Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
FABRIZIA - Finalmente un segnale di forte partecipazione intorno alle questioni sociali. Era prevedibile, peraltro, che per una problematica così grave, come quella della potabilità dell’acqua, le persone si mobilitassero. La sala consiliare di Fabrizia domenica scorsa era piena di pubblico, profondamente proteso all’ascolto. Non si comprende perché una questione di vitale importanza, come quella della salubrità dell’acqua, si stia trascinando negligentemente e non sia stata ancora seriamente considerata come un problema da risolvere. Tutto questo nonostante i frequenti accertamenti di non potabilità e nonostante, ancora, le continue denunce pubbliche, in particolare del Comitato Civico Pro-Serre, il quale, nella stessa serata di domenica, ha organizzato una pubblica assemblea di cittadini, intervenuti numerosi nella Piazza del Monumento a Serra San Bruno.
Preoccupa fortemente i cittadini dei nostri paesi di montagna, il fatto che le sorgenti a così alta quota, che dovrebbero di per sé essere una garanzia, siano invece così vulnerabili e soggette a complicazioni probabilmente d’origine inquinante ambientale. Affermare che le sorgenti sono pericolose perché “non controllate” non aiuta a migliorare, da nessun punto di vista, le aspettative e, soprattutto, non risolve la problematica connessa all’Alaco. Però in funzione di pronto intervento, il ripristino e la realizzazione di punti controllati di distribuzione sorgiva, dovrebbero far parte di una strategia di necessità. Purtroppo capire il reale stato delle cose, non è stato concesso, stante l’usuale manierismo del dire tutto ed il contrario di tutto. Tuttavia, nella relazione del Sindaco, sono risultate palesi alcune contraddizioni, specie in materia di intenti futuri. Bene ha fatto a sottolinearlo l’Insegnante Dott.ssa Rosa Suppa, che ha chiesto chiarezza su intenzioni future e scenari attesi; purtroppo senz’altro esito che quello di verificare la chiara indisponibilità ad accettare rilievi. Anche per questo, problemi irrisolti e contraddizioni restano.
I paesi del vibonese che hanno ceduto tutte le proprie acque all’azienda a capitale misto che le gestisce, si trovano al momento sconsolati e con scarse prospettive. Non s’intravede alcuna speranza di autonomia, che potrebbe raggiungersi se si fosse saggiamente intenzionati a non prorogare la convenzione alla Sorical, comportante oltre tutto costi esorbitanti. Pretendere l’utilizzo delle proprie sorgenti e riprendere lo sfruttamento dei pozzi, sarebbe igienicamente più sicuro ed economicamente più vantaggioso. Con il risparmio di tutti i soldi che annualmente vanno erogati alla Sorical (45 mila euro è la cifra riguardante Fabrizia, come dichiarato dal Sindaco), molte opere idriche e distributive potrebbero essere realizzate nei territori nel giro di pochissimi anni. Ma l’azienda rappresenta una formidabile fonte di potere politico-economico, oltretutto allegramente gestibile non essendo soggetta a stringenti vincoli e rappresenta, al contrario, quasi una comoda zona franca.
Se risponde a verità il fatto che dal 21-22 dicembre Fabrizia non prende acqua dall’Alaco e se è vero che la situazione era ed è tranquilla, perché si è deciso di gettare panico nella popolazione? E, comunque, questo presunto paradiso, quanto durerebbe? “Fino alla fine di febbraio” perché l’autonomia, come dichiarato dal Sindaco, si esaurirebbe con questo periodo di stretto inverno.
Ma è più generale, nel territorio l’assenza d’interesse a pervenire ad autonomia di approvvigionamento idrico.
È stato affermato da più parti che le analisi successive a quelle di cui si è parlato finora (risalenti al prelievo del 6 dicembre) abbiano dato esiti negativi, consentendo di dichiarare la potabilità dell’acqua. Rimane tuttavia integro il timore che si stia pericolosamente tralasciando di valutare quei fattori chimici, prima denominati “benzene” che poi, nella precisazione successiva, vengono tecnicamente definiti “COMPOSTI AROMATICI ALOGENATI DERIVATI DA BENZENE ESPRESSI COME BENZENE”. Infatti, nella dichiarazione dell’A.R.P.A.CAL., diramata in funzione di errata corrige, non viene né smentito né confermato alcunchè riguardo alla potabilità dell’acqua, avendo specificato, in merito alle sostanze rilevate, trattarsi di componenti non previsti nel decreto legislativo n. 31/01 e quindi “senza limiti di legge”.
Certamente questa precisazione, non solo non è tranquillizzante, ma piuttosto è idonea a provocare serio allarme. I fattori inquinanti ci sono, e fa bene il Comitato civico pro-serre a ribadire che occorre unirsi – al di la del colore politico, come cittadini – per reclamare i propri diritti. La salute pubblica non si tutela voltandosi da un’altra parte o ignorando i pericoli in atto.
