mini Antonio_GentileNon si placa il dibattito scaturito dagli arresti di Reggio di stamattina che hanno visto coinvolto, tra gli altri, un consigliere comunale del Pdl (Giuseppe Plutino) in un blitz contro la cosca Caridi. Il senatore cosentino Tonino Gentile, in una nota, richiama all'obiettività la deputata Doris Lo Moro, che aveva invocato l'intervento del Viminale sul comune di Reggio. ''All'on. Lo Moro, che io rispetto profondamente, che ha chiesto lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria - scrive Gentile - rispondiamo che la nobile questione dell'antimafia non deve diventare sterile strumento di polemica politica quotidiana. Fatti personali di soggetti incensurati vanno inquadrati - aggiunge - con senso di ferrea difesa della legalita' ma anche della presunzione di innocenza. Voglio ricordare all'on. Lo Moro che a Cosenza, alla Provincia ed al comune di Rende, si trovano indagati per voto di scambio con la mafia consiglieri provinciali che si aggiungono a soggetti coinvolti in operazioni evidenti e che sono stati negli uffici di collaborazione della Provincia: eppure nessuno del centrodestra ha chiesto lo scioglimento degli enti. Bisogna essere obiettivi ed orizzontali quando si parla di antimafia e di accesso agli atti - afferma ancora Gentile - sapendo che e' necessario bonificare le istituzioni senza per questo trarre conclusioni frettolose e inveritiere da operazioni che non hanno collegamento con i vertici dell'istituzione, com'e' accaduto oggi a Reggio Calabria''.

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mini g._plutinoL'arresto di Giuseppe Plutino (foto), 47enne consigliere del Pdl al comune di Reggio Calabria, sta scatenando una nuova bufera sull'amministrazione di Palazzo San Giorgio. Plutino è rimasto coinvolto nell'operazione della Dda scattata stamattina contro la cosca Caridi, ed è stato arrestato insieme ad altre 6 persone tra cui il presunto reggente della cosca, Leo Caridi. Il consigliere comunale, ex assessore all'ambiente, in carica da tre mandati, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, e secondo gli inquirenti sarebbe stato il punto di riferimento politico delle cosche Caridi-Libri, che lo avrebbero appoggiato elettoralmente nelle comunali del 2011. In seguito all'operazione odierna e alle altre grane giudiziarie che hanno investito palazzo San Giorgio, le parlamentari Doris Lo Moro (Pd) e Angela Napoli (Fli) chiedono con forza l'intervento del Ministero dell'Interno sul comune di Reggio.

"Apprendiamo dalle agenzie - ha dichiarato la Lo Moro - che è in corso un'operazione della Polizia di Stato per l'esecuzione a Reggio Calabria di sette ordinanze di custodia cautelare in carcere contro altrettanti presunti affiliati alla cosca Caridi, con cui si contesta l'associazione per delinquere finalizzata ad estorsione e danneggiamenti. Apprendiamo, in particolare, che tra gli arrestati vi e' Giuseppe Plutino, consigliere comunale di Reggio Calabria del Pdl in carica da tre mandati. Mi chiedo e chiedero' oggi al Ministro dell'Interno, nel corso dell'audizione prevista presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, cos'altro deve succedere perche' si proceda ad una seria verifica di quanto succede a Reggio Calabria''.

Di tenore ancora più deciso è l'intervento della Napoli, componente della Commissione Parlamentare Antimafia: "L’arresto odierno del consigliere comunale Giuseppe Plutino, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione contro la cosca Caridi della ‘ndrangheta reggina - scrive la deputata - credo non possa più esimere il ministro dell’Interno dall’avviare adeguate procedure per lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria per infiltrazione mafiosa. Già nello scorso mese di novembre 2011 dalle indagini che avevano portato all’operazione 'Sistema' contro alcuni presunti affiliati alla cosca Crucitti della ‘ndrangheta reggina, è emerso che per infiltrarsi nel Comune di Reggio Calabria, il capo della cosca, Santo Crucitti, aveva fatto convogliare i propri voti e quelli dei suoi gregari su Pasquale Morisani, attuale Assessore ai lavori pubblici presso il Comune della Città. Sempre nello stesso mese di novembre 2011 l’operazione 'Astrea' ha evidenziato il controllo della cosca Tegano sulla società mista Multiservizi, società municipalizzata, dove il Comune di Reggio Calabria detiene ben il 51% delle quote, e che fino allo scorso anno ha avuto, quale suo consulente, il commercialista Demetrio Arena, attuale Sindaco di Reggio Calabria. Per non parlare di quanto è fin ora emerso dall’ inchiesta 'Meta', con il coinvolgimento di ex consiglieri comunali, di imprenditori affidatari di incarichi e di assunzioni varie da parte del Comune di Reggio Calabria.
Né credo si possa pensare che quanto si nasconde dietro il suicidio della dirigente comunale Orsola Fallara continui ad essere coperto dalle dichiarazioni 'compiacenti di alcuni indagati'.
Ritengo che la misura sia davvero colma e nessuno possa più continuare ne a chiudere gli occhi ne a coprire, omettendo gli adeguati interventi, su quanto sta accadendo a Reggio Calabria".

