mini SERRA CALCIO A5Al Serra calcio a 5 non è bastata la trentunesima rete stagionale del bomber Gregorio De Caria per evitare la seconda sconfitta consecutiva, dopo quella di una settimana fa a Rogliano contro la lanciatissima Calabria Ora. I vibonesi, infatti, subiscono un passivo pesante contro il Fabrizio, non tanto per il risultato finale (4 a 1) quanto per l’ormai condanna a disputare la lotteria dei play-out per mantenere la categoria. Con diciotto punti all’attivo, infatti, il Serra occupa la terz’ultima posizione in classifica, alle spalle dell’ Amantea, distante di una sola lunghezza. Per quel che riguarda la cronaca del match, primo tempo di sostanziale equilibrio tra le due formazioni anche se, il Serra, dopo alcuni tentativi, passa in vantaggio grazie a De Caria. Nella ripresa, però, i cosentini riescono a ribaltare lo svantaggio con Dentini (doppietta) e Schiavelli. Gli ospiti non riescono a reagire ed il Fabrizio sigla la quarta marcatura: a firmarla ci pensa Loria. Da qui in avanti il risultato non cambia. Fabrizio – Serra: 4 a 1. Ancora una volta, però, i direttori di gara hanno condizionato non poco l'andamento dell'incontro. Il vantaggio dei locali arriva su un calcio di rigore più che discutibile; sul 3 a 1, invece, c'era un fallo su Carrera, ma l'arbitro ha preferito proseguire il gioco;  quanto successo in occasione del poker cosentino, però, ha dell'incredibile: la porta - in quel momento difesa da Carrera - stava per cadere, il che avrebbe potuto creare serie conseguenze per l'incolumità dei giocatori. Solo grazie all'intervento di Carvelli, che ha trattenuto la porta, si è evitato il peggio. L'arbitro, però, nonostante tutto, ha fatto proseguire il gioco, consentendo così al quintetto locale di siglare la quarta marcatura.

