Nella giornata odierna, i finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno sottoponendo a sequestro un patrimonio mobiliare e immobiliare, del valore stimato di oltre 800mila euro, nei confronti di soggetti appartenenti o contigui al clan Gallace, consorteria mafiosa operante nei comuni di Anzio e Nettuno, riconducibile al “locale” di Guardavalle, in provincia di Catanzaro.

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processo toga2Il sostituto procuratore Salvatore Curcio, a conclusione della fase requisitoria nel processo per l’omicidio del parrucchiere Placido Scaramozzino, assassinato nel settembre del 1993, ha chiesto ieri due condanne all’ergastolo e una a 24 anni di reclusione, rispettivamente, nei confronti di Antonio Altamura (66 anni, ritenuto il capo della cosca 'ndranghetista della frazione Ariola di Gerocarne), Vincenzo Taverniti (53 anni, di Stilo) e Antonio Gallace (47 anni).

Le richieste di condanna sono state avanzate dai giudici della Corte d'assise d'appello di Catanzaro, dinanzi ai quali è in corso il processo di secondo grado, mentre, in primo grado, nell'aprile dello scorso anno, era stata sentenziata la condanna di Altamura e Taverniti e l'assoluzione di Gallace. Chiave del dibattito si è rivelata essere la dichiarazione fornita da un minore coinvolto nel delitto, che ha deciso di collaborare testimoniando al processo. Le dichiarazioni fornite dal giovane alla Dda di Catanzaro hanno permesso di fare luce sull’omicidio, ritenuto un fatto riconducibile alla “strategia” di sterminio posta in essere dal gruppo Maiolo in modo tale da favorire l’ascesa del clan Loielo.

Placido Scaramozzino fu legato e trascinato nella boscaglia alla periferia di Gerocarne, tramortito a colpi di zappa in testa ed, in seguito, sepolto ancora vivo. Il punto esatto della sepoltura non è stato mai individuato, né segnalato agli inquirenti, di conseguenza il corpo di Scaramozzino, a distanza di anni, non è ancora stato ritrovato.

 

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mini Carabinieri-sorianelloI Carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro hanno tratto in arresto Cosimo Damiano Gallace, di 24 anni, figlio di Vincenzo, il presunto boss della cosca Gallace operante nei comuni di Guardavalle e Badolato. Il giovane è ritenuto dagli inquirenti un elemento di spicco della cosca che, da anni, è coinvolta nell'ormai famigerata ''Faida dei Boschi'', scoppiata inizialmente alla fine degli anni '80 e ripresa di recente con l'omicidio di Carmelo Novella - capo dell'omonimo clan - avvenuto a San Vittore Olona, in Lombardia e con quello di Damiano Vallelunga, il capo del clan dei Viperari, freddato a Riace nel 2009. 
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mini tribunali-pmC'è anche l'omicidio del boss di Serra San Bruno, Damiano Vallelunga, tra le accuse contestate dalla Dda di Reggio Calabria a 19 persone coinvolte nell'operazione "Confine" per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. Oltre che per l'omicidio Vallelunga, avvenuto a Riace il 27 novembre 2009, i pm Gratteri e Ombra nella richiesta avanzata al Gup hanno formulato accuse per associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, detenzione illegale di armi e tentato omicidio. In particolare, il rinvio a giudizio è stato chiesto per: Agostino, Bruno, Piero e Luigi Vallelonga, di Campoli, frazione montana di Caulonia (figli di Gianni Vallelonga, ucciso nella montagne tra le Serre e Stilo il 21 aprile 2010);

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mini giuseppe_bruno_e_caterina_raimondiUn vuoto di potere dopo omicidi e arresti di boss eccellenti. Un tentativo di espandere il predominio su territori ritenuti scoperti. Il vortice di interessi che sta intorno al business delle pale eoliche. Potrebbe essere questo lo scenario in cui è maturato il duplice omicidio avvenuto l’altro ieri sera a Vallefiorita, piccolo centro dell’entroterra catanzarese. Un delitto brutale: Giuseppe Bruno, 39 anni, e la moglie Caterina Raimondi, 29, investiti da una pioggia di proiettili, almeno 30 colpi di kalashnikov. Stavano uscendo dalla loro villetta di periferia, intorno alle 21, ma non hanno fatto in tempo nemmeno a salire in macchina. Lui è stato colpito all’addome, la giovane donna al volto. I killer – probabilmente uno solo a sparare, certamente affiancato da uno o più complici – hanno lasciato l’arma da guerra appoggiata a terra, vicino ai due cadaveri. Un gesto insolito. Un messaggio. Una sfida.

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mini giustizia

Il Pm Marisa Manzini ha avanzato nella mattinata di ieri al Gup distrettuale, Gabriella Reillo, una richiesta di rinvio a giudizio per i 43 imputati fermati nell’ambito dell’operazione antimafia "Luce dei boschi", a cui vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, tentato omicidio e detenzione di armi.
 
 L'inchiesta, scattata nel gennaio 2012, in seguito all’intervento della Dda e della Squadra Mobile di Catanzaro , mira a far luce sulle dinamiche criminali sviluppatesi negli ultimi 20 anni per mano del gruppo mafioso capeggiato dalle "famiglie" Altamura, Loielo, Emanuele, Gallace e Maiolo, con base nella "locale" di Ariola, frazione del comune di Gerocarne. 
 
Solo 16 dei 43 imputati hanno richiesto il rito abbreviato. Nel processo si erano già costituiti parte civile i Comuni di Gerocarne, Arena, Acquaro, Dasa', Pizzoni, Vazzano, Sorianello, Soriano, nonché Confindustria.
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mini carabinieriCi sarebbero anche i presunti assassini di Damiano Vallelunga tra le sedici persone arrestate questa mattina in un blitz condotto dai Carabinieri e dalla Polizia, coordinato dalla Dda di Reggio, nei confronti di presunti affiliati alle cosche Gallace, Ruga, Leuzzi, operanti nei comuni di Guardavalle, Monasterace, Caulonia, Stilo, Riace e Stignano. Il capo indiscusso del clan dei "Viperari" fu freddato il 27 settembre 2009 di fronte al Santuario dei Santi Cosma e Damiano, a Riace. Ed è stato proprio quell'omicidio a riaccendere la "faida dei boschi". Gli arrestati, accusati a vario titolo di omicidio, associazione mafiosa e altro, sono: Vincenzo Gallace di Guardavalle, Renato Comito di Caulonia, Cosimo Franzé di Caulonia, Vincenzo Franzé di Caulonia, Antonio Leuzzi di Stignano, Cosimo Leuzzi di Stignano, Angelo Misiti di Stignano, Salvatore Papaleo di Monasterace, Domenico Ruga di Monasterace (irreperibile), Andrea Sotira di Stignano, Cosimo Spatari di Placanica, Luca Spatari di Riace, Agostino Vallelonga di Fabrizia, Bruno Vallelonga di Monasterace, Damiano Vallelonga di Mongiana, Luigi Vallelonga di Caulonia, Piero Vallelonga di Caulonia.

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