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Mercoledì, 21 Dicembre 2011 11:25

Regione, approvato il Bilancio

mini palazzo_campanellaSul fatto che si tratti di un bilancio senza grossi investimenti ci sono pochi dubbi, ma è altrettanto vero che i tagli e i vincoli imposti dal governo non lasciano molto spazio alle Regioni. La manovra 2012 è stata approvata ieri sera dal Consiglio regionale riunito a palazzo Campanella (foto): pur riguardando una cifra complessiva di oltre 9 miliardi di euro, solo 800 milioni rientrano nella immediata disponibilità della Regione, circa 70 in meno rispetto allo scorso anno a causa dei tagli ai trasferimenti statali. Il 48% del bilancio riguarda la spesa sanitaria; 53 milioni sono per l'Afor; 37 milioni per l'Arssa; 15 milioni per l'Arpacal; 8 milioni per il porto di Gioia Tauro; 78 milioni per il trasporto pubblico. E' stato rinnovato per un altro anno, inoltre, il contratto per Lsu e Lpu.

L'obiettivo dichiarato e obbligato del documento previsionale è il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014. Traguardo molto difficile ma necessario, per questo si è cercato di tagliare in più settori e si è puntato - come sempre, da vedere poi i risultati concreti - al recupero di maggiori entrate con la lotta all'evasione fiscale. Perplessità e polemiche hanno suscitato la questione Afor e Arssa, con la maggioranza che ha votato un'ulteriore proroga del commissariamento dei due enti già in liquidazione da tempo, e la creazione di una nuova società in house, la "Fondazione Calabresi nel mondo", che per l'opposizione è nient'altro che "un nuovo carrozzone".

Per la maggioranza sono intervenuti in aula, tra gli altri, l'assessore al bilancio Giacomo Mancini e i consiglieri Fedele, Serra, Imbalzano, Orsomarso, Magarò, Salerno, Dattolo, Grillo, Magno e Pacenza. Tutti più o meno sulla stessa linea: "Il bilancio risente dei tagli statali ed è mirato al raggiungimento del pareggio, ma è sobrio, innovativo e coniuga rigore e crescita". Per l'opposizione sono intervenuti Censore, Mirabelli, Battaglia, Principe, Talarico e Giordano: "E'un bilancio ingessato - è la linea di Pd e Idv - che prevede tagli da una parte e nuovi carrozzoni dall'altra. E' inadeguato ai bisogni del calabresi e non prevede alcun investimento per il futuro". 

Con il Collegato alla manovra, tra le altre cose, è stata disposta la rideterminazione degli importi della tassa di circolazione per i veicoli storici. Sono stati revocati, inoltre, i finanziamenti destinati alla programmazione di opere pubbliche, qualora in realzione ad esse non sia stato comunicato al dipartimento regionale competente l'avvenuto inizio dei lavori. 400mila euro sono stati destinati alla Sogas (società che gestisce l'aeroporto dello Stretto), mentre 5 milioni (risorse Por Calabria) per il 2012 sono stati destinati al museo nazionale di Reggio Calabria. Sono stati stabilizzati, infine, i giornalisti che fanno parte dell'ufficio stampa della Giunta regionale.

