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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
VIBO VALENTIA - Non è nemmeno passato un mese dall’ultima emergenza, che subito ne inizia un’altra della stessa natura. Rifiuti. Tanti, forse troppi. Disseminati in ogni angolo delle città, nauseabondi e pericolosi per l’igiene e la salute pubblica. Una storia talmente atrofizzata che la parola “emergenza” non è nemmeno poi troppo adeguata al caso. Perché questa storia è ormai normalità, specie in provincia di Vibo Valentia, costretta a sentire oltretutto il peso ingombrante dell’ospite scomodo, dovendo per forza di cose conferire oltre i propri confini. E i 50 Comuni del comprensorio vibonese, lamentosi e perennemente in cerca di soluzioni calate dall’alto, stanno ancora a guardare. Guardare e aspettare che qualcuno o qualcosa si muova per ripristinare l’ordinario, senza conseguentemente tentare di correre ai ripari potenziando magari quel servizio virtuoso della differenziata che solo alcuni enti praticano e in maniera per giunta neanche ottimale. Tra l’altro pare non siano bastate nemmeno le dichiarazioni dell’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pugliano, che appena qualche giorno fa ha ammesso la particolare difficoltà di far conferire i rifiuti calabresi nelle discariche autoctone, per spingere i sindaci a dire finalmente “basta” al sistema vecchio e obsoleto, oltre che controproducente, della spazzatura indifferenziata. Così, Gregorio Greco proprietario di una delle due uniche piattaforme ecologiche della provincia, la Gf Ambiente sita in loc. Aeroporto, lancia la sua personale iniziativa: "offrire a tutti i Comuni la gestione gratuita di tutte i rifiuti differenziati". Che in tempo di emergenza suona come una preziosa idea da sposare immediatamente. “L’iniziativa – ha spiegato durante la conferenza stampa di ieri mattina proprio il titolare della piattaforma Greco - che per ora ha una durata sperimentale di 6 mesi ha il duplice scopo di promuovere sia l’attività della GF Ambiente, che di dare un concreto contributo alle amministrazioni locali in questo particolare momento storico, per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti, universalmente riconosciuta nella “raccolta differenziata spinta” e unica modalità possibile per portare a soluzione il drammatico problema dei rifiuti”. In realtà, ormai dovrebbe essere noto a tutti il modus operandi del ciclo dei rifiuti indifferenziato che finiscono il loro percorso in delle grosse buche scavate dovunque sia possibile per, prima o poi, saturarsi e creare, fintanto non si individuino nuovi terreni da scavare, l’emergenza. La Calabria, in questo particolare settore, vanta dei primati negativi insieme alla Campania e, non a caso, anche il governatore Giuseppe Scopelliti ha dovuto pagare dazio con sei mesi di reclusione confermati in appello per “omissione in atti di ufficio” in merito alla mancata bonifica della discarica di Longhi-Bovetto nel periodo in cui era Sindaco di Reggio Calabria. Però, c’è da dire che la stessa Calabria ha anche delle eccellenze di cui andare fieri e da cui prendere esempio, come il comune cosentino di Saracena tra i primi in Italia per la percentuale di differenziata raggiunta. Ovviamente, tra gli ultimi del bel Paese rimane Vibo Valentia, che con il suo misero 9,8 per cento (dati Istat aggiornati al 10 luglio 2012) rischia davvero di sommergere, con l’estate alle porte, sotto tonnellate di rifiuti. Ma questa iniziativa può far cambiare il pessimo trend fin qui percorso, sempre che i primi cittadini abbiano giuste orecchie per sentire.
Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, è stato condannato in appello a sei mesi di reclusione nel processo per il caso della discarica di Longhi-Boveto. Confermata anche la condanna per il dirigente comunale Igor Paonni, mentre viene definitivamente assolto l’assessore regionale Antonio Caridi (all’epoca dei fatti assessore all’Ambiente della giunta Scopelliti al Comune di Reggio Calabria).
Il verdetto arriva quindi a conferma della condanna del settembre 2010, quando la seconda sezione penale di Reggio, dopo circa due ore di camera di consiglio, aveva reputato Scopelliti colpevole di omissione di atti d’ufficio per non aver vigilato, in qualità di sindaco di Reggio Calabria, sulla messa in sicurezza, sulla bonifica e sullo smaltimento del percolato della discarica di “Longhi-Boveto”. Si tratta di un impianto di raccolta di rifiuti solidi urbani di proprietà del Comune di Reggio Calabria, già chiuso nel 1999 e mai messo in sicurezza, ubicato nelle strette vicinanze di una scuola elementare ultimata proprio alla fine degli anni ’90, ma mai realmente entrata in funzione a causa della mancata bonifica dell’area circostante allo stesso plesso scolastico.
Il Prisma (rubrica fotografica settimanale a cura di Filippo Rachiele).
La copertina della rubrica si intitola "Pianoforte".
"C'è a chi piace suonare, a chi cantare e a chi scrivere libri a me piace scattare foto..."
Foto di Andrea Trapasso.
SERRA SAN BRUNO - Se nell’almanacco dei Guinness World Records 2012 ci fosse stato posto per i Consigli comunali più brevi e sdolcinati della terra, oggi tutto il mondo avrebbe parlato di Serra San Bruno. Un Consiglio, ancora di mattina, che si brucia presto. Solo mezz’ora. Le sedie sono quasi completamente vuote. Salerno e Lo Iacono riescono addirittura ad andare d’accordo: un altro record.
