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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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L'incendio, di vaste proporzioni, ha interessato un capannone adibito a ricovero di animali situato tra i comuni di Soverato e Satriano, dove si trova un'azienda agricola. Due uomini sono rimasti ustionati, di cui uno in maniera grave: si tratta del proprietario dell'azienda e di un operaio che stavano facendo dei lavori di saldatura mentre si è propagato l'incendio. L'operaio è stato trasportato in eliambulanza a Napoli, all'ospedale Caldarelli. A favorire l'incendio, probabilmente, anche la notevole presenza di fieno che si trovava nello stabile che misura oltre 400 metri quadri. Al momento non è possibile stabilire se si tratta di un rogo di natura dolosa. Nell'incendio, domato dai Vigili del Fuoco, sono morte anche una ventina di mucche e sono stati danneggiati alcuni mezzi agricoli.
SERRA SAN BRUNO - Ancora un edificio in fiamme nel cuore della cittadina della Certosa. Questa sera un violento incendio ha quasi completamente distrutto quello che rimaneva di una vecchia casa del centro storico. Quando gli abitanti delle case limitrofe a quella in fiamme si sono accorti dell'incendio ed hanno avvertito le vicine stazioni dei Carabinieri e dei Vigili del fuoco, era ormai troppo tardi. Nonostante il tempestivo intervento dei pompieri e delle forze dell'ordine, le fiamme avevano già completamente devastato l'edificio disabitato, distruggendo qualsiasi cosa al suo interno. Non si esclude, tra le cause che hanno scatenato il rogo, l'ipotesi dolosa.
SPADOLA - Nonostante la grandine, che in queste ore si sta abbattendo in grande quantità sulle Serre vibonesi, un incendio di grosse dimensioni è divampato stasera in un deposito di materiale edile situato alle porte di Spadola. L'incendio, le cui cause sono ancora tutte da accertare, ha provocato ingenti danni al capannone. Sul posto sono impegnate tutte le squadre di Vigili del Fuoco del distaccamento di Serra San Bruno che stanno domando l'incendio. Sul posto anche i carabinieri della locale Compagnia, agli ordini del capitano Esposito Vangone, cui spetterà il compito di verificare se il rogo abbia avuto o meno origine dolosa. Al momento, comunque, l'ipotesi più accreditata pare essere quella di un fulmine che potrebbe aver provocato l'insorgere delle fiamme. All'interno del fabbricato sono andati in fumo materiali da costruzione, legname, plastica e altro materiale. Le fiamme hanno reso il capannone completamente inagibile poichè il metallo di cui era fatta la struttura si è piegato su se stesso a causa delle alte temperature. E' stato impedito, ad ogni modo, che il rogo si propagasse nei terreni limitrofi.
Una lettera di minacce indirizzata al giornalista Nicola Lopreiato, capo servizio della redazione vibonese della Gazzetta del Sud. Mittente: Leone Soriano (foto), attualmente detenuto e ritenuto dagli investigatori il capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta di Filandari. ''Invece di rompere ogni giorno con la cosca Soriano, che non esiste e non e' mai esistita - e' scritto nella lettera spedita dal carcere di Cosenza - pensa di piu' alla tua famiglia che e' meglio per tutti''. ''So che finiro' in tribunale anche per questa lettera - ha scritto ancora Soriano - ma devi finirla di rompermi i .... Mi hai fatto passare per un morto di fame ma non lo sono. Ho vinto due milioni di euro al gratta e vinci ma non ti dico in che banca sono''. Nella lettera, composta da due pagine, Soriano se la prende anche con esponenti delle forze dell'ordine ed ex amministratori comunali di Filandari. Nel novembre scorso Soriano era stato arrestato, insieme ad altre nove persone, nell'ambito dell'operazione ''Ragno'' coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai carabinieri contro la stessa cosca. Le accuse sono di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, incendio, detenzione e porto abusivo di armi e di esplosivi, aggravati dalle modalita' mafiose. Nel provvedimento si contesta anche il reato di minacce contro alcuni carabinieri e giornalisti, tra cui lo stesso Lopreiato. Nelle carte dell'inchiesta, investigatori ed inquirenti hanno evidenziato come la cosca Soriano avesse assoggettato non solo Filandari, ma anche alcuni centri vicini. Nicola Lopreiato ha subito denunciato il fatto ai carabinieri. Della vicenda e' stato informato anche il prefetto di Vibo, Luisa Latella.
