mini lago_Alaco_sponda_sud-ovestBuongiorno. Chissà se qualcuno finalmente si sveglierà. Quello di oggi è un buongiorno al veleno, in verità, per centinaia di migliaia di calabresi, ma è pur sempre un buon giorno se servirà a far capire che le denunce solitarie degli attivisti pro acqua pubblica non erano frutto di “inutili allarmismi” né di visioni catastrofiche alimentate da manie di protagonismo. L’acqua dell’Alaco è avvelenata. La non notizia è arrivata ieri, poco prima delle 16, in decine di comuni collegati al lago di gomma che infanga le pianure della Lacina. Alcuni sindaci magari avranno pure strabuzzato gli occhi una volta letto il fax inviato dalle autorità sanitarie. Immaginate, ad esempio, il candido stupore di un Bruno Rosi o di un Nicola D’Agostino. Per questi sindaci un po’ naif è stato molto semplice, fino a ieri, dire che quell’acqua era potabile. Non avevano alcun peso sulla coscienza. Placidi e mansueti, all’apparenza bonari, proprio come il pantano da cui ci hanno fatto abbeverare per anni. Si fidavano di analisi incomplete, ridicole, mica potevano credere al grido d’allarme di quei quattro scalmanati.

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SERRA SAN BRUNO - Tutto come previsto. Almeno per qualcuno. Non per altri, che in questi anni tutto hanno fatto, tranne che avviare un procedimento che prevedesse il distacco dalla Sorical e, dunque, dall' invaso dell' Alaco. I componenti del Comitato civico Pro - Serre, dunque, avevano visto giusto. Hanno condotto una battaglia in solitudine, contro chi - dall' esterno - si limitava ad un eloquente ''Sono soltanto degli allarmisti!''. Alla faccia degli allarmisti.. 

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SORIANELLO - La Guardia di Finanza di Vibo Valentia, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo di Provincia nella persona del sostituto procuratore Santi Cutroneo, ha notificato tre avvisi di garanzia, nei confronti di un funzionario dell'amministrazione comunale, del direttore dei lavori e delle imprese costruttrici, riguardanti la mancata realizzazione del centro commerciale polivalente di Sorianello. I reati contestati, a vario titolo, sono frode in forniture, abuso d'ufficio e falso ideologico. Secondo quanto risultato dalle indagini, l' appalto ammontava a circa  200mila euro ed all’esito delle quali è stata accertata una frode pubblica posta in essere da un appartenente all’amministrazione comunale, in concorso con il legale rappresentante dell’impresa esecutrice dell’opera ed al direttore dei lavori, consistente nell’aver 'documentato formalmente' la realizzazione dell’opera, al fine di giustificare contabilmente i costi, falsamente sostenuti, dell’importante infrastruttura pubblica. Gli indagati, secondo l'accusa, avrebbero anche tentato di ottenere l'approvazione di ulteriori stanziamenti per eseguire varianti non necessarie al progetto
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mini rubinettoRiceviamo e pubblichiamo:

