piscina comunale2Durante l’ultima campagna elettorale, l'attuale maggioranza comunale guidata dal sindaco Bruno Rosi e dal capogruppo Nazzareno Salerno, aveva garantito con tono possente e deciso: «Adegueremo la piscina alle esigenze dei ragazzi diversamente abili». Un annuncio – con tanto di nomi degli stessi giovani utenti del servizio – scagliato direttamente dal palco in pasto ad una folla in delirio, capace qualche giorno dopo di assegnare senza tante incertezze la guida della cittadina proprio alla compagine del locale centrodestra.

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mini guardia_di_finanzaLa Guardia di Finanza di Vibo Valentia ha sequestrato beni per un milione di euro ad un'azienda operante nel settore del trasporto merci su strada. In particolar modo, le Fiamme Gialle avrebbero fatto luce su un presunto caso di bancarotta fraudolenta. Nel corso delle attività investigative, infatti, è emerso che cinque imprenditori, attraverso la creazione di una società alter-ego della fallita, avrebbero distratto dal patrimonio aziendale beni societari e risorse finanziarie per centinaia di migliaia di euro, nonché avevano distrutto e occultato parte della documentazione contabile necessaria alla ricostruzione del volume d’affari. Le persone coinvolte nell'operazione, in sostanza, hanno costituito un'altra azienda che consentiva loro di operare sempre nel medesimo settore ma con un'altra ragione sociale. Il Tribunale di Vibo, quindi, ha provveduto al sequestro dell'azienda, il cui valore supera il milione di euro. 
 
 
 
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mini announo12Questa sera, come ogni giovedì sera, su La7 dalle ore 21.00 il pallino della diretta televisiva passa in mano alla squadra di Michele Santoro. Dopo la stagione, appena conclusasi, targata Servizio Pubblico, ora tocca ai ragazzi di AnnoUno. Il programma - andato in onda a partire da giovedì 8 maggio, proprio in sostituzione di Servizio Pubblico - diretto da Giulia Innocenzi, apre una interessante “finestra” sulle opinioni, i pareri e le idee della generazione dei ragazzi. Il format, che nel titolo ricorda il fortunato AnnoZero di Santoro, prevede la presenza di due politici in studio a rappresentare due visioni opposte sull’argomento della puntata, con ventiquattro ragazzi ospiti fissi per commentare i temi più caldi dell’attualità e confrontarsi con gli ospiti.

Durante la puntata in onda questa sera, largo spazio sarà lasciato agli elaborati in concorso nella terza edizione del premio per videoreporter emergenti, GenerazioneReporter.

Nella prima fase del concorso, i candidati - di età compresa tra i 18 e i 30 anni - hanno inviato alla redazione di ServizioPubblico un reportage realizzato esclusivamente da loro, della durata massima di 7 minuti. Poi, una commissione formata da Carlo Freccero, Giulia Innocenzi, Peter Gomez, Sandro Ruotolo, Alessandro Renna, Stefano Maria Bianchi, Mauro Ricci, Maddalena Oliva e Giuseppe Vitale ha selezionato i tre finalisti tra le decine di video pervenuti.

Tra i concorrenti in gara Angelo De Luca, 30enne di Vibo Marina, che ha superato la selezione preliminare ed ora è stato scelto tra i tre finalisti. De Luca, come gli altri due video reporter finalisti, ha avuto la possibilità di realizzare dunque un ulteriore reportage girato e montato, però, questa volta, con mezzi tecnici e personale messi a disposizione proprio dalla redazione di ServizioPubblico.

