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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
SERRA SAN BRUNO - Non sembrano attenuarsi i fenomeni di microcriminalità nel territorio serrese. Dopo l'episodio che ha visto, suo malgrado, protagonista, il consigliere comunale del gruppo ''Al lavoro per il cambiamento'', Mirko Tassone, la cui autovettura - parcheggiata in via Cavour, nei pressi dell'abitazione dell'esponente politico - è stata data alle fiamme, nella tarda serata di martedì si è verificato un altro episodio: ignoti, infatti, hanno fatto irruzione nell'abitazione di una signora del luogo, situata nei pressi del commissariato di Polizia, in via San Brunone di Colonia. I ladri avrebbero approfittato dell'assenza della titolare che, secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, avrebbe lasciato socchiuse le finestre dell'abitazione, consentendo dunque ai ladri di intrufolarsi all'intero, portando via del materiale da orologeria. Non appena la donna è rientrata, si è resa conto di quanto accaduto ed ha lanciato l'allarme. Sul posto sono intervenuti gli agenti del locale commissariato, guidati dal dirigente Antonio De Tommaso. Cresce, dunque, l'allarme nella cittadina della Certosa, per il susseguirsi di episodi che, a quanto pare, sembrano aver assunto una cadenza quotidiana.
Donna, spesso, è sinonimo di madre, e da uomo, ho sempre avuto gran rispetto per la donna. Rispetto in lei, nella natura che la predispone all’essere madre. Nella letteratura calabrese, nella poesia, la donna, sempre è stata trattata come un essere puro, quasi sacro, mai venendo meno, mai dissacrando questo principio di “santità della donna”. Cosi scriveva mio Sharo Gambino. “Santità intesa come purificazione mediante la maternità, anche quando la maternità è mancata per un difetto della natura o perché non c’è stato il seme a compiere il miracolo eterno della vita”. La donna dunque protagonista della famiglia e della società. Madre sinonimo di amore e di dolcezza. In Calabria, spesso, donne forti, destinate ad un destino che spesso le ghettizza, le rinchiude, le arresta in casa. Alvaro stesso, spesso parla di donna e di destino, nei suoi romanzi. L’opera tutta di Alvaro, quella letteraria, è da considerarsi palcoscenico di umanità, sulla cui ribalta la donna recita sempre un ruolo di primo piano. L’immagine che ho io della donna in questi giorni, purtroppo, è molto più cruda e triste. La descrizione della madre fatta da Ignazio Buttitta in “Lamento per la morte di Turiddu Carnovali”, di quella santità che da emblema di amore diventa odio e rabbia, l’odio di colei che si vede strappato il frutto del suo grembo, il dolore che solo e soltanto una madre può provare. Di nuovo Alvaro. Quella madre che non esita a mutarsi in “fiera” dalle unghie graffianti a lanciare l’anatema contro chi era stato la causa della rovina degli Argirò. “Maledizione a chi dico io. Maledizione a chi ha voluto il male delle creature innocenti. Che li fascino con l’allume di rocca, che vadano mendicando per i forni, che non abbiano pace, che la madre li vada cercando e non li riconosca” Questa madre, queste madri greche nel sentimento, nel volto, nei costumi e negli atteggiamenti, si legano con un filo conduttore lungo secoli a Medea. Non a quella Medea di Seneca, per il quale ella uccide i propri figli per gelosia verso il marito che l’ha abbandonata, ma alla Medea assai meno terribile de “La lunga notte di Medea”, che uccide i suoi figli non sopportando l’idea che essi debbano soffrire la fame o l’oppressione o l’esilio dell’emigrazione, li uccide per salvarli. Un amore talmente forte che arriva quasi alla perversione, ad una cinica interpretazione della realtà che non lascia spiragli e che vede la morte violenta come l’unica soluzione Le madri di ragazzi innocenti, le madri di ragazzi che sono stati inghiottiti dal fascino perverso della mafia, le madri che si sono trovate in mezzo ad una guerra di 'ndrangheta senza sapere come e perché e piangono mariti morti, figli in galera, figli probabili bersagli.”Fino a che si ammazzano tra di loro….” le donne non sono mai “tra di loro”, perché questi famosi “loro” che si ammazzano selvaggiamente sono figli di donne disperate. A loro il mio pensiero. Oggi specialmente alla madre di Filippo, oggi ancora alla madre di Pasquale.
(Enotrio, Onorata Società - Tre donne e un bambino)
VIBO VALENTIA – Stamattina, di fronte alle scuole elementari di Sant'Onofrio, una donna di 30 anni è stata accoltellata. Ad aggredirla sarebbero state una donna di 53 anni, Lucrezia Schiavone, nota alle forze dell’ordine, e la figlia Angela, 31 anni. Secondo quanto si è appreso, madre e figlia si sarebbero scagliate sulla malcapitata, con cui pare ci fossero forti attriti, colpendola prima con calci e pugni e poi con un coltello. La donna, ferita più volte alla schiena, è stata soccorsa da alcuni passanti che l’hanno condotta all’ospedale "Jazzolino" di Vibo, dove le sono stati applicati 20 punti di sutura. Le presunte responsabili, subito dopo l’aggressione si sarebbero date alla fuga. In meno di un’ora i carabinieri hanno rintracciato la madre mentre tentava di dirigersi verso Vibo, e l’hanno arrestata con l’accusa di tentato omicidio in concorso. La figlia risulta ancora irreperibile.