Un disastro senza fine! Per riparare i danni, compiuti dall’amministrazione comunale più inadeguata che la storia di Serra ricordi, non basterà un intero lustro. L’elenco dei guasti è lungo, forse interminabile. Si potrebbe cominciare con la responsabilità di aver fatto arrivare, per la prima volta nella millenaria storia cittadina, una commissione di accesso agli atti, per finire all’aver avallato, con l’indifferenza ed il complice silenzio, la sostanziale chiusura dell’ospedale. A ciò si aggiunga, la mancata soluzione del problema connesso con la potabilità dell’acqua. Una vera e propria emergenza, in cui l’amministrazione comunale ha palesato tutti i suoi limiti. Prova ne è la vergogna derivante dall’ordinanza n. 28, con la quale è stata disposto: il divieto “all’uso dell’acqua potabile” per i cittadini serviti dal serbatoio “di acqua denominato “Guido””, la chiusura delle fontane pubbliche “ubicate in località Santa Maria ed in piazza Monsignor Barillari”, nonché l’apposizione di cartelli indicanti la non potabilità dell’acqua alle fontane ubicate nelle località “Scorciatina” e “Guido”. Un provvedimento  analogo ad altri, se non fosse, per un dettaglio tutt’altro che irrilevante. L’ordinanza in questione è stata emanata il 3 ottobre 2012 e non è mai stata ritirata. In altri termini, da oltre tre mesi, i cittadini, le cui case sono approvvigionate tramite il serbatoio di località “Guido”, sono privi di acqua potabile. Viene quindi da chiedersi, come sia possibile che un’ordinanza di non potabilità possa durare così tanto, senza che nessuno intervenga. Chi dovrebbe chiarire la situazione tace. Nelle quindici settimane intercorse dalla pubblicazione dell’ordinanza, il sindaco e la sua maggioranza, non hanno mai sentito l’esigenza d’informare i cittadini, di chiarire cosa stia succedendo, di fare luce sui colpevoli ritardi nella soluzione del problema. Non è più possibile andare avanti così, i cittadini, sempre più inermi, non possono essere trattati alla stregua di sudditi di una repubblica delle banane. In una situazione del genere, in molti si chiedono, con quale coraggio si possa imporre ai serresi di pagare il servizio idrico in cambio acqua putrida. Tocca fare chiarezza,  non è più possibile, infatti, che i cittadini inizino le loro giornate con il dilemma se l’acqua sia potabile o meno. Non è possibile che le persone anziane siano costrette a consumare acqua non potabile perché non hanno la possibilità di acquistare o semplicemente trasportare dal supermercato a casa acqua minerale. E’ indecoroso, che i cittadini non conoscano le cause e le conseguenze per la salute, degli agenti inquinanti che rendono, sistematicamente, l’acqua non potabile. Nonostante lo scorso 6 agosto, chi scrive, abbia presentato un’interrogazione per ricevere ragguagli sulla situazione generale dell’acqua, allo stato non  è pervenuta nessuna risposta. Forse, troppo intenti a disputarsi uno scranno da assessore sul quale dormire all’ombra di uno stipendio pagato dai serresi, la maggioranza non ha il tempo per occuparsi dei problemi dei cittadini. Qualora non fosse  la lotta per “l’investitura” ad impedire alla maggioranza di trovare il tempo necessario per risolvere il problema dell’acqua, potrebbe esserci dell’altro. Forse, il sindaco e la sua giunta, supportati dai consiglieri, stanno vagando nella foresta alla ricerca dei boscaioli mandati a cercare le sorgenti (così come promesso dal sindaco in campagna elettorale) necessarie a staccare Serra da Sorical, forse non riescono a completare il conteggio di quel milione di euro derivante dalla rinegoziazione dei mutui (così come asserito dal sindaco nella trasmissione del maggio 2012 a telejonio) con il quale risolvere definitivamente il problema, forse stanno cercando un porta valori per trasportare i trecentomila euro di fondi regionali ( di cui il sindaco,  a settembre, aveva assicurato l’imminente arrivo, salvo non prevederli in bilancio) da impiegare per ripulire i serbatoi. In attesa di assistere all’ennesima promessa da marinaio, condannati vivere una situazione da commedia dell’assurdo, i serresi, come il grande De Filippo, pensano che “ha da passà a nuttata”. Speriamo passi presto.  

Mirko Tassone

Consigliere comunale “Al lavoro per il Cambiamento”

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SERRA SAN BRUNO - Critiche all' amministrazione comunale guidata dal sindaco Bruno Rosi. Ma non solo. Nel pomeriggio di ieri, i rappresentanti del gruppo 'Al lavoro per il cambiamento' hanno organizzato un incontro con la stampa durante il quale si è cercato anche di elaborare un primo bilancio dell'attività politica di questi mesi. 'Abbiamo lavorato tra mille difficoltà – ha affermato il consigliere comunale, Mirko Tassone – avendo come obiettivo quello di fare politica a livello locale, rilanciando una vera alternativa rispetto a quanto visto finora. Dall’amministrazione non c’è stata alcuna risposta sui molti problemi della cittadina'. Secondo Tassone, inoltre, 'non sono stati nemmeno capaci di fare la tradizionale illuminazione natalizia, non hanno risolto il problema dell’acqua potabile e quello relativo alla Sorical, al cimitero è stato compiuto un intervento abusivo a fronte di una spesa dissennata e ancora non siamo riusciti a capire l’utilità dell’estensione dei vigili estivi fino quasi a dicembre, se non per dare contentini e creare una piccola parentopoli'. Michele Grenci, coordinatore del gruppo, ha chiesto a gran voce le 'dimissioni del sindaco e degli amministratori' per 'manifesta incapacità', che, tra le altre cose, 'ci ha portati ad una commissione di accesso agli atti per presunte infiltrazioni mafiose'. Raffaele Masciari, invece, ha avvertito il bisogno di 'dare al territorio la possibilità di potersi riscattare, facendo una politica incentrata sulla legalità e nell’interesse sociale. Con chi condivide questi punti possiamo aprire un dialogo costruttivo per costruire un’alternativa. Non chiudiamo le porte a nessuno ma dialogheremo solo con chi vuole il rilancio del territorio'. L' 'incompetenza dell' amministrazione' è stata evidenziata anche da Anacleto Federico, il quale si è soffermato sul problema della mancanza di riscaldamenti presso la scuola elementare 'Nazzareno Carchidi'. Angelo Vavalà, invece, ha parlato di situazione 'tragica', aggiungendo che, però, 'con il nostro movimento vogliamo scuotere le coscienze del popolo diventato ormai passivo'.
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Giovedì, 27 Dicembre 2012 13:19

