Il Vizzarro.it - quotidiano online
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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
MONGIANA – Il Prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella, ha stabilito la proroga di altri tre mesi per la Commissione d’accesso agli atti al comune di Mongiana, al fine di consentire ulteriori approfondimenti delle indagini che sarebbero di particolare complessità. La Commissione era stata inviata dall’Ufficio Territoriale del Governo nel settembre scorso ed è formata dal Capo di Gabinetto del Prefetto di Vibo Valentia Anna Aurora Colosimo, dal dirigente del Commissariato di Polizia di Serra San Bruno Domenico Avallone e dal Maggiore dei Carabinieri Vittorio Carrara. Compito dei commissari è quello di passare ulteriormente al setaccio gli atti amministrativi per accertare se esistano le presunte infiltrazioni mafiose ravvisate dalle pregresse attività info-investigative condotte dalle forze dell’ordine, e quindi per accertare eventuali forme di condizionamento che compromettano la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento dell’amministrazione comunale, nonché il regolare funzionamento dei servizi. L'attuale sindaco, Rosamaria Rullo, che si era subito detta serena e disposta a collaborare pienamente con la terna inviata dalla prefettura, è stata già primo cittadino per due mandati consecutivi. Di provenienza democristiana, attualmente nel Pdl, ha vinto alla testa di una lista di centrodestra le scorse elezioni comunali del 2009 per soli 18 voti di scarto contro l’ex primo cittadino Vito Scopacasa, che si era ricandidato alla guida del paese a capo di una compagine di centrosinistra. Continuano quindi le indagini sui comuni del vibonese: dopo Mileto, la proroga giunge anche per Mongiana, mentre proprio poche settimane fa è stato sciolto il consiglio comunale di Nardodipace, con il contestuale insediamento della Commissione ministeriale che guiderà il comune montano per i prossimi 18 mesi. A Fabrizia invece, comune già commissariato per infiltrazioni mafiose, il mese scorso i cittadini sono tornati alle urne e hanno scelto il nuovo sindaco dopo quasi due anni di commissariamento.
SERRA SAN BRUNO - Ha atteso diversi giorni prima di esprimere il suo pensiero. Si sarebbe aspettato delle spiegazioni di natura politica, l'ex assessore Bruno Zaffino. Il sindaco Pidiellino Bruno Rosi, da un giorno all'altro, lo ha estromesso dalla giunta, una decisione improvvisa e traumatica proprio alla luce dello spessore del personaggio, un imprenditore alla prima esperienza politica che è stato il secondo candidato più votato su 48 aspiranti consiglieri. Ma queste spiegazioni non sono arrivate, e allora Zaffino ha deciso di uscire allo scoperto. "E’ doveroso che il sindaco spieghi ai cittadini i motivi per i quali mi ha revocato dall’esecutivo comunale - ha dichiarato proprio stamattina a Il Vizzarro.it l'ex assessore - ma non c’è nessuna rottura con l’amministrazione comunale serrese, e quanto successo in ogni caso non preclude i rapporti tra me e la maggioranza Pdl che comunque continuerò a sostenere". Nessuna separazione dal Pdl, quindi, e nessun passaggio nelle fila dell’opposizione: una posizione molto chiara che cozza con alcune interpretazioni, stranamente forzate, che cercavano in ogni modo di dare l'idea di un taglio netto tra Zaffino e l'amministrazione comunale. L'ex assessore continua a sostenere la maggioranza, ma rimane in attesa di spiegazioni dal sindaco, poichè è doveroso dare una connnotazione chiara alla sua rumorosa defenestrazione. I serresi infatti, e in particolare i 224 elettori di Zaffino che è stato uno dei maggiori artefici della vittoria del Pdl, si chiedono il perchè di questo distacco improvviso, e legittimamente si attendono dal sindaco delle motivazioni circa l'emarginazione politica del loro punto di riferimento nell'amministrazione. Intanto è già partito il totoassessori per la sostituzione di Zaffino in giunta: pare che la scelta del sindaco potrebbe ricadere su un interno, e a questo punto non è da escludere che entri in giunta qualcuno che, specie dopo il "caso Zaffino", avrebbe bisogno di un riconoscimento politico per dissipare qualche eventuale dubbio sul sostegno alla maggioranza stessa.