Il giovane giornalista ha deciso di puntare alla prima posizione con un reportage titolato “L’abbicci”, della durata di sette minuti incentrato sul caso Alaco e sulla lotta No Alaco che trova il suo cuore pulsante nell’Associazione Culturale “Il Brigante” di Serra San Bruno e negli attivisti del “Comitato Civico pro Serre”. Il reportage, girato proprio fra la gente ed i luoghi delle Serre, in pochi minuti, è capace di far emergere una spaccato - fedele ai tempi giornalistici, asciutto e diretto - in grado di evidenziare tutto il dissenso e la rabbia nutrito da un territorio che quotidianamente viene vessato e avvelenato da multinazionali e dirigenti politici capaci di lucrare sulla salute di centinaia e centinaia di calabresi. Le speranze di quella stessa gente sono ora affidate al lavoro svolto dalla magistratura nell’ambito del Processo “Acqua Sporca” che dovrebbe aprirsi nelle prossime settimane e che vede tra gli imputati 36 soggetti, alcuni dei quali inquisiti per avvelenamento colposo delle acque. 

I tre reportage prodotti, tra i quali, dunque, "L’abbicci” di Angelo De Luca verranno giudicati attraverso una votazione on-line. Ad esprimersi sarà una giuria popolare - composta dalla "Rete dei Donatori di Servizio Pubblico" e dagli "Abbonati de Il Fatto Quotidiano" - che decreterà il vincitore.

 

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scorie-nucleariCi sono voluti oltre vent’anni per rendere ufficiale una verità in realtà già conosciuta da tempo. Nelle Serre calabre, sotto ai nostri piedi, negli scavi per i metanodotti, nelle caverne, nei terreni argillosi, la ‘ndrangheta o chi per lei, già dagli anni ’90, sversava centinaia e centinaia di fusti contenenti scorie radioattive, rifiuti tossici. Oggi, solo oggi, proprio mentre emerge la verità, si iniziano a pagare le conseguenze di quella che presto, per numero di decessi, si dimostrerà una vera e propria strage italiana.

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santoro1-640Servizio Pubblico, il programma in onda su La7, diretto da Michele Santoro, ha lanciato la terza edizione del premio per videoreporter emergenti, Generazione Reporter.

L'obiettivo, come per le precedenti edizioni, è quello di promuovere e valorizzare talenti emergenti nell'ambito del giornalismo di inchiesta. In palio quest'anno un contratto di lavoro della durata di 6 mesi con la redazione di Servizio Pubblico e la pubblicazione del video sui siti serviziopubblico.it e ilfattoquotidiano.it., nonché la messa in onda durante una puntata della trasmissione Anno Uno, ideata da Santoro e condotta da Giulia Innocenti proprio su La7.

Nella prima fase, i candidati - di età compresa tra i 18 e i 30 anni - hanno inviato alla redazione di Servizio Pubblico un reportage realizzato esclusivamente da loro, della durata massima di 7 minuti, che raccontasse un aspetto della realtà che fosse di pubblico interesse. Poi, una commissione formata da Carlo Freccero, Giulia Innocenzi, Peter Gomez, Sandro Ruotolo, Alessandro Renna, Stefano Maria Bianchi, Mauro Ricci, Maddalena Oliva e Giuseppe Vitale ha selezionato i tre finalisti tra le decine di video pervenuti.

Tra i concorrenti in gara Angelo De Luca, 30enne di Vibo Marina, che ha superato la selezione preliminare ed ora è stato scelto tra i tre finalisti. Approdato quindi alla fase finale, come gli altri due concorrenti in gara, ha avuto la possibilità di realizzare un ulteriore reportage girato e montato, però, questa volta, con mezzi tecnici e personale messi a disposizione proprio dalla redazione di Servizio Pubblico

