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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
“È una situazione inaccettabile che non siamo più disposti ad tollerare”. È un fiume in piena il vicesindaco di Dasà, Raffaele Scaturchio, nel condannare senza mezzi termini la situazione di degrado ed abbandono in cui versano le arterie della nostra provincia ed, in particolar modo, la Marepotamo-Dasà e quella che conduce dal piccolo centro del Vibonese a Serra San Bruno. “Il neo commissario della Provincia di Vibo, Lucia Iannuzzi – prosegue Scaturchio – ha il dovere di dare le risposte che i cittadini attendono da anni perchè, ormai, il nostro territorio è abbandonato da tutti”. La denuncia del delegato all'Ambiente del Comune di Dasà arriva dopo che, nel mese di maggio, i sindaci del comprensorio avevano incontrato l'ex commissario della Provincia, Mario Ciclosi, il quale aveva garantito che, quanto prima, l'Ente sarebbe intervenuto per risolvere la situazione, stilando altresì una graduatoria d'intervento dei comuni del comprensorio. Impegno, questo, che sembra essere venuto meno non appena Ciclosi ha rassegnato le dimissioni: la Provincia, infatti, sembra essere intenzionata a dare priorità ai comuni costieri. “Non siamo un territorio di serie B – tuona Scaturchio – e inviterei il commissario Iannuzzi a recarsi di persona per rendersi conto della situazione delle strade ed in quali condizioni i nostri cittadini sono costretti a vivere”. Quello della scarsa manutenzione del manto stradale, però, non è il solo problema sollevato dall'amministratore del Comune di Dasà: “I segnali sono scarsi ed, in alcuni punti, sono addirittura assenti, per via delle erbacce. Non c'è illuminazione ed in alcune zone non sono segnati neppure i pericoli. Capisco – chiosa Scaturchio – che non si hanno fondi, ma quantomeno garantire gli interventi promessi dal commissario Ciclosi”.
È stata convocata per la tarda mattinata di domani presso la sala del Consiglio provinciale, alle ore 12, la conferenza dei sindaci del Vibonese, per discutere sulla manutenzione straordinaria delle strade e sull'elaborazione del protocollo d'intesa inerente le specifiche modalità di intervento.
Sempre domani, al fine di verificare la possibilità di concordare il programma relativo alla modalità di intervento ed applicazione del redigendo Regolamento provinciale in materia di difesa del suolo, il commissario straordinario della Provincia di Vibo Valentia, Mario Ciclosi, ha organizzato la conferenza dei servizi alla quale, oltre ai sindaci del territorio, sono stati invitati anche i responsabili del Corpo forestale dello Stato, dell’Afor, dell’Autorità di bacino regionale, del Consorzio di bonifica Marepotamo, nonché tutte le associazioni agricole di categoria.
Il Tribunale del Riesame di Vibo Valentia ha accolto l'istanza presentata dal primo cittadino di Serra, Bruno Rosi, revocando dunque il decreto di sequestro e convalida dell'isola ecologica, sita in località “Leonà” sulla statale 110 in direzione Mongiana.
A seguito di questo provvedimento, dunque, il centro di conferimento dei rifiuti torna nella piena disponibilità del Comune. Il sequestro era stato causato dalla cattiva gestione della struttura, inizialmente nata – su un'area prima destinata ad un parco giochi – come isola ecologica ma ben presto trasformata in un'autentica discarica a cielo aperto.
A causa, inoltre, del sequestro dell'area, per giorni il popoloso centro montano ha dovuto fare i conti con strade colme di spazzatura di ogni genere. I cittadini, a questo punto, sperano che si sia fatto un ulteriore passo in avanti verso la risoluzione del problema, ma certamente permangono dubbi e perplessità sulle modalità di gestione e sulla sicurezza del sito.
Sembra sia fortunatamente destinato a rientrare l’allarme rifiuti scattato durante la scorsa settimana a Serra San Bruno. L’emergenza era stata dettata dal proliferare di cumuli di spazzatura che - a pochi giorni dal sequestro operato a danno dell’isola ecologica comunale - avevano ormai dominato larga parte delle vie del centro urbano. Il provvedimento - che di fatto aveva posto sotto sequestro la struttura, adibita dal 2007 al conferimento dei rifiuti solidi urbani - era stato operato dagli uomini del Noe di Reggio Calabria e da quelli della locale Stazione dei Carabinieri. Un sequestro che comunque è da considerarsi a tutt’oggi valido, anche se, allo stesso tempo, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vibo, ha concesso in via straordinaria e temporanea l’utilizzo dell’impianto.