 

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Sabato, 17 Dicembre 2011 21:20

Serra C/5, ko con polemiche

mini PISANICSconfitta a Locri per il team del presidente Claudio Pisani (foto). Passano in vantaggio prima gli ospiti con Capone. Il Lokron, però, riesce addirittura a ribaltare il risultato e a chiudere la prima frazione sul risultato di 2 a 1. Nella ripresa, gli amaranto allungano portandosi sul 3 a 1 e, quasi al termine, De Caria G. trova il gol del definitivo 3 a 2. Al ritorno dalle festività, i bianco blu ospiteranno i cosentini dell’ Amantea che, a loro volta, hanno dovuto cedere il passo al Fabrizio. Goleada per l’ Odissea 2000 contro il malcapitato Citrarum. Seconda vittoria consecutiva per l’ Atletico Catanzaro, che supera il sempre ostico Cataforio. Pari e patta tra Città di Paola e Catanzarese; mentre il Città di Rende ha la meglio sul fanalino di coda Città di Fiore. Battuta d’arresto inaspettata anche per il Calabria Ora a Crotone. Nel corso del match tra Lokron e Serra, un fatto spiacevole ha visto protagonisti il portiere biancoblu, Angelo Carrera ed un altro giocatore del Serra, Simone Capone che, nel corso dell'incontro, avrebbero ricevuto degli sputi da alcuni tifosi. Un gesto da condannare, ovviamente. Si spera soltanto che, a questo punto, la società del Lokron prenda le dovute distanze da questi elementi.



Amantea

Fabrizio

2

-

3

Città di Paola

Catanzarese

5

-

5

Lokron

Serra

3

-

2

Odissea 2000

Citrarum

12

-

1

Atl.Catanzaro

Cataforio

5

-

3

Città di Rende

Città di Fiore

7

-

2

Kroton

Calabria Ora

5  

-

3

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mini sergio_leoneInaugurata ieri pomeriggio a Palazzo Gagliardi (Vibo Valentia) la mostra “Il Western italiano, Sergio Leone, Clint Eastwood, e gli Spaghetti Western”. Il taglio del nastro è stato effettuato da Claudia Cardinale, madrina dell’evento nonché assoluta protagonista in Italia e nel mondo del genere, Gianluca Curti, presidente della Fondazione “Calabria Film Commission”, Alessandro Russo, direttore della 4° edizione del “Calabria Film Festival". Presenti all’evento inoltre, il sindaco di Vibo Valentia, Nicola D’Agostino, l’assessore al Turismo, Spettacolo e Grandi Eventi del Comune di Vibo Valentia, Pasquale La Gamba, nonché il consigliere regionale Alfonsino Grillo e Giuseppe Agliano, in rappresentanza della Regione Calabria. La mostra è stata ideata e curata da Michele Pingitore ed è stata progettata e sarà realizzata in stretta collaborazione con l’Archivio Storico del Cinema Italiano (Roma), che ha fornito tutti i materiali da esporre. L’allestimento è a cura dell' Architetto Francesco de Rose (La Centrale dell'Arte). Attraverso un percorso espositivo si è tracciato la storia del western italiano in un periodo che abbraccia circa un decennio (1964 – 1974), e sono stati messi in risalto soprattutto i film western di Sergio Leone, non solo quelli da lui diretti ma anche quelli prodotti. Tra fotografie inedite, fotografie di scena, fotobuste, locandine e manifesti, il materiale è complessivamente costituito da 80 esemplari : 40 fotografie in bianco e nero e 40 tra locandine, fotobuste e manifesti originali (tutti a colori). Per illustrare maggiormente l’importanza di questo genere, che pur essendo diretto ad un pubblico popolare poteva contare sull'opera di registi, attori e attrici di notevole prestigio, la mostra ha come protagonisti alcuni degli attori e autori più importanti del cinema italiano e internazionale. Oltre ai materiali riguardanti Sergio Leone, in esposizione ci sono materiali riguardanti i film diretti da Sergio Corbucci, Sergio Sollima, Riccardo Freda, Tinto Brass, Duccio Tessari, Tonino Valerii, Lucio Fulci, Giulio Petroni, Ferdinando Baldi ecc. Per gli attori e le attrici invece la mostra avrà i volti di Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Charles Bronson, Henry Fonda, Eli Wallach, Gian Maria Volontè, Thomas Milian, Klaus Kinski, Orson Welles, Franco Nero, Giuliano Gemma, Bud Spencer, Terence Hill, Lea Massari, Rita Pavone, e naturalmente di Claudia Cardinale.