Serra San Bruno. Lunedì 17 maggio. Undici e mezza della sera. Piazza mercato si riempie in fretta. Con le urne ancora calde la folla inneggia all’uomo comune che trionfa. Clark Kent si trasforma in SuperMan. Bruno Rosi si veste di sindaco. Baci e abbracci. Il palco gigante e le bandiere al vento: il Pdl è in festa. Si respira un clima da assemblea di istituto, un’atmosfera da tempo delle mele. Tutti si vogliono bene e tanti si sentono in dovere di salire sul palco ed incitare la folla, come per narcotizzarla: “Risorgeremo!”. Volano tappi di spumante. Qualcuno credeva fosse champagne.
Venerdì 23 dicembre. Undici e mezza della mattina. Sono passati 6 mesi dalla lunga notte di Piazza Mercato, e tutto è cambiato. Il sindaco non prova più nemmeno a nascondere la rabbia e l’amarezza che lo accompagnano dall’inizio di quest’altra drammatica giornata. Rimane in silenzio, seduto dietro la sua scrivania. Scruta fuori dalla finestra un paese difficile da amministrare, soprattutto se lo si intende fare con una maggioranza impossibile da tenere attaccata tutt’insieme. Le cattive notizie si accumulano ed il comune sembra un palazzo che crolla più velocemente di quanto ci si impieghi a ristrutturarlo. Il ghiaccio imperversa, la città brucia e gli assessori cadono.
Bruno Zaffino è uscito dal giro. Il ruspante imprenditore che più di molti altri contribuì alla causa piddiellina non è più assessore. 230 elettori, croce più croce meno, gli avevano dato fiducia incoronandolo come la più grande sorpresa delle passate amministrative. Oggi viene spinto ai margini dal suo stesso gruppo consiliare. Ma perché?
In men che non si dica, comunque, l’amministrazione sbatte la porta in faccia a Zaffino dopo aver sfruttato il suo enorme potenziale elettorale, i suoi numeri, per poi relegarlo all’angolino buio del semplice consigliere. Lo accantona senza tanti fronzoli, e ciò che ne rimane è un quadro dai confini troppo sfumati. Sedotto, usato ed abbandonato. Nessuno della maggioranza finora è riuscito a spiegare quale sia la motivazione reale di questo allontanamento. Una motivazione che, a questo punto, deve essere psicologica, filosofica e, ci sforziamo, potrebbe essere anche politica. Sabato 24 sulle pagine di un quotidiano locale una nota striminzita affidata alla penna del giornalista di fiducia. Tante parole roboanti, pochi contenuti. Leggo l’articolo, ma il dubbio rimane: perché quest’urgente esigenza di discostarsi completamente da chi fino a poco tempo fa fu determinante per la vittoria di Bruno Rosi? Che cosa è successo? Se lo chiedono tutti i serresi. In particolare i 224 elettori dell’ex assessore Zaffino. Sarebbe anche opportuno capire cosa accade all’interno della maggioranza ora che il tassello scomodo è caduto dal puzzle. Le convinzioni, le incertezze, le strategie personali calibrate da cariche e segreti. I piccoli errori che si ingigantiscono e diventano irrimediabili, i ricatti. La trama si infittisce, si macchia della necessità di scendere a compromessi solo per dare adito a malcelati complotti correntizi. In un gruppo in cui tutti credono allo stesso obiettivo qualcosa comunque non funziona. Un viaggio su un filo troppo sottile.
Rottura tra l’assessore comunale Bruno Zaffino (foto) e l’amministrazione serrese. Il sindaco Bruno Rosi, questa mattina, ha revocato Zaffino da assessore, ed è stato lo stesso sindaco a comunicarlo al cronista. Bruno Zaffino, quindi, è fuori dalla squadra di governo locale, ed il tutto sancisce, con ogni probabilità, l’apertura di una crisi politica. L’ex assessore non era soltanto uno dei membri maggiormente rappresentativi dell’amministrazione comunale, ma è anche stato il candidato più votato in assoluto - secondo solo al consigliere regionale Nazzareno Salerno - che con una valanga di consensi ha dato un enorme contributo per la vittoria della squadra capitanata dal consigliere provinciale Rosi. Bruno Zaffino non ha mai fatto mistero di essere, da solo, in grado di scompigliare le dinamiche politiche comunali, probabilmente contando su consiglieri che sarebbero a lui vicini come Cosimo Polito e Carmine Franzè, che però non sono mai stati messi alla prova e che potrebbero comunque defilarsi e continuare ad appoggiare la maggioranza, il primo per preservare il posto di assessore, il secondo per non abbandonare il gruppo con cui ha vinto le elezioni. Ancora non si conoscono bene le motivazioni che hanno fatto entrare nel mirino dell’amministrazione pidiellina un assessore tra i più “pesanti” dell’intero esecutivo serrese, ma l’empasse politica in atto sta paralizzando non poco l’attività amministrativa serrese. Lo avevamo annunciato in tempi non sospetti che un rimpasto di giunta ci sarebbe stato e che era soltanto rinviato, e adesso le nostre indiscrezioni, contro le quali corsero immediatamente al riparo i big della politica pidiellina per smentirle repentinamente facendole passare come illazioni, si sono rivelate quanto mai esatte. Insomma, dopo la giunta di Raffaele Lo Iacono con una paralisi amministrativa permanente, dopo il commissariamento prefettizio in seguito allo scioglimento anticipato del consiglio comunale per le contestuali dimissioni di nove consiglieri comunali, ora un’altra stagione politica all’insegna dell’instabilità sembra aprirsi per la cittadina montana, che sembra non poter godere di una gestione amministrativa solida e duratura.
