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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Si alza il sipario sull’ottava giornata del campionato di Seconda categoria e i riflettori sono tutti puntati sulla gara che vedrà di fronte Real Serra e Mammola. L'incontro si disputerà domenica pomeriggio allo stadio comunale "La Quercia" con inizio alle ore 15. Con il primo posto ormai ben consolidato dalla Rombiolese, i giochi sono ancora tutti aperti per occupare una posizione nei playoff che garantiranno la seconda promossa del girone. Il Real Serra, archiviata la cocente sconfitta di Antonimina, si è subito rialzata con la vittoria nel derby di sette giorni fa contro l’Allarese; dall’altra c’è un Mammola agguerito che nelle ultime quattro partite ha inanellato la serie di una sconfitta e tre pareggi consecutivi.
I tre punti fanno dunque gola ad entrambe le formazioni, che sperano in un passo falso delle altre contendenti alle prime posizioni, anche in virtù di una classifica corta che potrebbe sconvolgere quella finale, domenica dopo domenica.
Se nei reparti arretrati non ci sono dubbi per mister Fortebuono, il tecnico chiaravallese dovrà inventarsi un attacco orfano già del bomber Maida a cui si è aggiunto per un brutto infortunio nella gara di Fabrizia anche una pedina importante come Simone Stingi, obbligato ad una sosta forzata per qualche settimana.
Non solo calcio nella gara di domenica,ma anche tanta vicinanza dal team del presidente Masciari alla famiglia di Salvatore Cirillo, prematuramente scomparso sul lavoro qualche giorno fa. Infatti è stata positivamente accolta dalla delegazione provinciale della Lega Nazionale Dilettanti, la richiesta presentata dal Real Serra di poter osservare un minuto di raccoglimento per questa ennesima vittima del lavoro.
Tragico incidente sul lavoro a Serra San Bruno. A perdere la vita è stato Salvatore Cirillo, autotrasportatore 38enne di Ninfo, frazione di Serra San Bruno. In base a quanto siamo riusciti ad apprendere, Cirillo stava effettuando alcuni lavori di riparazione su un camion ribaltabile, in un cantiere sito sulla Strada Statale 110, alle porte di Serra San Bruno, quando ad un certo punto il cassone del mezzo ha ceduto e il giovane è rimasto schiacciato dallo stesso. Per lui non c'è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i Carabinieri della locale compagnia, guidati dal capitano Stefano Esposito Vangone ed un'ambulanza del 118.
Sono stati assolti con formula piena i due operai Afor, Rocco Iacopetta e Adriano Cirillo, entrambi residenti a Nardodipace nella frazione di Cassari, che erano stati imputati il 28 settembre 2012 per il reato – in concorso fra di loro - di coltivazione di sostanza stupefacente. Nel dettaglio l’accusa riguardava la messa a dimora, in un terreno ricadente nel Comune di Caulonia, in provincia di Reggio, di ben cento piante di canapa indiana con altezza compresa tra i 2,5 e i 3,5 metri.
Il giudice del Tribunale di Locri, Davide Lauro, dopo una lunga Camera di Consiglio, ha quindi accolto a pieno la tesi difensiva formulata dall’avvocato Raffaele Masciari, basata sulla estraneità dei due imputati rispetto ai fatti contestati. Il legale ha infatti evidenziato come non vi fosse alcuna traccia nel verbale d’arresto – né in tutti gli altri atti processuali – del fatto che i due operai idraulico-forestali fossero stati colti in flagranza di reato. Al momento del fermo, dopo le formalità di rito, nel settembre dell’anno scorso i due erano stati arrestati e tradotti, per due settimana circa, nella casa circondariale di Locri. All’udienza di convalida dell’1 ottobre 2012, il gip Caterina Capitò, aveva deciso la convalida dell’arresto, disponendone però l’immediata liberazione, applicando la contestuale misura dell’obbligo di dimora. In seguito il Pm era arrivato a chiedere la condanna di Iacopetta e Cirillo a 4 anni e mezzo di reclusione ciascuno e a 3.500 euro di ammenda. Il 17 dicembre scorso, infine, si è arrivati quindi alla totale assoluzione, in quanto i due operai non avrebbero commesso i fatti ascritti.