Per la serie “a volte ritornano”, il “Forcone delle Serre” non si da per vinto e riscende in piazza, o meglio in strada. Domenico Gallè, 42enne residente a Serra San Bruno, già noto per la singolare protesta “anticasta” inscenata nel dicembre scorso - quando rimase per due giorni consecutivi ai piedi del palazzo municipale di Serra San Bruno con un voluminoso cartello legato al collo - torna adesso, ancora una volta, a rendersi autore di un gesto eloquente, utile a palesare tutto il suo sdegno verso l’operato dell’amministrazione guidata dal primo cittadino Bruno Rosi. La stessa amministrazione che, direttamente dai palchi della scorsa campagna elettorale, fra le altre cose, aveva anche lanciato la promessa di provvedere alla bitumazione di tutte le strade serresi entro e non oltre i primi 100 giorni dalla data delle elezioni. Promessa, per un motivo o per l’altro, chiaramente non mantenuta.
E così, verso le 12.00 di oggi, ci ha pensato “l’abituè della protesta” Domenico Gallè a riscaldare gli animi della altrimenti dormiente cittadina della Certosa e a mantenere vivo un malcontento reclamato ormai da più parti contro i rappresentanti politici serresi. Gallè, ancora una volta, cimentandosi in una manifestazione solitaria, è passato dalle parole ai fatti, presentandosi in una delle più importanti arterie della viabilità cittadina armato di carriola, cazzuola e di un sacco di catrame. Inginocchiatosi, quindi, sul manto stradale ha provveduto a riparare una buca creatasi su via Alcide De Gasperi, strada che costeggia il cuore del centro storico. Alla sua destra un grosso cartello bianco con l’eloquente messaggio “viva la politica del fare” attraverso cui Gallè oltre a esortare la cittadinanza a non farsi più prendere per i fondelli si è anche guadagnato la visibilità dei media locali.
La forte ondata di maltempo che ha interessato la Calabria, per tutto il corso del weekend, ha provocato gravi “ferite” anche a tutto il territorio delle Serre. Il comune che, per il momento, pare abbia registrato i problemi maggiori è quello di Arena, dove la pioggia caduta incessantemente da oltre due giorni, ha provocato questa mattina lo smottamento di una frana. Il preoccupante cedimento pare sia stato determinato dal crollo di un muro di contenimento posto ad argine della montagna, proprio nei primi metri del centro abitato dell’entroterra Vibonese. Il crollo – secondo quanto ci è stato riferito – ha causato l’interruzione della circolazione stradale sia in uscita che in entrata dal territorio comunale, proprio perché la frana è andata ad interessare una delle strade di accesso al paese. I detriti si sono quindi riversati sulla carreggiata, anche se – fortunatamente - al momento della frana, non vi erano veicoli o pedoni in percorrenza del tratto stradale. Di conseguenza non dovrebbero essersi registrati danni a persone. L’aspetto potenzialmente più drammatico è che lo smottamento rischia di interessare la Chiesa medievale della Madonna Addolorata e diverse altre abitazioni del centro abitato. Ecco di seguito le foto che ci sono state inviate da una nostra lettrice.
I numeri e la qualità della partecipazione alla giornata di mobilitazione del 19 ottobre mostrano, senza ombra di dubbio, che le strategie di panico messe in atto dai mass media nei giorni precedenti non hanno funzionato. Il messaggio del terrore non ha tenuto la gente a casa. “Roma blindata, zona rossa per i cortei della paura”; “I black block invadono Roma”. Questo è quanto si leggeva su alcune prime pagine di giornali nazionali. Un giorno prima addirittura l'arresto di 5 “professionisti del terrore”. In realtà le strade di Roma sono state invase da un multiculturalismo mai visto prima. C'erano anche tanti cittadini di etnia rom, con tanto di famiglia al seguito.
Prima, nel mese di Novembre, è stata la volta del sindaco di Fabrizia Antonio Minniti, il quale ha minacciato, addirittura, una protesta pubblica di tutti i comuni della zona. Esagerato! Successivamente anche il consigliere regionale on. Nazzareno Salerno ha fatto un appello sui giornali chiedendo il ripristino della rete stradale. In entrambi i casi la richiesta è stata disattesa. Ora si son messe in corsa le corrispondenti dei giornali locali Maria Grazia Franzè su Il Quotidiano della Calabria e Francesca Onda su La Gazzetta del Sud.
FABRIZIA - Le occasioni di parlare delle disfunzioni perenni sul territorio del vibonese, con particolare affondo su quello serrese, non mancano di certo. L’eterno dramma dell’acqua, la cui potabilità è irrimediabilmente messa in discussione da fatti precisi e puntuali, resi evidenti non solo tramite le numerose ed annose proteste popolari, ma anche da puntuali e precisi rilievi specialistici e non solo. La perenne protesta senza successo per il degrado delle strade provinciali e comunali. La recente rimostranza che Fabrizia ha espresso con la lettera del movimento "Crescere Insieme" al commissario prefettizio Ciclosi ed al Prefetto della provincia di Vibo, rappresenta un’altra presa d’atto dell’abbandono del territorio, così evidente che per definirlo non bastano le espressioni civili ed ortodosse. È diventata quasi una mania, per di più utopica, stare a meditare e discettare in merito allo storico disinteresse per questa estremità di provincia
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