Rosy per sempre

mini Rosy-BindiC’è un nome “nuovo” per le speranze della martoriata Calabria. Anzi un nome grosso. Nientepopodimeno che il presidente dell’assemblea nazionale del Pd in persona. Adesso è ufficiale: Rosy Bindi concorrerà a Reggio alle primarie del prossimo 29 dicembre. E’ stato Alfredo D'Attorre, commissario regionale del partito, a renderne nota la candidatura: “Il suo impegno rafforzerà il lavoro di ricostruzione del meridione che il Pd calabrese sta portando avanti”. Per inciso la Bindi è nata in provincia di Siena, ed ha trascorso tutti i suoi 61anni dividendosi fra la stessa Toscana, il Veneto (dove è stata coordinatrice regionale del Ppi) e Roma (ministro e deputato per 17anni). Quindi non proprio nel meridione e soprattutto non proprio in Calabria. Allora non si capisce come possa la Bindi rappresentare al meglio la nostra regione.

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mini sorical_2Dopo l’ordinanza di non potabilità, in vigore ormai da più di un mese a Simbario, il calvario dell’acqua Sorical nei paesi delle Serre Calabre prosegue. Questa volta è il turno di Fabrizia dove il 30 novembre scorso il sindaco Antonio Minniti ha emesso, sulla base della nota prot. 1013 I.P. del Dipartimento Prevenzione dell’Asp di Vibo Valentia, un’ordinanza di non potabilità in cui si segnala “che a seguito di analisi batteriologiche effettuate sul campione di acqua prelevato presso l’entrata Sorical, i parametri non rientrano nei limiti previsti dal Dlgs. 31/2001”. Di conseguenza si dispone, “in attesa dell’esito di nuovi prelievi, il divieto per l’utilizzo per scopi potabili dell’acqua proveniente dal serbatoio comunale”. La stessa ordinanza in cui il sindaco informa la cittadinanza dell’avvio “di tutte le indagini necessarie ad individuare le cause che hanno determinato la non potabilità dell’acqua”, è stata trasmessa al Custode giudiziario Ingegner Marco Merante, a cui al momento è affidata la gestione dell’impianto di potabilizzazione dell’Alaco, alla stessa Sorical, all’Asp, al Comando di Polizia Municipale, alla stazione dei carabiniere ed al laboratorio EsiLab che cura l’autocontrollo per conto del Comune di Fabrizia.

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Riceviamo e pubblichiamo

'Un uomo è tale più per le cose per tace, che per quelle che dice'. Il sindaco e la sua maggioranza si sono, forse, ispirati all’aforisma di Camus per nascondere ai cittadini i retroscena del caso più inquietante e clamoroso della storia politica cittadina. L’ormai famigerato “caso Zaffino”, tiene banco, da oltre un anno, senza che cittadini e consiglieri di minoranza abbiano la possibilità di conoscere la verità. Sindaco ed assessori continuano a tacere.