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La commissione Bilancio (guidata dal presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, in sostituzione di Franco Morelli) ha approvato ieri sera a maggioranza il bilancio di previsione 2012 della Regione Calabria, il bilancio pluriennale 2012-2014 e il collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2012. La manovrà riguarda risorse per 9 miliardi di euro, dei quali, però, sono disponibili solo 800 milioni - l'anno scorso erano 870 milioni, e il taglio è dovuto alla riduzione dei trasferimenti statali.

mini Francesco_TalaricoTra le norme più importanti, da registrare lo slittamento al 30 giugno 2012 della fine del commissariamento di Arssa e Afor. L'ennesima proroga della fase commissariale dei due enti, già in liquidazione, è stata approvata con il solo voto contrario dei rappresentanti di Pd e Idv. Da segnalare, nel collegato alla manovra finanziaria, i seguenti provvedimenti: un finanziamento per il Museo nazionale di Reggio Calabria per il biennio 2012-2013 pari a undici milioni di euro a valere sul Por Calabria Fesr 2007/2013; interventi a sostegno del sistema produttivo dell’area di Gioia Tauro; modifiche alla legge sulla fondazione dei "Calabresi nel mondo"; l’istituzione del fondo regionale per le prestazioni socio-sanitarie erogate sul territorio regionale dalle strutture accreditate di competenza del settore politiche sociali, con una dotazione per l’esercizio finanziario 2012 di 15 milioni di euro; l’introduzione della contabilità economico-patrimoniale, estesa ad enti strumentali e aziende della Regione; la rideterminazione di alcuni tipi di imposta; la istituzione dell’Iresa, l’Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili. Inoltre, nel collegato 2012 è prevista l’adozione da parte della giunta regionale del piano dei pagamenti entro il 28 febbraio di ogni anno, allo scopo di render ancora più idoneo lo strumento di verifica della compatibilità della spesa regionale rispetto alle vigenti regole di finanza pubblica.

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mini scopelliti“Il risultato ottenuto questa sera al tavolo Massicci è il frutto del lavoro di poco più di un anno e mezzo di un gruppo dirigente che ha dimostrato di voler perseguire un risultato fondamentale per offrire una nuova sanità in Calabria”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti al termine della riunione del “Tavolo Massicci”. “Lo sblocco di questa sera di 220 milioni di euro – ha aggiunto il Presidente - è una risposta che diamo alla Calabria e ai calabresi come dimostrazione della buona politica. Sono contento di questo straordinario risultato. I 220 milioni di euro sbloccati saranno una ulteriore boccata di ossigeno in un comparto in cui gravano ritardi storici che ne impedivano lo sviluppo. Lo sblocco di questi fondi è per noi un risultato importante. Dimostra l’ottimo lavoro della struttura commissariale e del Dipartimento salute della Regione. E’ un chiaro ed evidente riconoscimento dei Ministeri alla nostra opera, quotidiana, silenziosa nel difficile compito del risanamento del debito sanitario e di una sanità sempre più vicina ai bisogni dei cittadini”.

“Un grande risultato quello ottenuto dal presidente Scopelliti durante la riunione del Tavolo Massicci”. Il capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale, Luigi Fedele, commenta la notizia. “Il lavoro costante e deciso del Governatore, che dai primi giorni del suo mandato si sta spendendo totalmente per definire quella che forse rappresenta la più impellente emergenza regionale da risolvere, sta riscuotendo ottimi frutti. Lo sblocco di 220 milioni di euro da destinare al comparto della Sanità in Calabria – aggiunge il capogruppo Pdl a Palazzo Campanella – rappresenta un’ulteriore risposta concreta a quanti, nell’ultimo periodo, hanno messo in dubbio l’opera di risanamento che l’intera squadra amministrativa sta portando avanti, attraverso scelte coraggiose e decise, per sciogliere quello che si identifica come il nodo più complesso per il Governo regionale. Occorre, pertanto, continuare su questa strada per riuscire nell’intento che l’amministrazione di centrodestra si è prefissato: puntare su una mirata ed efficace azione di risanamento in un settore sostanziale per la nostra terra nell’esclusivo interesse dei cittadini calabresi”.

