Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Nella notte tra il 19 e 20 maggio 2012 i Musei di tutta Europa si mostreranno nell’inusuale e seducente veste serale, arricchendo l’offerta con musica, mostre, visite guidate, degustazioni. L’evento, con il patrocinio dell’Unesco e del Consiglio d’Europa, è nato in Francia nel 2005, e adesso coinvolge più di 40 paesi europei. Anche il Museo della certosa di Serra San Bruno, che si trova all'interno delle mura del millenario monastero bruniano, ha aderito all'iniziativa e dunque sabato sera aprirà i battenti ai visitatori dalle 18 fino alle 24. Il programma dell'interessante iniziativa comincia con la visita guidata, alle 21, tra i locali del Museo che riporducono i luoghi della certosa, mentre alle 22 ci sarà il concerto di muscia sacra per cetra di Suor Grazia Aurora del Volto di Dio. A seguire, infine, la degustazione di prodotti monastici e locali. L'appuntamento dunque è per sabato sera; per ulteriori info contattare il sito www.museocertosa.org (mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
Che fine ha fatto l’impegno per rilanciare il “turismo religioso” di cui gli attuali amministratori parlavano, un anno fa, in campagna elettorale? Che fine hanno fatto quei “professionisti” che, dai palchi del Pdl, si erano proposti per valorizzare l’immagine di Serra? Interrogativi che emergono prepotentemente constatando lo stato di abbandono e degrado in cui versa l’intera cittadina. Un contesto generale cui non sfuggono, neppure, i luoghi simbolo, quelli che dovrebbero rappresentare il principale volano turistico per l’intero territorio. Il centro storico, la Certosa, Santa Maria ed il sentiero “Frassati”, sono, ormai, diventati l’emblema del fallimento di quella che potremmo definire l’amministrazione del salvagente, ovvero un’amministrazione sballottata dalle onde che la trascineranno al fondo appena aumenteranno d’intensità. Ad ulteriore riprova di una situazione insostenibile, quanto riportato, nei giorni scorsi, in un articolo apparso su un quotidiano locale, in cui si parlava di una comitiva di malcapitati turisti inglesi rimasta “intrappolata” nel fango del sentiero “Frassati”. Un episodio frutto dell’ignavia di un’amministrazione comunale, che nella migliore delle ipotesi, è destinata a passare alla storia solo per le false promesse pronunciate in campagna elettorale. Quando nella scorsa estate denunciammo lo stato di abbandono in cui versava il sentiero “Frassati” qualcuno replicò piccato, affermando che la nuova amministrazione comunale non possedeva la bacchetta magica per risolvere in pochi mesi i problemi ricevuti in eredità. A distanza di un anno, però, appare evidente che ciò che manca al Sindaco ed ai suoi assessori non è solo la bacchetta magica. Le località con un minimo di vocazione turistica, usano programmare e modulare gli interventi al fine di poter presentare il volto migliore già in occasione delle festività pasquali, quando iniziano a manifestarsi i primi flussi turistici della stagione. Al contrario, a Serra regna l’immobilismo. Passate le festività pasquali, nulla è stato fatto, neppure, in vista del periodo dedicato alle gite scolastiche. Eppure, l’incomparabile bellezza che Serra ha la fortuna di possedere non richiede attività particolarmente accurate o impegnative. Basterebbe rendere accogliente ciò che già c’é, magari tagliando l’erba, raccogliendo le cartacce, spazzando le strade, curando il verde e svolgendo la semplice manutenzione ordinaria. Operazioni assai semplici che, l’amministrazione che non c’è non riesce a compiere. Un fatto evidente per quanti, quotidianamente, per diletto, per turismo o semplicemente per praticare attività sportiva percorrono il sentiero Frassati nel tratto compreso tra la Certosa e Santa Maria. E’ sufficiente muovere pochi passi per verificare il disdicevole stato in cui versa l’intera area. Si comincia con l’abbandono della zona a ridosso delle mura certosine. Si prosegue, poi, con le zone in cui il fango rende completamente impercorribile il sentiero. Una situazione incresciosa che diventa addirittura pericolosa quando si cerca di attraversare i ponti in legno posti lungo il percorso. A causa dell’incuria e della totale assenza di manutenzione in più punti mancano, infatti, le assi di copertura con il rischio che qualche malcapitato rischia di finirci dentro con prevedibile pregiudizio per l’incolumità personale. Un pericolo evidente per tutti, tranne per quanti, anziché camminare con i piedi ben piantati in terra, preferiscono procedere sospesi nel vuoto in cui stanno conducendo Serra.
