Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
A causa dei lavori di realizzazione della nuova autostrada ed, in particolare, per consentire il varo delle travi del nuovo viadotto `Mesima 4` in carreggiata sud, l' Anas comunica che dalle ore 22 di lunedì 18 febbraio alle 6 di martedì 19 febbraio e dalle ore 22 di mercoledì 20 febbraio alle ore 10 di giovedì 21 febbraio 2013, sarà chiuso al traffico il tratto dell`autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria compreso tra gli svincoli di Vibo Valentia/Sant`Onofrio (km 348,250) e Rosarno (km 383,000), in direzione sud e tra Gioia Tauro (km 392,000) e Vibo Valentia/Sant`Onofrio in direzione nord. Per effetto della chiusura saranno interdette al traffico la rampa di ingresso in direzione Reggio Calabria dello svincolo di Vibo Valentia/S. Onofrio; le rampe dello svincolo di Serre esclusa quella di ingresso in direzione Salerno; tutte le rampe dello svincolo di Mileto e la rampa di ingresso in direzione Salerno dello svincolo di Rosarno. Nelle ore di chiusura i veicoli diretti a sud potranno uscire allo svincolo di Sant`Onofrio, proseguire lungo la strada statale 18 con rientro in autostrada allo svincolo di Rosarno. I veicoli in direzione nord saranno deviati allo svincolo di Gioia Tauro (km 392,000) e rientro in A3 allo svincolo di Sant`Onofrio.
Riceviamo e pubblichiamo:
Il responsabile aveva incaricato per la realizzazione del casolare, in zona boschiva sottoposta a vincoli, una ditta edile del luogo senza essere in possesso delle relative autorizzazioni.
Mongiana – Gli agenti del Comando Stazione di Serra San Bruno (VV) hanno denunciato un pensionato 62enne del posto, tale M.C., perché, senza aver acquisito le necessarie autorizzazioni, aveva commissionato ad un ditta edile locale la costruzione di una struttura in legno con platea in cemento nella località Gozzi dello stesso Comune.
L’accertamento è stato possibile effettuando un consueto giro di perlustrazione e controllo del territorio nella zona interessata.
Al momento della constatazione stava lavorando un solo operaio il quale riferiva che l’opera era stata ordinata dal M.C., proprietario del fondo. Non era a conoscenza, però, dell’esistenza o meno delle necessarie autorizzazioni.
Convocato sul posto, il M.C. non era in grado di esibire alcun titolo autorizzativo, propedeutico per la realizzazione del casolare in questione.
La mancanza delle autorizzazioni veniva confermata dagli accertamenti espletati presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Serra San Bruno.
Di conseguenza, si procedeva ad apporre i sigilli e sequestrare l’intero manufatto, avente una superficie pari a 60 mq.
Il responsabile veniva deferito presso la competente Autorità Giudiziaria per violazione al vincolo paesaggistico-ambientale, per violazione alla normativa urbanistico-edilizia nonché per violazione al vincolo idrogeologico perché, sempre in assenza di autorizzazione, per effettuare lo sbancamento del terreno si era altresì reso necessario praticare il taglio di parte del soprassuolo boschivo ed effettuare lo sradicamento delle ceppaie.
CORPO FORESTALE DELLO STATO
COMANDO PROVINCIALE
VIBO VALENTIA
Non usano mezze parole i Giudici della sezione di controllo che in due sedute, il 13 ed il 20 dicembre, hanno vagliato le condizioni del Comune di Reggio Calabria: “Una situazione già compromessa, tipica di un ente decotto. Un dissesto ormai da tempo fattualmente concretizzatosi”. Si attende per tanto “la delibera accertativo-ricognitiva dello stato di decozione”. Insomma sulla neo città metropolitana aleggiano i fantasmi del dissesto finanziario e Palazzo San Giorgio, fortino di quel “modello Reggio” made in Giuseppe Scopelliti, è già con un piede nella fossa.
La carriera politica dello sprezzante Scopelliti scorre quindi sul filo del rasoio. Il governatore per sfuggire al tracollo della sua Reggio, avrebbe deciso di concorrere per il Senato in una lista apparentata al PDL. Le possibili alternative in questo caso sarebbero due: una candidatura da capolista con la sua “Scopelliti Presidente” o, più plausibilmente, nel movimento “Grande Sud”, a cui avrebbero già aderito diversi presidenti di regioni meridionali in quota PDL (Caldoro, Cappellacci e Jorio).VIBO VALENTIA - C’è poco da fare. A Palazzo “Luigi Razza” i conti proprio non tornano. All’interno delle casse del Comune di Vibo sarebbe stato riscontrato un buco di circa 22 milioni di euro. Gli accertamenti, effettuati dalla Prefettura, avrebbero dunque svelato una situazione economica catastrofica dettata da una gestione quantomeno allegra delle casse comunali. E di certo poco trasparente. Al di là del disavanzo che l’ente vibonese si trascina già dal consuntivo del 2011 (4milioni di euro), sembra che il buco nell’ultimo esercizio finanziario sia stato ulteriormente allargato dal prelievo di somme ingenti, sottratte con il consenso dell’assessore comunale alle Finanze Giuseppe Scianò. Avrebbero usufruito dei fondi proprio gli attuali vertici dell’amministrazione vibonese, fra cui il sindaco Nicola D’Agostino, per coprire le cospicue uscite finalizzate al pagamento delle laute consulenze esterne
SERRA SAN BRUNO - Adesso è ufficiale: di mattina a Palazzo Chimirri tutti si vogliono bene. Anche questa volta, immerso in una smielata atmosfera da libro “Cuore”, in solo mezzora si è velocemente consumato l’ennesimo Consiglio comunale serrese. Ma come mai dopo il vuoto atavico di 5 mesi (da marzo ad ottobre non ci furono convocazioni) si è passati ad un proliferare di ben 3 consigli in soli 17 giorni?
