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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Durante l’ultima campagna elettorale, l'attuale maggioranza comunale guidata dal sindaco Bruno Rosi e dal capogruppo Nazzareno Salerno, aveva garantito con tono possente e deciso: «Adegueremo la piscina alle esigenze dei ragazzi diversamente abili». Un annuncio – con tanto di nomi degli stessi giovani utenti del servizio – scagliato direttamente dal palco in pasto ad una folla in delirio, capace qualche giorno dopo di assegnare senza tante incertezze la guida della cittadina proprio alla compagine del locale centrodestra.
La piscina comunale – fin dal varo del progetto avviato nel 2010 dall’ex amministrazione Lo Iacono – aveva svolto un ruolo fondamentale sia in ordine all’offerta dei servizi sportivi, sia come importante luogo di aggregazione sociale per i cittadini residenti e per quelli giunti dai paesi limitrofi. Un’infrastruttura unica in tutto il territorio provinciale, capace di accogliere ogni mese centinaia e centinaia di utenti e di garantire, inoltre, lo svolgimento di attività di recupero fisico-motorio per soggetti che ne avevano e ne avrebbero bisogno.
Dopo di che il buio. A pochi mesi dall’insediamento della vigente amministrazione – pare per divergenze contrattuali con la Cogeis Group, l’azienda cosentina che da sempre aveva gestito l'impianto polisportivo – la piscina viene definitivamente chiusa. Non fa seguito alcun tentativo utile ad assegnarne la gestione ad altri soggetti, in maniera da determinare la riapertura della struttura. Intanto, nonostante le porte della piscina fossero eloquentemente sprangate, l’impianto di riscaldamento delle acque della vasca resta inspiegabilmente in funzione per mesi. Cosa che determinerà un ulteriore aggravio sulle già esigue disponibilità delle casse comunali.
Sono passati ormai oltre tre anni. Nel tempo la piscina comunale si è trasformata in una vera e propria cattedrale nel deserto, completamente abbandonata a se stessa. Un’imponente infrastruttura, sita in pieno centro cittadino, lasciata a marcire in balia delle attenzioni dei peggiori barbari. Qualcuno, infatti, già da giorni, dopo aver forzato una delle porte di ingresso, ne ha fatto razzia, devastando all’interno della piscina tutto quello che si sarebbe potuto devastare e portando via diversi oggetti di arredamento della struttura. In definitiva, un impianto divenuto indispensabile per la comunità, costato diverse centinaia di migliaia di euro e che avrebbe dovuto legittimamente divenire oggetto di adeguamenti strutturali utili alla fruizione anche da parte degli utenti disabili, è adesso inutilizzabile per tutti. Un assist, dunque, alle folli manie distruttive di uno sparuto gruppo di teppistelli, fornito direttamente dalle mani di un’amministrazione fallimentare, capace di fare grossi passi indietro rispetto a tutto.
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