Mirko Tassone (consigliere comunale "Al lavoro per il cambiamento")
Ci sono storie che diventano misteri per la loro capacità di vincere il tempo, diventando tetragone ad ogni indagine. La storia tormentata e misteriosa di Ettore Majorana, il geniale fisico catanese sparito nel nulla il 27 marzo 1938, è senza dubbio una di esse. Una storia segnata da continue rivelazioni che, in realtà, non hanno mai rivelato un bel nulla. Da oltre settant’anni, tra ipotesi, congetture e false verità, il mistero rimane fitto ed inaccessibile. Un mistero che Leonardo Sciascia ha cercato d’indagare e ricostruire, nell’ormai, celebre “La scomparsa di Majorana”, il volume pubblicato, da Einaudi, nel 1975. Un “giallo filosofico”, nel quale sono stati raccolti i sette articoli pubblicati, dallo scrittore di Racalmuto, su “La stampa”, di Torino, tra 31 agosto ed il 7 settembre 1975, con il quale viene messa in relazione la “fuga dal mondo” dello scienziato con una crisi etica e religiosa. Per Sciascia, il fisico avrebbe deciso di sparire, perché tormentato da dubbi e scrupoli morali derivanti dall’aver intuito, con grande anticipo, gli effetti terrificanti delle ricerche sull’atomo. Secondo la tesi avanzata dallo scrittore siciliano, Majorana avrebbe accuratamente architettato la scomparsa, prima di placare i propri tormenti interiori dietro la porta di un convento, o meglio di una certosa. Un luogo che Sciascia visita (foto) e del quale, nell’ultimo dei sette articoli dal titolo, “Nella Certosa la rivelazione”, dice: « […] siamo entrati in questa cittadella dei certosini, per seguire una sottile, inquietante traccia di Ettore Majorana. Una sera, a Palermo, parlavamo della sua misteriosa scomparsa con Vittorio Nisticò, direttore del giornale L’ora. Improvvisamente Nisticò ebbe un preciso ricordo: giovanissimo, negli anni della guerra o dell’immediato dopoguerra, insomma intorno al 1945, aveva visitato, in compagnia di un amico, un convento certosino; e ad un certo punto della visita, da un “fratello” […] avevano avuto la confidenza che nel convento, tra i “padri”, si trovava un grande scienziato. ». La certosa di cui parla lo scrittore, ben presto verrà associata a quella di Serra San Bruno. Eppure, Sciascia non ne fa mai il nome. In nessuno dei suoi scritti, infatti, viene esplicitamente indicata la località in cui si sarebbe rifugiato Majorana. Si parala genericamente di “una cittadella dei certosini” senza, mai, associarla al luogo in cui San Bruno trascorse gli ultimi anni della propria esistenza terrena. Come si giunse, quindi, ad identificare il luogo descritto da Sciascia con la Certosa di Serra San Bruno? Il “giallo”, a dire il vero, non durò molto, a rivelarlo, fu un giornalista della “Stampa”, Lorenzo Mondo, in un’intervista del 5 ottobre 1975, nella quale, per la prima volta, Sciascia rivela il luogo in cui ha condotto la sua indagine. Il titolo: “Parlando con Sciascia del fisico e di altre cose”, è corredato da un catenaccio quanto mai esaustivo: “Lo scrittore fa per la prima volta il nome del convento dove sarebbe fuggito lo scienziato: la certosa di Serra San Bruno”. Secondo l’estensore del pezzo: «A Sciascia venne in mente d'occuparsi di Majorana, di fargli posto tra le sue storie siciliane, quattro o cinque anni fa, sulla base di un'intervista rilasciata da Erasmo Recami. […]. Recami lo mise in rapporto con Maria Majorana, la sorella superstite dello scienziato: i documenti - lettere, appunti, testimonianze di amici - sui quali la singolare scomparsa gettava una forte luce di ambiguità, furono un grosso regalo per la disposizione investigatrice e raziocinante di Sciascia. Nei lettori del suo racconto resta però insoddisfatta la curiosità sulle conclusioni. Si sospetta che, dopo avere smontato la tesi del suicidio. Sciascia abbia imboccato, come