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mini breccia«Durante gli ultimi dodici anni la stella polare di Vittorio Emanuele fu l'aspirazione all'indipendenza nazionale. Quale sarà questa stella riguardo a Roma? La nostra stella, o signori, ve lo dichiaro apertamente, è di fare che la Città eterna, nella quale venticinque secoli hanno accumulato ogni genere di gloria, diventi la splendida capitale del Regno italico». Con questa dichiarazione, pronunciata al cospetto del parlamento, l’11 ottobre 1860, Cavour prefigura la presa di Roma quale momento conclusivo e culminante dell’unità d’Italia. Un evento per il quale bisognerà attendere fino al 1870, prima che i bersaglieri del generale Cadorna possano infrangere la simbolica resistenza delle truppe pontificie e consegnare Roma all’Italia. Un episodio militare secondario, per un fatto storico rilevante, cui prese parte, in un ruolo decisivo, un calabrese, nato a Soverato diciotto anni prima. Il primo ad aprire il fuoco dei cannoni, intorno alle 6,30 di martedì 20 settembre, fu, infatti, un giovanissimo sottotenente d’artiglieria, Carlo Amirante. Le salve andarono avanti per cinque ore, prima che i bersaglieri riuscissero a conquistare la breccia che avrebbe decretato la fine del potere temporale della chiesa. A propiziare l’evento una lunga serie di antefatti. Nel 1862 Garibaldi parte da Caprera alla volta di Palermo con l’intento di ripercorrere le tappe dei Mille, questa volta con destinazione Roma. La marcia dell’Eroe dei due mondi viene, però, fermata sull’Aspromonte dai bersaglieri, intervenuti per evitare complicazioni diplomatiche con Napoleone III dichiaratosi protettore di Roma. Segue, quindi, la Convenzione stipulata, a Parigi, il 15 settembre 1864 con la quale la Francia s’impegna a ritirare entro due anni le proprie truppe da Roma; in cambio l’Italia dichiara di voler rispettare l’integrità territoriale dello Stato Pontificio. Ad ulteriore garanzia, l’accordo prevede una clausola con la quale il governo italiano s’impegna a trasferire la capitale da Torino a Firenze. Un atto simbolico di rinuncia a Roma capitale destinato a suscitare nei torinesi proteste popolari talmente vibranti da indurre l’esercito ad aprire il fuoco sui manifestanti. Al termine degli scontri rimarranno sul terreno 54 morti e 187 feriti. Tre anni dopo, nel 1867 Garibaldi parte da Terni con 10.000 volontari e conquista la piazzaforte pontificia di Monterotondo, poi è costretto a capitolare a Mentana, sotto i colpi dei soldati pontifici e di quelli francesi. A mutare radicalmente il quadro e ad offrire una significativa possibilità di successo, il 2 settembre 1870, interviene la sconfitta di Napoleone III a Sedan e la conseguente fine del Secondo impero. Con la sconfitta francese, la convenzione del 1864  può essere ignorata senza il timore di un intervento a difesa di Pio IX. A metà agosto, con il giungere delle notizie delle prime sconfitte francesi sulla frontiera alsaziano-lorenese, la diplomazia sabauda si mette immediatamente all’opera alla ricerca del casus belli. Il 29 agosto, il ministro degli esteri italiano, il marchese Emilio Visconti Venosta, invia a Parigi un dispaccio nel quale, seppur in maniera sibillina comunica l’intendimento di voler trovare una soluzione alla mancata “conciliazione tra il Santo Padre, i Romani e l’Italia”. Nelle stesse ore, una circolare del Ministro degli esteri viene inviata agli ambasciatori italiani per segnalare alle potenze europee la costituzione di un esercito mercenario con il quale lo Stato Pontificio si propone di muovere un’improbabile crociata. Alla circolare è allegato un memorandum in dieci punti nel quale vengono delineate le condizioni e le proposte per salvaguardare la libertà di azione del Papa e della Chiesa. Acquisito il tacito consenso delle potenze europee, Vittorio Emanuele II rompe gli indugi e l’8 settembre fa recapitare al Pontefice una lettera nella quale comunica «l'indeclinabile necessità per la sicurezza dell'Italia e della Santa Sede, che le mie truppe, già poste a guardia del confine, inoltratesi per occupare le posizioni indispensabili per la sicurezza di Vostra Santità e pel mantenimento dell'ordine». L’11 settembre, il Pontefice replica: « Maestà, Il conte Ponza di San Martino mi ha consegnato una lettera, che a V.M. piacque dirigermi; ma essa non è degna di un figlio affettuoso che si vanta di professare la fede cattolica, e si gloria di regia lealtà». Nelle ore in cui Pio IX verga la sua risposta, al generale Raffaele Cadorna viene diramato l’ordine di predisporre la marcia dei suoi 60 mila uomini alla volta di Roma. Domenica 18, l’esercito italiano è accampato alle porte della capitale. A fronteggiarlo 15 mila soldati, prevalentemente Zuavi, comandati dal generale Kanzler. Con lo scontro ormai imminente, Pio IX decide di non abbandonare Roma e di opporre una simbolica resistenza a prova della violenza subita. La mattina del 20, si preannuncia come una giornata calda, anche dal punto di vista climatico. Come appunta, sarcasticamente, nel diario dell’Osservatorio meteorologico del Collegio Romano, il direttore padre Angelo Secchi, «20 settembre. Bello. Cannonate al mattino, furfanterie fino a sera. Nord e sud – ovest leggero. Cresce poco il barometro. Magneti poco regolari». Alle 6,30 le prime salve di cannone investono le mura della Città eterna, alle 10 si apre la prima breccia, pochi minuti dopo parte l’ordine di capitolazione, la bandiera bianca viene issata su Castel Sant’Angelo e sul torrino del Quirinale. Lo scontro, durato una mattinata, lascia sul terreno 13 ufficiali, 43 soldati e 141 feriti da parte italiana; 20 morti e 49 feriti tra i papalini. Il 2 ottobre si celebra il rito del Plebiscito con i seguenti risultati: a Roma 40765 sì e 46 no; in tutto lo Stato 133681 sì e 1507 no. L’apertura della breccia di Porta Pia spesso è stata celebrata dalle diverse confraternite anti-clericali come il trionfo sull’oscurantismo cattolico. Tuttavia,  poche volte viene ricordato che autore materiale della breccia fu il calabrese Carlo Amirante il quale, dopo essere rimasto ferito negli scontri, indirizzerà a Pio IX una lettera nella quale spiega: «La mattina del 20 settembre scorso dovetti come militare eseguire senza discutere gli ordini che mi erano stati dati. Fui ferito e chissà che la Beata Vergine non mi abbia salvato concedendomi il privilegio di inginocchiarmi ai piedi di Vostra Santità». Il Pontefice lo convocò subito e lo ricevette in udienza privata. Dopo l’incontro il giovanissimo capitano, era stato promosso sul campo per la ferita subita, decide di lasciare la divisa italiana per abbracciare le insegne del papa. Nel 1877 viene ordinato sacerdote ed inviato a Napoli dove morirà nel 1934. Nel corso della sua vita, oltre a spendersi in opere caritative, si interessa di matematica, musica e lettere, annoverando tra le proprie allieve la scrittrice Matile Serao. Il 19 giugno 1980 viene aperta la sua causa di beatificazione. Per una sorta di eterogenesi dei fini con la medesima cannonata la Chiesa ha perduto il potere temporale e conquistato un beato. Per uno degli strani scherzi di Clio, invece, gli anticlericali celebrando Porta Pia, ricordano, anche, quel soldato fattosi prete.  