Preoccupante catena di intimidazioni nell'hinterland vibonese. La scorsa notte, intorno alle due, sono stati esplosi alcuni colpi di pistola calibro 7,65 contro gli infissi della pizzeria "Lo Spizzico", di proprietà di un 35enne, F.F. di Vena di Ionadi, centro poco distante da Vibo Valentia. Le pallottole, dopo aver colpito gli infissi, sono penetrate all’interno dell’attività commerciale che si trova sulla statale 18 che collega il capoluogo di provincia e Mileto, a poca distanza dal panificio dove la notte scorsa è stato fatto esplodere un ordigno che ha provocato un incendio. Sull'accaduto indagano i carabinieri della Stazione di Vibo diretti dal luogotenente Nazzareno Lopreiato. Appena 15 giorni fa a Jonadi si era verificato un altro episodio analogo: ignoti fecero esplodere un ordigno rudimentale sull'ingresso del ristorante "Il Pasticcino", situato nella stessa zona del panificio incendiato ieri sera e della pizzeria contro cui stanotte sono stati esplosi i colpi di pistola.
Pare che sia stata l'esplosione di un ordigno di natura imprecisata a provocare, nella serata di ieri, l'incendio di un panificio a Vena di Jonadi (VV). Il fatto è avvenuto all'interno dell'esercizio commerciale di cui è titolare la 24enne I. C., che è situato lungo la statale 18 che da Vibo Valentia porta a Mileto. Ad attirare l'attenzione della prorietaria è stato lo scoppio che ha divelto gli infissi. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco coordinati dal funzionario Domenico Ferito, che hanno limitato i danni, e gli agenti della polizia di Stato che stanno indagando sulla natura del fatto. Sul posto sono state trovate infatti tracce di benzina. Non si esclude, dunque, sulla base delle prime risultanze raccolte sul posto, che l'incendio sia riconoducibile al racket delle estorsioni. Appena 15 giorni fa a Jonadi si era verificato un altro episodio analogo: ignoti fecero esplodere un ordigno rudimentale sull'ingresso del ristorante "Il Pasticcino", situato nella stessa zona del panificio incendiato ieri sera.
SERRA SAN BRUNO - Sono stati alcuni passanti, stamattina intorno alle 5, a dare l'allarme per l'incendio sviluppatosi in una palazzina in pieno centro storico e ad allertare i Vigili del Fuoco del distaccamento di Serra San Bruno. La squadra di soccorso ha subito raggiunto Piazza tenente Pietro Tedeschi dove, al terzo piano, su un balcone, si trovava una famiglia intera di sette persone che cercava di rifugiarsi per sfuggire alle fiamme. Con l'ausilio della "Scala Italiana" i vigili hanno subito raggiunto il balcone e hanno tratto in salvo le persone intrappolate. Nel frattempo, il resto della squadra ha sfondato il portone di ingresso del fabbricato e ha così portato in salvo due anziani che si trovavano nell'appartamento ubicato al secondo piano dell'edificio. Successivamente sono intervenute anche le squadre arrivate dal distaccamento di Chiaravalle Centrale e dalla Sede Centrale del Comando, impedendo così che l'incendio si propagasse alle abitazioni limitrofe. Un incendio spaventoso, dunque, che poteva avere conseguenze ancora peggiori di quelle che ha avuto. I servizi sociali del Comune di Serra, intanto, già nella giornata di oggi hanno trovato un sistemazione temporanea per la famiglia che abitava al terzo piano della palazzina e che era rimasta senza una dimora.
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