dire, una « scorciatoia » poetica. « No - dice - sono convinto che sia andata così come ho scritto, che Majorana si sia ritirato in un convento». E’ disposto anche, per la prima volta, a fare il nome della certosa in cui Majorana avrebbe sepolto la sua angoscia per il terrificante potere, appena intravisto, di «una manciata di atomi». Si tratta della certosa di Serra San Bruno, in Calabria, provincia dì Catanzaro. Sciascia c'è stato davvero: ha visto i boschi verdissimi che la circondano e i resti del portico secentesco scampato al terremoto del 1783, ha indugiato nel piccolo cimitero con i trenta tumuli e le trenta croci nere senza nome. Lo ha accompagnato proprio un vecchio, enigmatico frate straniero dallo « sguardo chiaro in cui trascorrono diffidenza e ironia». […] a Serra San Bruno era passato, inseguito dalle sue furie, il colonnello Paul W. Tibbets, l'uomo che il 6 agosto 1945 guidò la missione dell'Eriola Gay su Hiroshima. Quest'ultima storia i certosini, e particolarmente il nuovo priore Dom Anquez, l'hanno smentita più volte, ma continua a sedurre, a muovere visitatori anche da lontano. Per Sciascia questo strano accostamento, preparato dal destino o forse dalla leggenda, tra il primo uomo che diede la « morte per atomo » e un altro che se ne ritrasse inorridito, ebbe il valore di una folgorazione. «Anche se la storia non fosse vera e la certosa di Serra San Bruno non c'entrasse - spiega - l'identificazione da me proposta avrebbe una sua verità».
La visita del 9 ottobre scorso del Santo Padre Bendetto XVI alla Certosa di Serra San Bruno ha offerto alcuni spunti di riflessione sul significato della vita certosina, del silenzio e del ruolo del monaco che vigile come “un mozzo” scruta l’orizzonte e perciò il futuro. Da qui sono nate delle domande che abbiamo posto al Padre Priore della Certosa Dom Jacques Dupont che ha accolto il Papa e che vive la vita certosina fatta di clausura, preghiera e silenzio, ormai da oltre quaranta anni, facendo lo stesso percorso dalla Chartreuse di Grenoble alla Certosa di Serra che oltre mille anni fa, fu quello di Bruno da Colonia.
La recente visita di Sua Santità Benedetto XVI alla Certosa di Serra San Bruno è stata un fondamentale atto di riconoscenza nei confronti della spiritualità certosina, lo stesso Santo Padre ha definito questo luogo come “Cittadella dello Spirito”. Dopo questa visita, nel cuore dei certosini possiamo dire che sia nata qualche consapevolezza in più?Nota stampa della Giunta regionale:
Sono stati presentati dall’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri i progetti per la “qualificazione e la valorizzazione del Sistema Museale Regionale” calabrese. Si tratta di 18 progetti di grande valenza culturale con un investimento di circa 4 milioni di euro che puntano ad offrire maggiore rilevanza ai musei calabresi, sostenendo una più efficace politica di attrazione per turisti e visitatori, elevare gli standard qualitativi delle strutture rendendo, inoltre, una più concreta capacità di sostenibilità finanziaria.
Le tipologie delle azioni messe in campo dalla Regione riguardano interventi strutturali, tecnologici e organizzativi per conseguire gli standard del codice deontologico ICOM; interventi per l’acquisto di collezioni per qualificare e completare la dotazione di beni culturali delle strutture museali e la loro attrattività ed azioni per la realizzazione ed il potenziamento di reti museali di carattere sovra-comunale. Alla presentazione dei progetti erano presenti, inoltre, il Direttore Generale del Dipartimento Cultura Massimiliano Ferrara, il Presidente della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro ed il Direttore regionale dei beni culturali Francesco Prosperetti ed i rappresentanti istituzionali pubblici e privati coinvolti nel sistema museale regionale.