De Luca ha deciso quindi di puntare alla prima posizione con un reportage titolato “L’abbicci”, della durata di sette minuti incentrato sul caso Alaco e sulla lotta No Alaco che trova il suo cuore pulsante nell’Associazione Culturale “Il Brigante” di Serra San Bruno e negli attivisti del “Comitato Civico pro Serre”. Il reportage, girato proprio fra la gente ed i luoghi delle Serre, in pochi minuti, è capace di far emergere una spaccato - fedele ai tempi giornalistici, asciutto e diretto - in grado di evidenziare tutto il dissenso e la rabbia nutrito da un territorio che quotidianamente viene vessato e avvelenato da multinazionali e dirigenti politici capaci di lucrare sulla salute di centinaia e centinaia di calabresi. Le speranze di quella stessa gente sono ora affidate al lavoro svolto dalla magistratura nell’ambito del Processo “Acqua Sporca” che dovrebbe aprirsi nelle prossime settimane e che vede tra gli imputati 36 soggetti, alcuni dei quali inquisiti per avvelenamento colposo delle acque.
I tre reportage prodotti, tra i quali, dunque, "L’abbicci” di Angelo De Luca verranno giudicati attraverso una votazione on-line. Ad esprimersi sarà una giuria popolare - composta dalla "Rete dei Donatori di Servizio Pubblico" e dagli "Abbonati de Il Fatto Quotidiano" - che decreterà il vincitore.

Si può prendere visione de “L’abbicci” al seguente link
http://www.serviziopubblico.it/2014/05/labbici-di-angelo-de-luca-2/

 

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mini 1388063_662345783810340_1902168891_nSERRA SAN BRUNO - Nel tardo pomeriggio di oggi, diversi cittadini hanno segnalato ai referenti del Comitato Civico pro Serre che una condotta dell’impianto sito in zona “Agnellara” ha riportato una crepa da cui si sono liberati, a forte pressione, centinaia di metri cubi d’acqua. L’impianto serve la zona a sud rispetto alla cittadina della Certosa verso l’alto jonio reggino. Sembra che al momento il guasto non sia ancora stato riparato dagli uomini della Sorical, società partecipata dalla Regione Calabria e della multinazionale Veolià. Questo episodio è comunque solo l’ultimo di una lunga serie di guasti strutturali che hanno interessato in un modo o nell’altro gli impianti in gestione alla Sorical spa dislocati in tutto il territorio vibonese ed in parte delle province di Catanzaro e Reggio.

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mini Schermata_2013-07-30_a_13.34.15Una storia di sfruttamento dell’uomo sull’uomo tracciata dalla mano insanguinata dell’Occidente schiavista. Una ferita ancora aperta che brucia sotto il sole di Rosarno, lacerata da un lavoro da bestie, impastata di patimenti e sudore.  Un dramma sociale in nome del profitto che dura imperterrito da anni, ma che ha conosciuto l’attenzione dei media da poco tempo. Da quell’ancora vicinissimo 10 gennaio 2010, quando a Rosarno - a metà fra l’alto Tirreno reggino e l’arido Aspromonte – scoppia la “rivolta dei neri”: due delle centinaia di braccianti africani sfruttati dalle aziende agricole del posto vengono feriti dai fucili di ignoti e si accende la guerriglia urbana.
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mini lago_Alaco_sponda_sud-ovestBuongiorno. Chissà se qualcuno finalmente si sveglierà. Quello di oggi è un buongiorno al veleno, in verità, per centinaia di migliaia di calabresi, ma è pur sempre un buon giorno se servirà a far capire che le denunce solitarie degli attivisti pro acqua pubblica non erano frutto di “inutili allarmismi” né di visioni catastrofiche alimentate da manie di protagonismo. L’acqua dell’Alaco è avvelenata. La non notizia è arrivata ieri, poco prima delle 16, in decine di comuni collegati al lago di gomma che infanga le pianure della Lacina. Alcuni sindaci magari avranno pure strabuzzato gli occhi una volta letto il fax inviato dalle autorità sanitarie. Immaginate, ad esempio, il candido stupore di un Bruno Rosi o di un Nicola D’Agostino. Per questi sindaci un po’ naif è stato molto semplice, fino a ieri, dire che quell’acqua era potabile. Non avevano alcun peso sulla coscienza. Placidi e mansueti, all’apparenza bonari, proprio come il pantano da cui ci hanno fatto abbeverare per anni. Si fidavano di analisi incomplete, ridicole, mica potevano credere al grido d’allarme di quei quattro scalmanati.

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