Unici punti all'ordine del giorno 2 correzioni. La prima riguarda il Piano di gestione del patrimonio forestale e l’allegato sugli interventi culturali del ventennio 2010/2029. La seconda, inizialmente non prevista ed integrata in ‘zonaCesarini’ solo 4 giorni fa, è relativa alle misure correttive al bilancio pretese dalla Corte dei Conti (delibera n.127/2012). Il che fa presagire che sarà una mattinata tranquilla. Molto tranquilla. Conviene a tutti.
Così, proprio al secondo punto, esordisce dopo un anno e mezzo l’assessore Tassone, che sciorina in 10 minuti le modifiche da apportare al bilancio. Tra cavilli, residui e correzioni la discussione arriva alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti. Argomento che fa rivivere, per un solo istante, il brivido blu delle mischie del Consiglio di 9 giorni fa. Lo Iacono prova a dare sapore al confronto: “L’introito che scaturisce dall’aumento del 43% della TARSU non reca benefici economici all’ente, visto che metà di questi fondi devono essere girati direttamente nelle casse dell’azienda creditrice Ielapi”. L’aumento della TARSU assicura al Comune un’entrata di 130mila euro. Ogni viaggio della Ielapi, la ditta privata che ha effettuato il prelievo, lo smaltimento ed il trasporto di rifiuti solidi urbani e di quelli ingombranti da Serra a Lamezia per 2 mesi, ci costerà 320euro IVA esclusa. Ben 72.365euro in totale. Paradossalmente la discussione si rasserena. La seduta sembra addormentata, con maggioranza ed opposizione assopite come se avessero ancora i pigiami addosso. Troppa calma. Un motivo in più per ritornare ai Consigli serali.
Il punto passa con il favore della maggioranza. Si astengono in 3: i consiglieri d’opposizione presenti, Federico e Lo Iacono, più Bruno Zaffino, consigliere di maggioranza tornato in aula dopo l’assenza della seduta scorsa.
Degno di nota l’atteggiamento di fredda indifferenza reciproca fra il capogruppo PdL Salerno ed il sindaco Rosi. L’ennesima mattinata passata senza guardarsi mai negli occhi. Neanche per un secondo. Eccetto quando lo stesso Salerno ‘invita’ il sindaco, come fece anche nello scorso Consiglio, a cambiare metodo di gestione, esortandolo ad “iniziare ad usare finalmente il pugno di ferro”. Ma al di là di tutto, almeno per questa volta, nessuno ha abbandonato anzitempo la seduta.
Riceviamo e pubblichiamo:
Sono passati, ormai, sedici mesi da quando il Pdl serrese festeggiava l’elezione del sindaco Rosi, che assieme al consigliere regionale Salerno, avrebbero dovuto proiettare Serra in un futuro roseo. Ebbene a distanza di quasi due anni dall’insediamento dell’amministrazione Rosi/Salerno,di cose positive e di passi in avanti se ne sono visti veramente pochi anzi stiamo assistendo, nostro mal grado, ad un netto ritorno al passato.
I problemi da denunciare , che purtroppo attanagliano la nostra cittadina, sarebbero veramente tanti , ma riteniamo che uno di quelli che sta diventando una vera e propria emergenza è quello legato alla gestione dei rifiuti.
Da tempo, infatti, non solo è stata, anziché migliorata, cancellata quasi totalmente la raccolta differenziata porta a porta, con la successiva reintroduzione dei vecchi cassonetti, ma addirittura non si riesce a gestire nemmeno la raccolta indifferenziata ed il paese somiglia , sempre più, ad una discarica a cielo aperto. Tutto questo mentre, in questi giorni, i cittadini serresi si vedono recapitare la salitissima bolletta per la riscossione della TARSU con l’aumento del 43%.
Ora ci chiediamo perché, nel momento in cui tutti i comuni si concentrano sulla differenziata, prevista tra l’altro dalla legge, a Serra si è deciso di compiere questo passo indietro. Forse, gli esponenti di palazzo Tucci, non sanno che il comune potrebbe incombere in pesanti sanzioni se non si raggiunge il 60% di raccolta differenziata.
Non sarebbe stato più opportuno proseguire con un progetto di raccolta differenziata efficiente, che avrebbe avuto una duplice funzione cioè quella di tutelare l’ambiente e riuscire, magari, ad abbassare la tariffa della TARSU, anziché mantenere l’aumento?
E poi, che fine ha fatto l’impegno-promessa, assunto in consiglio comunale da Rosi e Salerno di avviare un serio progetto di raccolta differenziata e di ridurre l’aumento deliberato lo scorso anno? Sui cittadini serresi non grava, forse, il peso di questa pesante crisi economica?
Per utilizzare uno spot caro alla maggioranza targata Pdl, riteniamo che sarebbe un “dovere morale” cambiare rotta sulla gestione dei rifiuti, e non solo, e ridurre pure l’aumento della TARSU che pensiamo sia veramente esagerato e che, purtroppo, va ad intaccare il già esiguo bilancio familiare dei serresi, che non sanno più come arrivare a fine mese.
Luigi Tassone
Vincenzo Damiani
Partito Democratico Serra San Bruno
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