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mini 20120113_010In un giorno quattro tonnellate di rifiuti: il forum delle associazioni, a Vibo Valentia, ha dimostrato come i cittadini con il fai da te possano effettuare quella raccolta differenziata che la politica, a queste latitudini, ha reso una chimera. Reale e evidente, invece, è il fallimento delle amministrazioni pubbliche locali, che finora

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Venerdì, 20 Gennaio 2012 19:40

Posate il telecomando e impugnate i forconi

mini movimento_dei_forconi_protesta_2Italia oggi: Super Mario Monti si affanna, sulle nostre spalle, a far capire all’Europa che conta che abbiamo fatto i compiti e che, se il primo quadrimestre è andato male, ci stiamo impegnando a risalire la china. Alla fine saremo promossi. Faremo i bravi a patto che la maestrina Merkel riponga definitivamente la bacchetta con cui ce le dà di santa ragione almeno da 3 anni. E mentre l’economia ci devasta le tasche, la telenovela “Schettino torna a bordo” ci avvelena il cuore. Simpatica l’Italia: ci vuole davvero poco per tenerla impegnata almeno per due mesi.
Premesso che Schettino è quello che abbiamo visto tutti, e di certo non gli verrà tributata la medaglia del “Capitano Coraggioso”, ancora una volta un popolo malato di gossip si ritrova le pupille, e forse anche le meningi, piene del fumo che i media gli soffiano addosso per sviare l’interesse dalle reale sostanza delle cose. Perché in nessun dibattito televisivo (porta a porta) o in nessun bar dello sport (porta a porta) ci si è impegnati a discutere dell’omertà che per anni ha tacitamente favorito l’ormai nota pratica “dell’inchino” che si effettua da tempo nella piena consapevolezza di tutti (capitaneria di porto, marina militare, ministero dei trasporti ecc.) e che metteva a repentaglio la vita di migliaia di persone solo per rendere la gita in barca più attraente? E’ forse un modo per sviare l’attenzione dalle bramose malefatte del capitalista signor Costa Crociera e del suo complice Governo Italiano? È logico che una nave paese con a bordo 5.000 clienti solchi in lungo e in largo il cuore del parco nazionale dell’arcipelago toscano o tranci di netto, ad esempio, la laguna di Venezia? I Bruno Vespa e i vari servi goverantivi ci stanno aizzando a lapidare e condannare non un sistema sazio di milioni e mazzette, ma piuttosto un uomo, codardo, ma comunque strumento della altrui ingordigia. E mentre mezza nazione rimane in apnea, inabissata come la “Concordia” e con gli occhi incollati al televisore, pronta a mandare al patibolo Schettino, in Sicilia, Sardegna e Calabria si scrive la storia di una nuova Italia: quella libera. Peccato che Bruno Vespa non trovi tempo per parlarne. Impugnate i forconi.  

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mini pistola1SERRA SAN BRUNO - Sono al lavoro i carabienieri della locale Compagnia guidata dal capitano Esposito Vangone per capire cosa possa esserci dietro la notte di intimidazioni a colpi d'arma da fuoco che si è consumata a Vazzano, piccolo centro situato a cavallo tra le Serre e l'Alto Mesima. Persone al momento ignote, infatti, hanno dapprima sparato dei colpi, presumibilmente di fucile, contro il cofano e il parabrezza dell'autovettura di un imprenditore edile, la cui abitazione si trova a passi dal luogo in cui era parcheggiata la sua auto. Quindi è stata la volta di un negozio di materiali per l'edilizia situato sulla strada provinciale che porta a PIzzoni: tre colpi d'arma da fuoco alla saracinesca dell'esercizio commerciale. Ultima tappa del giro di messaggi al piombo un'abitazione di campagna raggiunta da un colpo d'arma da fuoco che si è fermato al portone. Sugli episodi, inquietanti, stanno indagando gli uomini dell'Arma della locale stazione e della Compagnia di Serra.