Da questo episodio può e deve sorgere un caso nazionale: le vecchie regole poste alla base delle indagini igienico-sanitarie, potrebbero essere delegittimate e rivoluzionate da una necessaria nuova attenzione scientifica. Qualcuno ricorderà i bei tempi in cui il D.D.T. veniva erogato generosamente dalle madri sulla testa dei bambini in età scolastica, in ogni caso di allarme pidocchi. Ebbene dopo l’uso smisurato per anni, questo pericoloso prodotto fu vietato, avendone accertato la natura cancerogena. Idem per eternit ed altri prodotti ritirati dal mercato. Le esperienze del passato ci dovrebbero aiutare a stare più in guardia nei confronti delle nuove insidie – ancora sconosciute ma reali – consigliandoci di evitare lungaggini che comprometterebbero, forse irreversibilmente, la salute e spesso anche la vita delle persone.
Maria Cirillo
Dopo le recenti polemiche che hanno ridestato, nell’operato di un’Amministrazione sempre più dormiente, la questione “acqua sporca”, il Sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, sembra essersi finalmente convinto a intraprendere delle azioni legali a tutela della salute dei cittadini. Peccato che proprio ieri lo stesso Rosi, assieme all’ex Sindaco Raffaele Lo Iacono, sia finito tra i 20 indagati dei NAS di Catanzaro nel secondo filone di inchiesta della vicenda Alaco. Le accuse riguardano la mancata disposizione dei controlli previsti dalla legge nel periodo 2009-2012.
Nessun ribaltone alle comunali suppletive del capoluogo calabrese. Con il 50,46%, Sergio Abramo (Pdl), è stato confermato “neo” Sindaco di Catanzaro. Alla fine tutto è rimasto così come le urne del 5 maggio scorso avevano sentenziato. Si era tornati al voto, per le seconda volta dopo gli scandali della tornata elettorale precedente che avevano portato, gli uomini della Procura della Repubblica, ad operare il sequestro delle schede elettorali di ben 8 sezioni. A distanza di sette mesi, e con in mezzo un ricorso al Tar vinto dallo “sfidante” Salvatore Scalzo (Pd), i 6.200 catanzaresi richiamati ad esprimere il proprio consenso, hanno riconfermato quindi il verdetto che vuole il presidente in carica della Sorical, seduto sul trono più alto della città del Cavatore. Si è trattato comunque di una vittoria al fotofinish, non tanto per il testa a testa fra i due candidati, ma per il timore che Abramo non riuscisse a raggiungere il 50% più 1 dei consensi totali, cosa che avrebbe rimandato tutto al ballottaggio previsto per il mese di marzo.
Alla chiusura delle urne Abramo è risultato in testa in tutte le sezioni, con l’unica eccezione per la n. 37 allestita nella scuola elementare “Aldisio”. Nella sezione n. 3 di Janò, il Presidente di seggio ha dovuto richiedere l’intervento delle forze dell’ordine per allontanare il pubblico e sedare dei battibecchi originatosi dalle proteste dei rappresentanti di lista.
Dopo mesi di tran tran trascorsi tra uffici della prefettura, tribunali e studi televisivi, finalmente tra poche ore avremo la tanto agognata fumata bianca per sapere chi, fra Salvatore Scalzo (Pd) e Sergio Abramo (Pdl), siederà sul trono di Sindaco a Catanzaro. Il Tar, infatti, dopo un concitato post-elezioni, in cui erano emersi brogli in ben 8 sezioni, aveva deciso di richiamare al voto i 6.200 cittadini inscritti nei seggi inquisiti, annullando di fatto, anche se solo parzialmente, lo scrutinio della primavera scorsa.
Nella giornata di ieri, in cui si è potuto votare dalle 8 del mattino fino alle 22, si è registrata una flessione del 3% circa sui dati della tanto discussa tornata elettorale del 6 e 7 maggio 2011, in cui il candidato Pdl aveva avuto la meglio per soli 129 voti di scarto. Oggi i cittadini chiamati al voto, potranno recarsi alle urne fino alle ore 15.00.
Sono stati intensi i controlli di vigilanza operati dalle forze dell’ordine attorno alle sezioni e al momento sembra non si siamo segnalati problemi o particolari intoppi. La sfida per la scelta del successore di Michele Traversa (eletto Sindaco in quota Pdl nel 2011 e rimasto in carica per soli 6 mesi), è stata caratterizzata da una campagna elettorale anomala, non solo per il caso già più unico che raro, ma anche perché si è trattato di un periodo in cui tutto il panorama politico nazionale è assorto nel marasma delle elezioni politiche del 25 febbraio.
Sergio Abramo – già Sindaco di Catanzaro per due legislature (dal 1997 al 2005), imprenditore e attuale presidente Sorical, si è reso autore di una campagna elettorale sobria, forse forte della convinzione che difficilmente il risultato potrà essere ribaltato. Ben più roboante invece la preparazione ai seggi per Salvatore Scalzo, volto nuovo dei democrats calabresi, che per strappare consensi ai pochi catanzaresi chiamati ancora ad esprimersi, si è fatto affiancare nientemeno che dal Segretario nazionale Pierluigi Bersani in persona, con cui si è reso autore di un “giro turistico” sotto la pioggia battente, fra i quartieri più disagiati della città del vento.
I voti espressi nelle 8 sezioni, in cui i catanzaresi dovranno indicare oltre che il Sindaco anche i Consiglieri comunali, andranno a sommarsi a quelli del maggio scorso di tutti gli altri seggi in cui non si sono riscontrati anomalie. La speranza, soprattutto per Scalzo e per il centro-sinistra Catanzarese, è quella di stravolgere le percentuali con cui Abramo aveva, anche se solo originariamente, avuto la meglio (solo il 50,22%).
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