L’arcano è presto svelato. Il regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale all’Art. 19, riguardo la decadenza e rimozione dei consiglieri (leggi Bruno Zaffino) recita: “la decadenza dalla carica di Consigliere per ripetuta e non giustificata assenza alle adunanze consiliari […] viene dichiarata quando le assenze hanno raggiunto il numero stabilito dallo statuto (ossia 3, ndr)”. Quindi lo scopo della convocazione di cosi tanti consigli in così pochi giorni, è probabilmente legato allo squallido tentativo di far fuori dall’assise il consigliere “scomodo”, già rimosso dalla carica di assessore, Bruno Zaffino. La maggioranza spera che Zaffino, assentandosi ingiustificatamente per 3 consigli consecutivi, possa decadere e subire di conseguenza la surroga, ossia la sostituzione. In tal modo sarebbe estromesso dai giochi, tanto da non poter più “esercitare nessuna delle funzioni connesse a tale carica (Art. 20 dello stesso regolamento)”. Per inciso, stamattina Zaffino era assente e per il 3 novembre, fra soli quattro giorni, è già stato convocato un’altro Consiglio Comunale. Repetita iuvant.
Per la cronaca, il 1° ed il 2° punto riguardano la determinazione delle aliquote Irpef ed Imu 2012. L’Irpef rimane quella del 2011, e l’IMU non può essere applicata al minimo perché, dice il Sindaco, “da qualche parte i soldi li dobbiamo prendere”. Se opere come gli impianti fotovoltaici, più che convenzionarli al Parco delle Serre, il Comune le facesse in autonomia forse quella “qualche parte” da cui prendere i soldi non corrisponderebbe con la già magra tasca dei cittadini. I punti passano.
A proposito di convenzioni, il 3° punto si preoccupa del mantenimento dell’ufficio del Giudice di Pace. La quota annuale di 25mila euro per le spese di utenza e cancelleria sarà ripartita in: 5mila apportati dal Comune di Serra, 10mila da altri comuni ed i restanti 10mila dalla Comunità Montana che nel suo stabile ospita già l’ufficio. Perfetto. La cosa non fa una grinza. Peccato che la minoranza si ritrovi in mano uno schema di convenzione “copia e incolla”. Infatti l’atto ufficiale votato stamattina più che della Comunità Montana delle Serre Calabre, riporta il nome del Comune di Sora (cittadina del Lazio meridionale). La conservazione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Sora fu discussa, come si può notare dall’albo on-line dello stesso comune del Frusinate, nel Consiglio comunale di Sora dello scorso 1 marzo con prima convocazione alle ore 17 e seconda convocazione alle ore 18. Ecco svelato il perché dei Consigli Comunali mattutini. Il pomeriggio la maggioranza serrese è impegnata a seguire quelli di Sora.
Riceviamo e pubblichiamo:
Sono stati deferiti in stato di libertà i due soggetti, tale C.N., 56enne imprenditore edile, in concorso con C.S. di anni 28, entrambi originari di San Calogero (VV), autori dello sfruttamento abusivo di un’area di circa 7.000 mq in località Fondo Rotondello di Filandari (VV), dalla quale veniva estratto abusivamente materiale calcareo.
L’attività investigativa è stata originata da una segnalazione pervenuta presso la Sala Operativa Regionale del CFS, tramite il numero di emergenza ambientale 1515.
Nel corso delle operazioni, gli agenti del Comando Stazione Forestale di Spilinga (VV) hanno monitorato per circa dieci giorni quanto stava accadendo nella località in esame, documentando un sistematico via vai di mezzi meccanici intenti nelle opere di escavazione.
Dopo una serie di riscontri documentali che hanno evidenziato l’illegittimità delle opere, il personale operante ha deciso di intervenire, sancendo l’epilogo dell’ ennesimo scempio ambientale consumato ai danni del territorio.
Sono così finiti sotto sequestro un grosso autocarro ed un escavatore cingolato, adoperati per la commissione del reato, nonché il fondo di natura agricola di circa 7000 metri quadrati dal quale veniva sottratto indebitamente l’ingente quantitativo di materiale inerte, impiegato per la produzione di miscele cementizie.
I successivi rilievi del Corpo Forestale, eseguiti con l’ausilio di strumentazione GPS e la consultazione di aerofotogrammetrie del luogo, hanno sottolineato come l’ attività delittuosa, posta in essere dagli indagati, abbia comportato una significativa e permanente modificazione dello stato dei luoghi, creando una vistosa depressione del suolo con alterazione della morfologia e dell’assetto territoriale.
L’estrazione abusiva, nello specifico, ha interessato una parete rocciosa, creando un fronte di lunghezza pari a 40 metri lineari per una larghezza di 25 metri lineari ed altezza media di circa 5 metri. Le prime stime, basate anche sul raffronto tra le ortofoto degli anni trascorsi e la situazione di fatto, parlano di oltre 5000 metri cubi di materiale calcareo trafugato illecitamente, con profitti per svariate migliaia di euro.
I destinatari del provvedimento di sequestro, a cui è stata peraltro affidata la custodia giudiziaria dei beni, sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia in ordine al reato di abusivismo edilizio in concorso.
Il fascicolo relativo agli atti d’indagine è ora in mano alla Magistratura di Vibo Valentia che ha già convalidato il sequestro eseguito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato, iscrivendo i due soggetti nel registro degli indagati.
Intanto le indagini proseguono a ritmo serrato e mirano ad accertare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nella vicenda.
Corpo Forestale dello Stato
Comando Provinciale Vibo Valentia
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