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mini foto_per_pezzo_politicaLa Calabria affonda. Frana, brucia, si svuota, viene tagliata fuori da tutto: questo vedono con gli occhi i calabresi ogni giorno. Questo il contesto in cui si vive. Ma sembra che esista, a ben guardare, anche un’altra dimensione, una sorta di iperuranio dove però non risiedono le “idee” che secondo Platone sono condizione necessaria per l’esistenza delle cose terrene. Si parla di un “luogo” della politica, non intesa come stimolo e strumento di buon governo, ma più prosaicamente – e realisticamente – come mezzo per l’acquisizione di potere. La fotografia attuale della Calabria è allarmante: disoccupazione sempre in aumento; emigrazione giovanile tornata ai livelli di 40 anni fa; un isolamento deliberatamente attuato dalle classi dominanti nazionali, che negli ultimi anni hanno sempre sacrificato il Meridione, e la Calabria in particolare, sull’altare del nordismo più sfacciato; un dissesto idrogeologico che fa davvero paura; delle infrastrutture, a partire dall’A3, da terzo mondo. Per non parlare della ‘ndrangheta, del malaffare, delle tante “zone grigie” su cui ancora si deve far luce e che opprimono tutto, qui da noi. Fino al soffocamento.
La Calabria è un’unica, impressionante emergenza riproposta nel quotidiano, ma questa condizione non è sicuramente la cosa che assilla di più i pensieri di chi ci governa e di chi dovrebbe rappresentarci nelle istituzioni. Perché la politica, non solo a queste latitudini, è fatta di altre cose, è occupata ad assolvere altre mansioni. E dunque a tenere banco in questi ambienti, di cui basta osservare il variopinto sottobosco, sono i movimenti e le strategie interne ai partiti, che sono lo strumento principe dell’accaparramento di posizioni di potere. E per capire quanto siano distanti, questi apparati, non solo dal popolo in generale, ma anche dai loro stessi elettori, è utile fare una panoramica sulla gerarchia di priorità individuabili nell’agenda dei principali partiti calabresi.

Il Pdl è diviso sulla questione dei doppi incarichi. La maggioranza sta ovviamente con Scopelliti, che è coordinatore del partito e anche presidente della Regione. La linea dettata da Angelino Alfano al Pdl però è chiara, e sono previste nelle circolari di partito precise incompatibilità, in cui si inquadra a pieno la posizione (incompatibile) del coordinatore-presidente. Ma Scopelliti adesso è troppo potente per schierarsi contro di lui, e dunque tra le tante anime del partito che lo sostengono c’è anche chi fa buon viso a cattivo gioco. Solo il deputato Nino Foti – che, particolare non da poco, ha strappato agli Scopelliti-boys la presidenza della Provincia di Reggio – si è apertamente mosso, da tempo, in chiave anti Scopelliti e non fa mancare occasione per ribadirlo. Ma c’è anche chi, come Pino Galati, scalpita dietro le quinte puntando decisamente alla leadership regionale del Pdl. Che tradotto significa un grosso potere sulla prossime candidature al Parlamento.

Stesso assillo, quest’ultimo, che agita i sonni di molti anche in casa del Pd. Lo spettacolo dell’epurazione, per mano commissariale, di Adamo e Bova – mentre Loiero, come suole fare, ha usato il partito come un taxi per essere trasferito, col suo cappottino verde, in luoghi per lui più agevoli – è stato perfino peggiore dell’aver consegnato proprio in queste mani la legislatura 2005/2010, con risultati che sono gli occhi di tutti. Eppure rimangono in sella gli intramontabili democratici calabresi. Quelli che votano con la maggioranza per proteggere le clientele della Fondazione Campanella – che non è solo questo, ci mancherebbe, ma è anche questo – o magari per salvaguardare i propri vergognosi privilegi. Poi ci sono quelli che forzano per prendersi il partito a suon di numeri, come il sempreverde Mario Oliverio, e quelli che tramano per garantirsi il posto al sole nel futuro prossimo. Quelli che proprio non riescono a fare autocritica, prima di parlare di sanità, sono molti, e altrettanti quelli che non hanno convenienza ad opporsi a “sistemi” ben oleati e protetti come quello riguardante il monopolio di Sorical sull’acqua calabrese. Un partito senza identità, dunque, fatto di soli generali, litigiosi e famelici fino al grottesco.

Poi ci sono gli embrioni di Terzo Polo, che in Calabria raggiungono vette irraggiungibili di ambiguità e incoerenza. Per una Angela Napoli (Fli) che rimane tutta d’un pezzo e, piaccia o meno, ha una linea politica ben chiara e diretta, c’è un Gino Trematerra (Udc) che non sa più da che parte girarsi per intavolare future alleanze. L’Udc calabrese è un fenomeno più antropologico che politico: a Catanzaro sta con Scopelliti, ma a Roma non sta con Berlusconi; in Calabria è anche nel Terzo Polo, in cui c’è anche Loiero, ma appoggia lo schieramento che ha sancito la fine del loierismo; a Vibo è contro Pd e Pdl – eppure, tra Comune e Provincia, ha flirtato e flirta con entrambi – ma attacca il tragicomico presidente della Provincia De Nisi sul dissesto finanziario, dimenticando che chi ha governato quell’ente per dieci anni (l’ex presidentissimo Ottavio Bruni) sta proprio sotto le insegne dello scudocrociato.