La giunta del Senato ha deciso che non c'è incompatibilità tra le cariche di sindaco di una città con più di 20mila abitanti e di senatore. La giunta dunque ha preso una decisione che contrasta apertamente con quanto aveva sancito la Corte costituzionale, e quindi in sostanza palazzo Madama (foto), su una vicenda che riguarda direttamente il parlamento, ha ignorato la legge, anzi ha stabilito di procedere in maniera diametralmente opposta. La questione era stata sollevata di fronte alla giunta dai senatori Antonio Azzollini e Vincenzo Nespoli, interessati direttamente poichè rispettivamente sindaci di Molfetta e Afragola. Pd e Idv hanno abbandonato per protesta i lavori della giunta del Senato, ma l'interrogativo che è rimbalzato in Calabria appena appresa la notizia riguarda Michele Traversa, che è deputato e ha presentato le dimissioni da sindaco di Catanzaro. Se volesse, Traversa potrebbe appellarsi alla giunta della Camera come hanno fatto i suoi colleghi senatori - cosa che lui non ha fatto finora - e l'organismo potrebbe, per analogia con la decisione della giunta del Senato, decidere per la non incompatibilità. Dunque Traversa, in teoria, potrebbe anche rimanere sindaco, anche se le sue dimissioni, a quanto sembra, potrebbero essere riconducibili non tanto, o non solo, all'incompatibilità con la carica di deputato, quanto a movimenti e stategie sotterranee nella Catanzaro che conta. Movimenti ancora difficili da decifrare per gli osservatori esterni, ma che certamente aumenteranno di intensità con la decisione di stamattina della giunta del Senato.
Dopo gli arresti di ieri che hanno coinvolto anche un consigliere comunale della sua maggioranza, il sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, esce allo scoperto, esprime massima fiducia nell'operato della Procura reggina ma replica con fermezza alle dichiarazioni delle parlamentari Angela Napoli (Fli) e Doris Lo Moro (Pd), che avevano invocato l'intervento del Viminale sull'amministrazione di palazzo San Giorgio. ''Ripongo la massima fiducia nell'operato della magistratura reggina - ha dichiarato il sindaco di Reggio - affinche' faccia piena luce sui capi d'imputazione che hanno determinato la misura cautelare a carico del consigliere comunale Plutino. Ed auspico che il consigliere possa chiarire, nelle sedi competenti, la sua posizione. In questi primi mesi di legislatura - aggiunge Arena - Plutino, dopo aver smaltito la profonda amarezza per non essere stato designato dal partito nell'esecutivo comunale, ha svolto puntualmente il ruolo di consigliere comunale. Duole - dice ancora il sindaco - dover registrare il perpetuarsi di azioni irresponsabili ad opera di taluni soggetti che, nonostante in passato abbiano ricoperto cariche istituzionali di grande rilievo, continuano a strumentalizzare un tema delicato come quello della giustizia, per evidenti interessi personali legati alla carriera politica. Cio' e' ancor piu' grave se si considera che la comunita' che ho l'onore di rappresentare e' impegnata a supportare l'opera della magistratura e delle forze dell'ordine nella lotta alla criminalità organizzata. I continui sforzi per condizionare l'operato delle istituzioni da parte degli onorevoli Napoli e Lo Moro evidenziano un tentativo di prevaricazione delle regole e dei ruoli e un senso della Stato parolaio e strumentale''.