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mini panda_rubataSERRA SAN BRUNO - Un episodio certamente strano, che però potrebbe essere solo il frutto di una bravata di qualcuno che ha pensato bene di crearsi così un'alternativa (illegale) alla noia paesana. Nella tarda serata di ieri, una Fiat Panda intestata ad una donna serrese, T.G., è stata rubata nei pressi del piazzale antistante al campo di calcetto situato su via Giacomo Matteotti. I proprietari dell'auto hanno subito denunciato il furto ai carabinieri della locale Stazione, non immaginando di certo che il "caso" si sarebbe risolto nel giro di poche ore. La Fiat Panda rubata, infatti, è stata ritrovata stamattina davanti all'entrata di un casolare di campagna a Spadola, in località Pendini, di proprietà del consigliere comunale Mirko Tassone. Ad avvertire i carabinieri è stato proprio il padre di Tassone, che stamattina recatosi sul posto si è subito accorto della presenza dell'auto.

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mini logo_rdtLa Rete difesa del Territorio "Franco Nisticò" non molla e continua a chiedere la fine del commissariamento dei rifiuti in Calabria. Di seguito la nota del movimento calabrese che da tempo lotta su più fronti per difendere il territorio e le sue risorse. "Il popolo calabrese non è più disposto ad accettare alcun ricatto o speculazione sul proprio territorio: questo è il messaggio chiaro scaturito da un intenso anno di iniziative della RdT, culminato con la grande manifestazione del 12 Novembre a Crotone e proseguito col blocco della SS 106 a Cariati l’11 Dicembre. La parola d’ordine di queste manifestazioni è cristallina: fine del commissariamento all’emergenza rifiuti. Quello che fino a ieri era un porto delle nebbie di cui molti cittadini ignoravano l’esistenza, è diventato noto a tutti i calabresi ed ha suscitato il grido che dalle strade di Crotone è giunto stridente fino a Palazzo Campanella ed ai palazzi romani: "mò basta".

Le voci che si susseguono in questi giorni e la mancata consueta proroga del commissariamento calabrese nel decreto “mille proroghe” sembrano dar ragione a quei calabresi, ma consapevoli degli interessi, anche ‘ndranghetisti, che ruotano intorno alla monnezza, non abbiamo intenzione di mollare la presa. Nei prossimi giorni i calabresi dovranno avere conferma della cancellazione della ridicola istituzione che da 15 anni ha devastato il territorio agendo in deroga alle norme che tutelano la nostra salute, spendendo 1,4 miliardi di soldi nostri e permettendo ad un manipolo di speculatori privati di tenere in pugno il ciclo dei rifiuti regionale. Qualora questo non accadesse, la Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò” tornerà a manifestare per le strade ed a bloccare le discariche, simbolo del fallimento della classe politica calabrese e punti nevralgici del fragile ciclo dei rifiuti, ad un anno dal blocco della discarica di Pianopoli (CZ).

Non abbiamo intenzione di accettare commissariamenti camuffati da fantomatiche fasi di transizione, come già accadde in passato: l’unica via ragionevole è il ritorno della responsabilità agli enti locali, i quali senza alcuna deroga devono realizzare un sistema completamente pubblico che si basi sulla raccolta differenziata spinta porta a porta finalizzata al riciclo e riutilizzo totale. Chi non è in grado di farlo, dal sindaco del piccolo comune alle istituzioni regionali, passando per i presidenti della provincia, si dimettano senza riserve. Il tempo della cuccagna maleodorante che da decenni regna in Calabria è finito".

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Sabato, 07 Gennaio 2012 20:34

Serra, così si fa!