La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha aperto un fascicolo sulla morte di una donna di 64 anni, Vittoria Luberto, avvenuta ieri mattina all'ospedale Jazzolino di Vibo. La donna era ricoverata da alcune settimane a causa dell'aggravarsi di alcune patologie di cui soffriva tra le quali scompensi cardiaci e diabete. Momenti di tensione si sono registrati al momento del decesso tra i familiari della donna ed alcuni sanitari. Sul posto sono intervenuti poliziotti e carabinieri che hanno riportato la calma. I carabinieri hanno anche provveduto ad aprire le indagini sequestrando la cartella clinica. I familiari hanno poi formalizzato la denuncia lamentando eventuali responsabilità del personale dell'ospedale. Del caso si sta occupando il pm di turno Gabriella Di Lauro. Al momento non risultano essere stati adottati provvedimenti giudiziari. I familiari lamentano ritardi nei soccorsi alla donna che manifestava un progressivo aggravamento.
Aveva legato e imbavagliato una disabile ultranovantenne per tentare di rubarle i soldi della pensione. Un giovane di Mileto, Francesco Prostamo, di 26 anni, e' stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Vibo Valentia con l'accusa di tentata rapina e lesioni personali. Prostamo, la sera del 27 gennaio scorso, aveva fatto irruzione nell'abitazione della donna, che aveva legato e imbavagliato sulla sua sedia a rotelle, per cercare invano di costringerla a consegnargli i suoi averi, ma poi era fuggito non avendo trovato nulla. La donna aveva riportato alcune lesioni al volto.
SERRA SAN BRUNO - E' una morte atroce quella a cui è andata incontro Rosa Tassone, 80enne serrese che viveva da sola a due passi da corso Umberto I. L'anziana donna, oggi pomeriggio, è stata trovata morta riversa sul braciere che usava per riscaldarsi, mentre la sua casa andava a fuoco. Ad accorgersi del fumo che fuoriusciva dalle finestre sono stati i vicini di casa, che hanno forzato la porta d'ingresso ma che non sono riusciti ad entrare a causa del divampare delle fiamme. L'incendio è stato domato dai Vigili del fuoco del distaccamento di Serra San Bruno, subito intervenuti, ma purtroppo per la donna non c'era più nulla da fare. Secondo una prima ricostruzione, Rosa Tassone potrebbe aver accusato un malore a causa delle esalazioni del braciere, e potrebbe aver perso conoscenza cadendo sulle braci, che l'hanno uccisa. Una morte tremenda che ha lasciato sgomenti parenti e vicini di casa della donna, una delle ultime rappresentanti di quella civiltà contadina che va ormai sparendo e che ha costituito la spina dorsale della società serrese. Una parente di Rosa Tassone che si occupava di lei, recentemente le aveva chiesto di utilizzare una stufa elettrica, ma lei ha insistito per tenersi il suo braciere, compagno forse unico di tante serate solitarie diventato, purtroppo, lo strumento di un destino crudele.
SERRA SAN BRUNO - Ancora ladri in azione nel centro storico serrese. Ieri sera intorno alle 18,30 M.T.I., una 50enne residente nel rione "Zaccanu", tornando a casa con le buste della spesa in mano si è trovata davanti ad una scena certamente poco piacevole: la sua abitazione, in cui vive con l'anziana madre, era stata messa completamente a soqquadro dai topi d'appartamento che agiscono da tempo indisturbati nei vicoli di Terravecchia. Questa volta, però, il bottino è stato molto più magro che in altre occasioni: i malviventi non hanno portato via praticamente nulla, perchè la donna non tiene in casa ingenti somme di denaro nè oggetti di grande valore, ma probabilmente anche perchè il suo ritorno a casa potrebbe aver colto di sorpresa i ladri mettendoli in fuga. Gli autori del tentato furto, che hanno agito anche stavolta in pieno giorno, hanno forzato il cancello di legno del giardino e poi, attraverso una finestra di un edificio adiacente, si sono introdotti nell'abitazione della donna e hanno rovistato dappertutto in cerca di qualcosa che avrebbe potuto far fruttare la loro azione criminosa. Invece stavolta sono stati costretti a scappare a mani vuote.
Gravissimo incedente stradale a Vibo Marina, intorno alle 16.30 di oggi. Un uomo, Giuseppe Raffele di 40, commerciante del luogo, alla guida di un'autovettura, stava viaggiando verso Porto Salvo in compagnia della madre. Nell'affrontare una curva l'uomo ha perso il controllo del mezzo finendo per cappottare più volte. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco ed i medici del 118 che hanno provveduto ad estrarre, dalle lamiere contorte, l'anziana donna trasportandola presso il vicino Jazzolino, mentre per l'uomo non c'è stato niente da fare. Il corpo è stato estratto già esanime.
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