SERRA SAN BRUNO - La decisione è attesa per la fine di marzo. Il conto alla rovescia, dunque, è iniziato. La commissione d'accesso agli atti, insediatasi lo scorso 20 novembre, ha chiesto infatti al capo dell'Utg, Michele Di Bari, una proroga di altri 45 giorni in modo tale da verificare se sull'operato dell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Bruno Rosi, ci siano stati o meno condizionamenti della criminalità organizzata. Come si ricorderà, il prefetto di Vibo decise per l'invio della commissione d'accesso a seguito del coinvolgimento dell'ormai ex consigliere comunale Bruno Zaffino, nell'operazione ''Saggezza'', condotta dalla Direzione distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
Riceviamo e pubblichiamo:
L’ultimo scorcio del 2012 ha annoverato Maria Cirillo tra gli scrittori di opere narrative. L’uscita del suo libro, avvenuta il 21 dicembre scorso, ha segnato nuovamente il passo al protagonismo culturale fabriziese. L’autrice, infatti, è fabriziese doc. Nata a Fabrizia, ha vissuto e lavorato per 40 anni nella sua cittadina natia, dalla quale ha ricevuto affetto e stima ed alla quale ha reso i propri servigi con dedizione e professionalità. Nel suo primo romanzo “Lì, all’ombra delle pietre accastellate”, ha consacrato il suo amore per l’arte narrativa, esaltando e facendo rivivere la passione per i fantastici luoghi del misterioso territorio del Pecoraro, un tempo integralmente fabriziese ed infine ridimensionato dalle scissioni di Mongiana e Nardodipace. È sul versante occidentale di quest’ultimo, in stretta connessione con quello mongianese ed il frontale di Fabrizia, che si svolge il cuore della storia narrata dalla scrittrice Maria Cirillo. È una storia che appassiona già dalle sue prime pagine e che conforta la mente, conducendola dolcemente in un mondo fantasioso. Un romanzo autenticamente realistico, sia nella trama che nella concretezza moderna e contemporaneamente primitiva dei suoi struggenti personaggi.
Il romanzo è stato pubblicato dalla Casa Editrice Prospettiva di Civitavecchia.
Vincenzo Costa
VIBO VALENTIA - Il Gip Gabriella Lupoli non ha convalidato l'arresto effettuato dalla Polizia di Stato sabato scorso in contrada Ninfo: torna in libertà il 36enne Salvatore Cirillo, che era stato tratto in arresto dagli uomini del Commissariato di Serra San Bruno con l'accusa di detenzione illegale di munizionamento da guerra. Gli agenti guidati dal dirigente Domenico Avallone avevano rinvenuto delle munizioni in contrada Ninfo, in un'abitazione ritenuta nella disponibilità di Cirillo. Il giudice invece, nell'udienza di convalida tenutasi oggi, ha respinto le accuse del pm Vittorio Gallucci e ha accolto in toto le tesi difensive dell'avvocato Michele Ciconte, riscontrando la non sussistenza dei presupposti di legge per la flagranza e l'errata qualificazione del reato.
Una storia di ordinaria ingiustizia, tutta italiana. Anzi… forse la più emblematica storia di ordinaria ingiustizia tutta italiana. Una storia dimenticata o non conosciuta e proprio per questo emblematica. Gli elementi ci sono tutti: una grande azienda, una fabbrica che promette di dar lavoro, futuro e speranze ad una intera popolazione di un territorio del sud bellissimo, fra i più belli della costa dell’alto tirreno; ma anche imprenditori senza scrupoli, funzionari pubblici accondiscendenti, disposti a coprire, insabbiare, nascondere. E poi ci sono i morti, tanti, troppi! Circa cento secondo la difesa. La difesa, già, di un processo che ha dovuto superare nei suoi tredici anni di istruttoria tre richieste di archiviazione, due o tre procuratori del tribunale, tre o quattro pubblici ministeri. E gli imputati: nomi eccellenti, potenti con la forza e l’arroganza degli impuniti, nomi importanti nel campo economico ed istituzionale a livello nazionale.
E infine le famiglie: quelle degli operai che insieme ai sopravvissuti lottano disperatamente perché questa loro battaglia contro un sistema di ordinaria ingiustizia non resti solo la loro battaglia, ma diventi quella di un intero territorio e di una intera popolazione che ha pagato, e che continua a pagare, un prezzo altissimo al dio profitto in nome di un diritto, il diritto al lavoro spesso in questa terra negato.
La storia della Marlane e della strage di Praia Mare, del conte Rivetti e della “sua” statua del Cristo a “sua” immagine che domina la costa dando ad essa le spalle, della famiglia Marzotto, ma anche la storia di Luigi Pacchiano ex operaio ammalatosi come i suoi compagni morti sono raccontati in un libro inchiesta dirompente come un macigno, analitico e dettagliato come una futura sentenza, un libro inchiesta scritto a sei mani dallo stesso Pacchiano, dal giornalista Francesco Cirillo, intervistati dalla brava Giulia Zanfino.
«Questo gruppetto di lavoratori, soli, aggrediti dai sindacati ufficiali - scrive Cirillo nella prefazione - dai politici tutti, invisi a parte della cittadinanza compreso il sindaco, colpevolizzati di far chiudere la fabbrica con le loro denunce e far perdere il posto di lavoro a centinaia di padri di famiglia, chiedevano a noi un aiuto. E noi ci mettemmo a disposizione».
Il libro verrà presentato dai suoi autori a Lamezia nella serata evento che il Comitato Lametino Acqua Pubblica e l’Associazione Fahrenheit hanno organizzato domenica 29 Gennaio alle ore 17:30 presso la Rua Sao Joao.
L’occasione è quella di conoscere un storia che ci riguarda terribilmente da vicino, più di quanto noi immaginiamo, con la speranza che il grido di dolore di queste persone diventi una pietra miliare nel difficile cammino che porta alla verità e alla giustizia.
Fahrenheit - Associazione Culturale
Comitato Lametino Acqua Pubblica
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