“È un grande salto di qualità per la nostra regione ma complessivamente per l’Italia –ha dichiarato l’Assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri - nel momento in cui, nel nostro Paese si sta parlando di valorizzare la cultura dal punto di vista economico, la Calabria offre dimostrazione pratica che questo si può fare. Il Presidente Scopelliti fin dal primo momento ha investito consistenti risorse sul terreno della cultura. In questo caso abbiamo investito 4 milioni di euro per finanziare 18 progetti con i piani di gestione ed è la prima volta che finanziamo dei progetti che contengono anche la possibilità di acquistare delle opere. È un’iniziativa importante che serve per qualificare l’intera offerta culturale della Calabria che non è seconda a nessuno, anche per quanto riguarda la cultura. Investire in cultura significa realizzare interventi ad alto reddito – ha aggiunto l’Assessore Caligiuri - è dimostrato che investendo un euro in cultura se ne possono produrre tre, quattro, anche dieci. In Calabria stiamo investendo in maniera decisa sui musei, sull’arte contemporanea, sugli eventi, sulle minoranze linguistiche, sui teatri, quindi con interventi a 360 gradi in modo tale da vitalizzare un settore molto importante. Adesso basta solo assegnare le risorse. Questo lo abbiamo fatto, lo facciamo e lo continueremo a fare, ma i destinatari degli investimenti li devono far fruttare nell’interesse generale. Perché la cultura appartiene a tutti e attraverso la cultura possiamo costruire un grande futuro”. m.v.
Gli interventi finanziati nei 18 progetti riguardano:
Comune di Taverna: Museo Civico Arte Moderna e Contemporanea (250.000 €).
Comune di Altomonte: Museo Civico Arte Sacra (182.000 €).
Comune di Rende: Museo del Presente (250.000 €).
Comune di Cosenza: Museo Civico dei Brettii e degli Enotri (250.000 €).
Comune di Reggio Calabria: Pinacoteca Civica (250.000 €).
MAON - Museo d'Arte dell'Otto e Novecento - Rende (250.000 €).
Comune di Tarsia: Museo della Memoria del Campo Ferramonti (178.000 €).
Comuni di Palmi Seminara: Museo Etnografico e Folkloristico (156.000 €).
Casa religiosa Certosa Serra San Bruno: Museo della Certosa, Museo Ecclesiastico.
Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace: museo Diocesano di Squillace (178.000 €).
Arcidiocesi di Crotone-S.Severina: Museo Diocesano di Arte Sacra (225.000 €).
Comune di Catanzaro: Complesso monumentale San Giovanni (225.000 €).
Comune di Acri: MACA (250.000 €).
Fondazione Piccolo Museo S.Paolo RC: Piccolo Museo San Paolo (250.000 €).
Comune di Cetraro: Museo dei Brettii e del Mare (176.400 €).
Provincia Catanzaro: MARCA (250.000 €).
Fondazione Napoli Novantanove: Museo narrante dell’emigrazione (225.000 €).
Comuni di Squillace Stalettì Montauro: Museo Civico Squillace, Museo Archeologico Vivarium Stalettì, Museo della Grangia Montauro (360.000 €).
