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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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Una scossa di terremoto di magnitudo 2.9 della scala Richter è stata registrata, alle 7.45 di stamane, dalla Rete sismica dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia al largo del mar Tirreno. Il sisma è stato localizzato ad una profondità di circa 103 km.
Una scossa di terremoto di magnitudo 2.1 è stata registrata dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia intorno alle 14.30 di oggi nell'area delle Serre vibonesi.Al momento non si segnalano danni a persone o cose.
Già nei giorni scorsi, comunque, si sono verificati episodi analoghi, con epicentro nella costa calabra occidentale.
Due scosse di terremoto si sono registrate nella notte a largo della costa vibonese. La prima, di magnitudo 3.2, si è verificata a circa 97 chilometri di profondità; mentre la seconda - di magnitudo 2.1 - è avvenuta alle prime luci dell'alba, poco dopo le 6.30, sempre sulla costa calabra occidentale, a 118 chilometri di profondità.
Una scossa di terremoto di magnitudo 3.1 della scala Richter è stato registrato intorno alle 6 di stamane dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nel distretto della costa calabra occidentale, al largo del mar Tirreno tra Vibo Valentia e Reggio Calabria. Il terremoto è avvenuto ad una profondità di circa 160 km.
Come si ricordava nell’articolo riguardo la nascita di località Spinetto a Serra San Bruno (vedi correlato a piè di pagina), sul territorio comunale esistono due chiese omonime dedicate alla Madonna dell’Assunta, della quale oggi si tengono i solenni festeggiamenti. Oltre alla “divisione” della popolazione, che si venne a creare di conseguenza al terremoto del 1783, per molti anni, spinittari e teravicchiari (rispettivamente abitanti del nuovo e del vecchio nucleo urbano), il 15 di agosto hanno festeggiato separatamente la festa dell’Assunta con due differenti programmi religiosi e civili, entrambi presieduti dalle omonime congregazioni.
Come racconta Domenico Pisani nel capitolo “L’arte” della pubblicazione “Serra San Bruno e la Certosa” – curata a sei mani con Salvatore Luciani e col professor Tonino Ceravolo – «l’opera che più ha fatto parlare di sé è la bella statua lignea della Madonna dell’Assunta (XVIII sec.), conservata nella chiesa (antica ndr)».
La stessa, quasi sicuramente opera dell’artista serrese Antonio Scrivo, è stata fatta su modello della meravigliosa Assunta di manifattura napoletana (XVII sec.), che si trova nell’omonima chiesa di Spinetto, trasferita in quella dopo il terremoto del 1783, e che la comunità ivi sorta non volle ridare alla popolazione di Terravecchia.
Dunque, una volta che l’antica chiesa dell’Assunta – conosciuta anche come chiesa di San Giovanni o della “panella”, per il fatto che i certosini vi distribuivano il pane per i poveri – riprese il normale esercizio delle funzioni, venne commissionata una nuova statua della Madonna sul modello dell’antica.
«Quando si pensò di restaurare la vecchia chiesa – scrive ancora Pisani – […] gli abitanti di Terravecchia ordinarono una copia perfetta a uno sconosciuto scultore serrese, forse Antonio Scrivo». In realtà, la Madonna realizzata da Scrivo per la chiesa dell’Assunta di Terravecchia, sarebbe la seconda copia fatta su modello dell’antica. «Probabilmente – sostiene Domenico Pisani – per l’esecuzione della nuova statua fu indetto un concorso. Ciò spiegherebbe l’esistenza di una terza scultura, opera di Vincenzo Zaffino (artista serrese ndr) […] conservata nel museo diocesano di Rossano, dove fu portata dall’arcivescovo Bruno Maria Tedeschi».
Forse la statua di Zaffino ai serresi non piacque. Ragion per cui venne di seguito commissionata a Scrivo. La leggenda racconta che, dopo che Vincenzo Zaffino ebbe realizzato la sua copia dell’Assunta, la figlia di lui nacque con un accentuato strabismo, percepibile anche sulla statua Madonna che egli aveva realizzato. «Fu così che per voto – dice ancora Pisani – eseguì la statua di Santa Lucia, oggi conservata nella chiesa dell’Addolorata di Serra». Secondo la tradizione orale, la figlia di Zaffino ottenne così il miracolo della guarigione.