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Riceviamo e pubblichiamo

Al sig. Sindaco del Comune

di Serra San Bruno

 Al sig. Presidente del Consiglio

di Serra San Bruno

 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

 Lavori “Manutenzione straordinaria viali cimiteriali”

 Serra San Bruno, 5 novembre 2012



  Il sottoscritto consigliere

 

             Premesso che 

 

  • Con deliberazione n. 80 del 18 maggio 2012 è stata emanata direttiva generale per “l’esecuzione di lavori in economia di manutenzione straordinaria dei viali cimiteriali che costituiscono via di accesso alle varie tombe gentilizie”;

  • Nella premessa alla richiamata deliberazione “è stato rilevato che la stagione invernale appena passata ha reso difficoltoso l’accesso dei visitatori alle tombe dei loro defunti”

  • i lavori, allo stato realizzati, non possono essere definiti semplice manutenzione straordinaria, dal momento che i vecchi viali in terra battuta sono stati sostituiti da strade in cemento;

  • in ragione delle cappelle gentilizie monumentali che sorgono nell’area in sui sono stati realizzati i lavori, il cimitero di Serra San Bruno è sottoposto a vincolo di tutela da parte della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici

  • L’art. 10 del codice dei beni culturali e del paesaggio definisce “beni culturali” le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle ragioni, agli enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico”;

  • L’art. 12 del medesimo codice al comma 1 prescrive che: “le cose immobili e mobili indicate all’articolo 10, comma 1, che siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad oltre cinquanta anni”, sono sottoposte alle disposizioni della richiamata normativa

 

             Considerato che

 

  • I commi 4 e 5, dell’art. 22, del citato “codice” prescrivono, tra l’altro, che: “ l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali è subordinata ad autorizzazione del soprintendente”, che “l’autorizzazione è resa su progetto o, qualora sufficiente, su descrizione tecnica dell’interevento, presentati dal richiedente, e può contenere prescrizioni”;

  • agli atti, non risulta essere stato redatto alcun progetto per la realizzazione dei lavori in parola;

  • I lavori sono stati eseguiti in assenza di un direttore dei lavori;

  • Non è stata richiesta alcuna autorizzazione, tantomeno inviata alcuna comunicazione, alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici;

  • Allo stato, gli uffici competenti non sono stati in grado di quantificare il costo effettivo dei lavori;

  • agli atti risulta una sola determinazione ( n. 167 del 4 settembre 2012) con la quale sono stati liquidati € 3614,83 ad una ditta di Cittanova (RC) per la fornitura di materiali di “vario genere per la manutenzione delle strade comunali e viali cimiteriali”

 

             Interroga il Sindaco per sapere


  • Quali e quante siano le segnalazioni dei cittadini, del custode del cimitero o dei responsabili del servizio competente con i quali sono state segnalate le difficoltà di accesso alle tombe richiamate nella premessa alla deliberazione n. 80 del 18 maggio 2012;

  • le ragioni per le quali, nelle more della realizzazione dei lavori in oggetto specificati, non si sia provveduto a redigere apposito progetto;

  • alla luce della presenza di cappelle gentilizie di indubbio pregio artistico, le ragioni per le quali non è stata effettuata alcuna comunicazione alla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici;

  • se la realizzazione di viali in cemento sia compatibile con la presenza di cappelle ed opere scultore in marmo e granito realizzate tra il XIX e la prima metà del XX secolo;

  • se tali lavori siano stati completati o siano ancora in fase di esecuzione;

  • le ragioni di opportunità ed economicità che hanno indotto l’Ente ad acquistare “materiale di vario genere per la manutenzione” presso una ditta di Cittanova (RC);

  • se lo stesso materiale non poteva essere fornito da ditte locali;

  • il costo previsto, impegnato e già sostenuto per l’esecuzione dei lavori in parola;


    Il Consigliere comunale


    Mirko Tassone

 

 

 

 

 


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mini Mani-in-cateneNon siamo avanguardia, noi calabresi. Non siamo mai stati un laboratorio politico, come la Sicilia. Non abbiamo mai anticipato le dinamiche nazionali. A noi non piace essere avanti. Si arriva primi ma si è anche più esposti. No. Noi preferiamo seguire qualcuno o qualcosa, prendere esempio, farci guidare. Come un bambino sulle strisce pedonali. E non è il solito sermone sulla sudditanza dei calabresi e sulle dominazioni subite nella storia. Si parla della democrazia dell’oggi, o meglio del suo simulacro, ridotto a brandelli in un paese in cui ci sono voluti i “tecnici” per liberarci (?) dal berlusconismo e, soprattutto, per farci capire che il potere è una cosa seria, e che non siamo affatto liberi. L’Italia infatti è stata commissariata. Il potere ha scelto un garante più affidabile e spietato.

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