SOVERATO - Un'ottantina di alunni di una scuola elementare sono stati costretti a fare lezione in aule che stamane facevano registrare un temperatura di poco superiore allo zero, appena 4 gradi. Il motivo dell'interruzione della fornitura di gas sarebbe il mancato pagamento della bolletta da parte dell'amministrazione comunale soveratese. A denunciarlo sono stati i genitori degli stessi bambini che, preso atto dell'immobilismo delle autorità competenti, hanno deciso di occupare i locali della scuola dichiarando: ''Abbiamo cercato la direttrice, il sindaco, i vigili urbani ed anche i carabinieri - ha spiegato Massimo Ranieri, uno dei genitori - ma al momento non si e' visto o sentito nessuno. Non intendiamo andare avanti così. Per tutto l'inverno i riscaldamenti non sono mai stati accesi. Adesso basta. O si trova una soluzione o ritiriamo i nostri figli dalla scuola''.
La protesta ha indotto il sindaco di Soverato, Leonardo Taverniti, ad emanere un'ordinanza di chiusura dell'edificio, anticipando di fatto le ferie natalizie, con la speranza di riuscire a trovare una soluzione al problema nel più breve tempo possibile.
E' durato circa due ore l'interrogatorio del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, sentito in Procura a Reggio Calabria in merito alle note vicende sulla voragine nei conti del comune e sul caso Fallara. Scopelliti, sindaco di Reggio per due mandati, è indagato per falso in atto pubblico, ed oggi pomeriggio è stato sentito in merito a queste vicende dal procuratore capo Giuseppe Pignatone (foto) e dai suoi collaboratori. Ecco le dichiarazioni che il presidente della Regione ha rilasciato ai giornalisti uscendo dagli uffici della Procura: "Ho soltanto chiarito la mia posizione rispetto alle vicende contestate evidenziando, così come è scritto dagli stessi ispettori ministeriali, il distinguo tra le competenze, che sono gestionali in capo ai dirigenti, e quelle in capo alla politica. In qualita' di sindaco - ha aggiunto - ho dimostrato in maniera chiara la mia estraneita' alla vicenda. Sono molto sereno, tranquillissimo. Saranno poi i procuratori che dovranno valutare insieme ai sostituti la mia posizione che a me sembra molto lineare e naturale".
SERRA SAN BRUNO – Dopo la recente visita di Sua Santità Benedetto XVI, la cittadina della Certosa aspira a diventare, a pieno titolo (lo conferma la visita di due pontefici in 27 anni), una meta importante nell’ambito del turismo religioso. E’ in questa ottica che si inseriscono i progetti del sindaco Bruno Rosi che, oltre al museo delle tre Confraternite religiose per il quale le idee sono in cantiere, non facendo mistero di voler fare entrare la cittadina bruniana nel circuito internazionale delle mete religiose, si è fatto promotore insieme all’amministrazione comunale di un progetto per la creazione di una casa per l’accoglienza dei pellegrini che faranno tappa nella cittadina montana. Il progetto, che rientra nei PISL (Progetti Integrati di Sviluppo Locale), ha visto la luce alla conclusione di alcuni incontri tra i Comuni facenti parte dell’Ambito Alte Serre Vibonesi, che hanno inteso costituire tra loro un partenariato per l’Elaborazione e l’Attuazione del Progetto Integrato di Sviluppo Locale denominato “Alte Serre Vibonesi” con Capofila il Comune di Mongiana. Con la delibera n.87 del 29/11/2011, l’esecutivo cittadino ha dato avvio ai “Lavori di ristrutturazione, adeguamento e completamento di un complesso edilizio da destinare a Centro Accoglienza Pellegrini” che riguarda lo stabile che avrebbe dovuto essere adibito al centro anziani e che non ha mai visto la luce, per un totale complessivo del progetto di 2 milioni di euro, spesa a cui si potrebbe fare fronte con i fondi PISL-POR Calabria FESR 2007/2013, qualora il comune di Serra San Bruno dovesse vincere la concorrenza. «Abbiamo presentato progetti per 3 milioni di euro – ha commentato il sindaco Rosi – e puntiamo a vincere questo progetto per incentivare il turismo religioso verso la nostra cittadina. Insieme al progetto per i borghi di eccellenza, quest’ultimo, se andrà tutto per il meglio, consentirà a Serra di cambiare volto».
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