-Serra, le chiese dell’Assunta e le origini del 'conflitto' tra Spinetto e Terravecchia
La terra trema ancora al largo della costa Vibonese. I sismografi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno registrato, questa mattina alle ore 7.54, una fortissima scossa di terremoto di magnitudo 4.3, una delle più violente registrate in Italia negli ultimi sei mesi.
L'epicentro è stato localizzato nel distretto sismico della costa occidentale della Calabria, tra il golfo di Sant'Eufemia e quello di Gioia Tauro. Il sisma si è dunque verificato ad una profondità di 171 chilometri, in aperto mar Tirreno, all’altezza della costa adiacente a Ricadi e Tropea.
La scossa è stata chiaramente avvertita dalle popolazioni dei due agglomerati urbani vibonesi. La profondità dell'ipocentro ha evitato conseguenze. Infatti, al momento, non si registrano danni a cose o a persone.
GONZAGA (MANTOVA) - Esattamente due anni fa e, per l'esattezza, il 20 maggio 2012, una forte scossa di terremoto colpì la bassa Lombardia, nell'area intorno alla provincia di Mantova, causando anche danni ingenti. Tra i comuni più colpiti c'era anche quello di Gonzaga, dove il monumento ai caduti è andato praticamente distrutto. A due anni di distanza, un serrese residente nella zona, Giuseppe Musolino, ha provveduto a riparare i danni causati dal terremoto ed alla ricostruzione del monumento. Tutto a titolo gratuito. E lo scorso 4 maggio, in occasione del raduno dei Bersaglieri per l'anniversario del 20° anno dalla fondazione della sede locale, si è tenuta una cerimonia pubblica, durante la quale è stato, appunto, inaugurato il nuovo monumento ai caduti. Nel corso dell'iniziativa - alla quale hanno preso parte, oltre allo stesso Musolino e ad Umberto Ariganello, altro serrese trapiantato in Lombardia, anche numerose autorità civili e militari - è stata scoperta una targa in memoria del Caporale Bersagliere Giuseppe Musolino, serrese ma nato a Mongiana nel 1912 e nonno del più giovane titolare di una ditta edile che si è prestato per ricostruire gratuitamente il monumento.
Dopo l'alzabandiera e l'inno nazionale, si è proceduto allo scoprimento della targa dedicata al bersagliere serrese, morto nel corso della Seconda guerra mondiale.
Un gesto di generosità e sensibilità, dunque, di cui si è reso autore un figlio della nostra terra, in memoria degli eroi del passato.
L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato questa notte, attorno alle ore 3.30, un sisma di magnitudo 2.6. Il terremoto ha interessato il distretto sismico della costa calabrase occidentale, antistante alla riviera del basso tirreno Vibonese e di quello Reggino.
Già, nella giornata di ieri, una precedente scossa era stata avvertita in prossimità della stessa area sismica nella zona di Capo Vaticano - sempre in provincia di Vibo Valentia - dove si è registrato un terremoto di magnitudo 2. In entrambi i casi non si sono riscontrati danni a cose o persone.
A Soriano Calabro la terra tremò paurosamente alle ore 20.00 di quel tragico 7 febbraio 1783, quando una forte scossa di terremoto - con un’intensità pari all’undicesimo grado della scala Mercalli - mise letteralmente in ginocchio tutto il comprensorio. Una tragedia comunque annunciata visto che nell’arco delle 48 ore precedenti si era registrato uno sciame sismico di, addirittura, 949 scosse che aveva irrimediabilmente distrutto gran parte dei territori della nostra regione e della Sicilia, mietendo oltre 50mila vittime.
Per ricordare quei tragici giorni, a partire dalle 17.00 di ieri fino al prossimo 2 aprile, proprio a Soriano, nei locali della “Galleria Corrado Alvaro”, la Biblioteca Calabrese ha organizzato una mostra artistico-documentaria denominata “La fine del mondo. Terremoto, ferro e fuoco a Soriano nella Calabria Ultra seconda del 1783”, nell’ambito della quale, si racconteranno proprio le tristi vicende del terremoto del 1783 attraverso l’esposizione di rari documenti storici, stampe, incisioni e “puntesecche” risalenti ai secoli XXVIII e XIX.
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