devono essere bonificati dall’amianto i luoghi di lavoro e i locali pubblici. Secondo il Ddl 778 l’intervento di bonifica dovrebbe essere fatto, a prescindere dalla concentrazione in sospensione delle fibre e dal periodo di esposizione, entro il primo gennaio 2024. 

La legge 27 marzo 1992, n. 257 non aveva previsto l’obbligo di bonifica ma adesso le direttive europee portano verso la completa eliminazione dell’esistente. Nonostante la mancata previsione dell’obbligo di bonifica, un ente pubblico quale è la Regione Calabria avrebbe dovuto provvedere a un immediato intervento per la rimozione del materiale pericoloso ma a distanza di 30 anni dalla legge 257/1992 l’eternit è ancora là e in condizioni di estrema pericolosità. Come specificato dall’ingegnere Gessica Garcea, in materia di bonifica la Regione Calabria ha adottato il PRAC (Piano regionale amianto per la Calabria). Restando dunque in tema di paradossi istituzionali, il PRAC, risalente al 2016, è stato stilato per la protezione dell’ambiente, decontaminazione, smaltimento e bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto.

Oltre a mappatura e telerilevamento è previsto: «A seguito dell’esecuzione della valutazione del rischio di esposizione, l’Asp e l’Arpacal procederanno a dare comunicazione al sindaco (quale Autorità Sanitaria Locale) del territorio in cui insiste la copertura in cemento-amianto, che procederà all’emissione dei provvedimenti di sanità pubblica. Qualora la stima del rischio di esposizione determini un valore per il quale non sia previsto un intervento di rimozione urgente, il proprietario dell’immobile e/o il responsabile dell’attività che vi si svolge, ai sensi del D.M. 6 settembre 1994, dovrà comunque porre in essere le azioni che di seguito si riportano: designare una figura responsabile con compiti di controllo; tenere un’idonea documentazione; garantire il rispetto di efficaci misure di sicurezza» e altre prescrizioni. A questo punto nasce spontanea la domanda se le prescrizioni previste dal PRAC siano state osservate dalla stessa Regione che le ha stilate in quanto proprietaria della struttura del vecchio Kursaal. Esiste o meno un indice di degrado per come previsto dalla seguente tabella del Piano?

Gli esposti della cittadinanza

Evidenziando ancora la pericolosità della struttura, non sono mancate in passato manifestazioni per sollecitare gli interventi di rimozione o gli esposti inviati direttamente anche dai residenti. Tra gli ultimi registriamo quello di un residente nei pressi del vecchio Kursaal, indirizzato al presidente Roberto Occhiuto e per conoscenza al sindaco di Serra, al direttore dell’Arpacal, al Comando dei vigili del fuoco di Vibo, al presidente dell’Ispra e all’Asp di Vibo.

«La sottoscritta (omettiamo il nome, ndr) – si legge nell’esposto – porta a conoscenza della S.V. le condizioni di un immobile, di proprietà della Regione Calabria, denominato "Kursaal". La grande struttura ormai fatiscente versa in uno stato indecoroso: è sita a ridosso del centro storico di uno dei borghi più belli della Calabria […]. L'immobile costruito nei primi anni Cinquanta del XX secolo, è coperto da centinaia di metri quadrati di lastre di eternit che inevitabilmente nel tempo si sono deteriorate. Inoltre un albero di abete che ricade nel terreno che circonda lo stesso immobile protende pericolosamente i suoi rami sul tetto. La sottoscritta, madre di due figli minori, preoccupata per i rischi che potrebbe comportare il crollo del tetto dell'immobile a causa degli agenti atmosferici relativi alla montagna, chiede alla S.V. la messa in sicurezza del tetto dell'edificio di proprietà della Regione Calabria, a tutela della salute sua e dei suoi familiari ma anche di tutti i residenti della zona, esposti al pericolo delle fibre di amianto […]. I danni di un potenziale crollo sarebbero inoltre incalcolabili per l'ambiente di un territorio che fa parte del Parco naturale regionale delle Serre e merita di essere tutelato». In una seconda lettera, la stessa persona ha segnalato la sfaldatura dell’eternit e la presenza di muschi, allegando una scheda identificativa che documenta lo stato del tetto con richiesta di sollecito intervento. Nei pressi del Kursaal, a breve sorgerà anche una “Casa d’artista” dedicata al compianto Giuseppe Maria Pisani, voluta dalla sua stessa famiglia. La stessa famiglia Pisani, attraverso la voce del professor Domenico (figlio di Giuseppe Maria), da diverso tempo ormai sta alzando la voce per sollecitare un intervento che porti alla rimozione dell’eternit dal vecchio Kursaal. La speranza è che chi dovrebbe preservare la salute pubblica non continui a fare orecchie da mercante.  

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