mini 193663_1782892585662_1639899803_1695483_8014536_oSERRA C/5 – AMANTEA     5 – 4
SERRA C/5: Carrera, Ciconte A. Ciconte B. Ciconte D., De Caria G., De Caria F., De Padova, Capone, Zaffino, Squillacioti, Tino, Albano. All.: Pisani
AMANTEA: Petralia, De Luca, Motolese, Gagliardi, Fazio, Suriano, Furano, Provenzano, Delizia, Forte, Pagliaro. All.: Prati
MARCATORI: Furano (3 – A), Gagliardi (A), De Caria F. ( S - 2), De Caria G. (S), Zaffino (S), Tino (S)
SERRA SAN BRUNO – E’ proprio in caso di dire: finalmente! Il Serra del presidente Claudio Pisani, infatti, riesce nell’intento di riscattare la sconfitta di Locri ed a centrare la seconda vittoria stagionale, dopo quella ottenuta ad ottobre, sempre in casa, contro il Città di Rende. Prestazione positiva per il quintetto serrese che, con questi tre punti, approfitta del passo falso del Citrarum e si porta in terz’ ultima posizione. Ma veniamo alla cronaca del match. Pronti, via ed i bianco blu vibonesi si portano subito in avanti alla ricerca del gol grazie al solito De Caria Gregorio che impensierisce più volte l’estremo difensore cosentino con tiri da fuori. Nonostante la supremazia dei primi minuti, però, l’ Amantea alla prima occasione degna di nota passa con Furano. Nemmeno il tempo di festeggiare ed il Serra pareggia i conti con De Caria G., servito da Ciconte. Dieci minuti più tardi, è sempre l’ Amantea ad andare in rete grazie al solito Furano. Al 21’ De Caria Francesco porta di nuovo i suoi sul 2 a 2. Al 23’ nuovo affondo ospite con Gagliardi ma, quasi allo scadere, De Caria F. manda tutti negli spogliatoi sul risultato di 3 a 3.  Nella ripresa, il quintetto vibonese si porta subito in avanti alla ricerca del gol che arriva al 7’ grazie a Zaffino. Al 19’, poi, Tino raddoppia le marcature e, quasi allo scadere, l’ Amantea accorcia le distanze con Furano.  Risultato finale: Serra batte Amantea 5 a 4.

 

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mini loieroL'ex governatore della Calabria, Agazio Loiero, attuale coordinatore politico nazionale della federazione tra MPA ed Autonomia e Diritti, punta il dito su alcune presunte nuove assunzioni nel comparto della sanità Calabrese. Loiero afferma "Non so se è vera la notizia di nuove assunzioni di personale presso alcune aziende sanitarie o ospedaliere calabresi. Se fosse vera sarebbe grave, considerate le dichiarazioni di Scopelliti a Porta a Porta subito dopo la vittoria, secondo il quale io avrei fatto un numero scellerato di assunzioni, laddove invece mi sono limitato a stabilizzare dei precari, soprattutto a Reggio Calabria. Precari che, in mancanza di stabilizzazione, avrebbero comportato il rischio di chiusura di strutture di prima necessità, a partire dal Pronto soccorso. Detto questo, da quello che mi risulta – continua l'ex presidente - non capisco come è possibile che in questa grave situazione economico-finanziaria siano state assunte in maniera stabile ed in pieno piano di rientro 200 persone circa, col pretesto di coprire un limitatissimo turnover (ferie, malattie…), sulla base di un invito del Direttore del Dipartimento rivolto alle aziende. Ovviamente, se questa notizia venisse confermata, Massicci chiederà la testa del Direttore Generale. Quello che oggi mi chiedo - ha chiuso LOIERO - è: Che succederà? E soprattutto: quale politico aveva il potere di avallare questa situazione? Perché è davvero singolare che siano sempre i dirigenti, in momenti così delicati, ad assumere iniziative senza il plauso della politica. Ed è davvero incredibile che ogni volta si scarichi tutto sulle spalle dei dirigenti”.

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mini JUNIORES_CALCIO_A5Festival del gol alla palestra di via San Brunone di Colonia tra il Serra calcio a 5 e l’ Asd Sensation profumerie calcio a 5. Alla fine, però, ha prevalso la maggiore concretezza sotto porta dei ragazzi di mister Carrera che, con questa vittoria, consolidano il quarto posto in classifica. Parte bene il quintetto di casa che, dopo vari tentativi, si porta addirittura sul 3 a 0 grazie alle marcature di Capone S. e Carchidi (doppietta). Dopo soli dieci minuti, però, gli ospiti inizialmente pareggiano i conti per poi portarsi addirittura sul momentaneo 4 a 3. La reazione del Serra non si fa attendere: prima Tassone pareggia i conti; poi, Capone S. firma il sorpasso e, sempre Tassone, porta i locali sul momentaneo 6 a 4. La partita sembra in pugno quando Capone S. (gol da applausi) e Tassone aumentano sempre di più il vantaggio serrese. I reggini, però, vanno in rete nelle successive tre occasioni e si portano sull’ 8 a 7. Quasi allo scadere, però, Iorfida mette a sicuro il risultato (9 a 7 finale). All’indomani della vittoria in campionato, il capitano del Serra, Andrea Capone ha commentato così i tre punti conquistati contro i reggini: "Personalmente – ha affermato – sento il dovere di porgere le scuse alla formazione ospite per le condizioni non ottimali del campo. Ringrazio il mister ed i ragazzi per questa importantissima vittoria, la cui dedica non può non andare ai ragazzi di mister Pisani, che ci sostengono e ci aiutano ad ogni piccolo inconveniente. Sono sicuro, inoltre, che i risultati arriveranno anche per loro". 

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