SERRA SAN BRUNO – Il prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, nella giornata di ieri, si è recato in visita privata presso la Certosa di Serra San Bruno, per accertarsi personalmente dei danni subiti a causa del maltempo che ha imperversato nei giorni scorsi proprio nel comprensorio delle serre. La visita del prefetto è da considerarsi come l’attestazione della vicinanza che il rappresentante territoriale del Governo nutre nei confronti della comunità certosina. Ad accogliere l’autorità governativa, oltre al sindaco della cittadina bruniana, Bruno Rosi, il procuratore della Certosa fra Giovanni e l’amministratore Antonio Zaffino che hanno spiegato l’entità del danno riguardante il crollo di una parte del tetto della Cappella dei Frati, un’antica chiesetta che insieme a quella Conventuale, vede i monaci di clausura raccogliersi in preghiera e contemplare l’Assoluto nella maestosità del silenzio. La ditta che, con l’aiuto dei volontari della protezione civile coordinati da Antonio Carnovale e Cosimo Malvaso, ha messo in sicurezza il tetto della cappella per mezzo di lamierati in metallo, ha quantificato il danno che ammonterebbe a circa 160 mila euro. I danni subiti dalla comunità certosina, sono, in ordine di tempo, gli ultimi di quelli che il maltempo ha provocato all’intera comunità del comprensorio montano vibonese che nel giro di poche ore ha visto tramutare la propria vita tranquilla in uno scenario da odissea. Intanto, a causa dei danni provocati delle copiose nevicate che hanno interessato la cittadina bruniana nel mese di febbraio, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Bruno Rosi, ha deciso (con la delibera n.18) di richiedere lo stato di calamità naturale. Il maltempo si era già fatto sentire la scorsa settimana quando una coltre di neve alta 80 cm ha sommerso la cittadina della Certosa, stessa neve che nei centri montani di Fabrizia, Mongiana e soprattutto Nardodipace ha superato abbondantemente il metro di altezza, seminando timori e danni lungo tutto il comprensorio delle serre. I militari della Compagnia di Serra, nella tarda serata del 6 febbraio hanno salvato la vita ad un’anziana signora di 66 anni, V.M.D., residente ad Arena in contrada Berrina che non riusciva ad essere raggiunta dal personale della guardia medica di Arena che ha quindi ha richiesto l’intervento di personale del locale Comando dei carabinieri per raggiungere l’abitazione della donna, rimasta isolata, verosimilmente affetta da un principio di “ictus” e da insufficienza cardio-respiratoria. Un 65enne residente nel centro storico serrese, F.B., tutt’ora rischia di perdere una gamba a causa di un trombo dovuto all'ipotermia causata dal freddo polare di questi giorni che lo ha duramente provato. Sempre nel comprensorio montano un capannone appartenente da un’azienda agricola è crollato a causa delle abbondanti nevicate, uccidendo alcuni maiali che si trovavano al suo interno, stessa sorte anche per alcune pecore appartenenti ad un’altra azienda della zona. Oggi sta ancora nevicando sul territorio delle Serre, ma stando alle previsioni il clima dovrebbe migliorare tra domani e venerdì.
SERRA SAN BRUNO - Come previsto, ieri sera ha ripreso a nevicare sulla zona delle Serre e purtroppo cominciano a registrarsi anche i primi danni: stamattina, a causa del peso della neve caduta anche stanotte, è crollato un pezzo di circa 5-6 mq del tetto della cappella dei fratelli, una chiesetta (foto archivio della Certosa, a sinistra) che si trova a pochi passi dalla chiesa conventuale (foto, al centro), all'interno del millenario monastero bruniano. Per il resto, nella zona cominciano a registrarsi nuovamente disagi alla circolazione: nei pressi di Monte Cucco stamattina un camion si è messo di traverso bloccando altri 5 camion e rendendo difficoltoso il passaggio delle auto.
Il Gip Grabiella Lupoli ha disposto la perizia psichiatrica per Angela Dominelli (foto), 23enne di Sorianello accusata del tentato omicidio di una sua amica, episodio avvenuto a Serra San Bruno l'11 dicembre scorso, che ha portato all'arresto della giovane da parte dei carabinieri. A richiedere la perizia psichiatrica - ne dà notizia il Quotidiano della Calabria di oggi - è stato l'avvocato difensore della Dominelli, Michelangelo Miceli. Sarà il dott. Paolo De Pasquale ad effettuare degli accertamenti e una successiva relazione sulle condizioni psichiche della giovane donna, che dal momento del suo arresto si trova nel carcere femminile di Reggio Calabria. L'episodio avvenne a pochi passi dalla certosa, sul corso principale di Serra, poco dopo le 19, quando - secondo le riscostruzioni degli inquirenti - la Dominelli al culmine di un alterco avrebbe assestato un fendente alle spalle di Ramona Cirillo, 19enne di Fabrizia che poi fu sottoposta ad intervento chirurgico presso l'ospedale di Catanzaro.
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