Sullo sfondo, per tutti, rimane una questione morale enorme, e per un Morelli (Pdl) – quello de “il compare del mio compare è tuo compare”, un uomo di chiesa… – che è stato arrestato e subito scaricato da tutti, c’è anche un Naccari Carlizzi (Pd) che va a cena, pare a scopo elettorale, proprio con lo stesso boss (Lampada) che ha inguaiato il suo rivale di partito. Questo appiattimento, questo livellamento trasversale verso il basso della politica calabrese, è alla base della creazione dell’iperuranio in cui vivono i Nostri, mentre tutti gli altri, questi sì maggioranza silenziosa, continuano a guardare con gli occhi la realtà, sperando che un giorno, qualcosa di quello che succede tutto intorno, non tocchi proprio noi. Allora capiremmo, ma saremo rimasti soli.

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mini brigante-damaIl “decennio francese”, il periodo storico iniziato, nel 1806, con l’invasione napoleonica del regno di Napoli e concluso, nel 1815, con la cattura e la fucilazione di Gioacchino Murat, rappresenta, anche per la Calabria, un’epoca particolarmente densa di avvenimenti. Ogni angolo della regione venne investito da un generale stato di agitazione. Ad esacerbare gli animi, da una parte, l’oro inglese, dall’altra, gli agenti borbonici che dalla Sicilia alimentavano l’ansia di rivincita di re Ferdinando e della regina Carolina. A fare il resto lo sprezzante atteggiamento della soldataglia francese che, come ricorda Sharo Gambino, arrivava «in Calabria convinta di essere giunta tra i “savauges d’Europe”». Le continue vessazioni e gli oltraggi subiti scatenarono il risentimento di una popolazione destinata ad alimentare il fenomeno del brigantaggio. In mezzo rimase la “zona grigia” quella che più di ogni altra subì gli effetti nefasti di una lotta senza quartiere. Il Brigantaggio e le ribalderie dei francesi non risparmiarono neppure Serra San Bruno, la cittadina della certosa, brutalmente saccheggiata nel 1807. Sotto l’incalzare del comandante della gendarmeria, il “crudele” Voster, per utilizzare la definizione usata ne “La platea”, la cronistoria cittadina redatta dai cappellani della chiesa Matrice, la guardia civica si spingeva ripetutamente nei boschi a dare la caccia ai briganti. A causa dell’impari lotta il loro numero andava assottigliandosi. Il 2 marzo 1811, tre briganti, nella speranza di ottenere un salvacondotto, si rivolsero a tale “Raffele Timpano del Paparello”. In assenza del Voster il comando della piazza era stato affidato al tenete di gendarmeria, Gerard ed al maresciallo Ravier. Il Paparello, accompagnato dal giudice di pace, Bruno Chimirri, dal comandante della guardia civica, Domenico Peronacci e dal civico Giuseppe Amato, recatosi presso l’alloggio dei due comandanti francesi li trovò completamente ebbri. Consegnata una pistola ciascuno al Peronacci ed al Chimici, si misero in marcia. Giunti presso la baracca in cui si trovavano i briganti, vennero freddati nel tentativo di fare irruzione. Insieme ai due gendarmi trovò la morte il serrese Domenico Iorfida. Gli altri, rimasti incolumi, attesero l’arrivo della guardia civica che uccise i malfattori. In seguito all’accaduto un gendarme si recò Nicastro per informare il generale Manhes. I serresi inviarono una loro delegazione incaricata di presentare un circostanziato rapporto. «Ricevuta una lettera stilata dall’intendente – si legge ne “La platea” – il generale che “non era un uomo ma un diavolo vestito di carne umana”, strappò la missiva senza neppure leggerla». Trascorsi un paio di giorni accompagnato da una ventina di dragoni, giunse a Serra il generale Manhes. Prima di partire, il 10 marzo 1811, oltre l’impiccagione di Raffele Timpano, dispose l’esilio dei preti e la chiusura delle chiese. Il bando con il quale venivano preclusi i luoghi di culto stabiliva: «Le chiese tutte del comune di Serra saranno serrate, e le campane legate, poiché il culto sarà sospeso in esso comune fino alla distruzione del brigantaggio. In conseguenza non vi sarà amministrazione di sacramenti, e perciò i preti tutti del comune di Serra si porteranno a Maida finché i loro briganti saranno distrutti». Il proclama, nel paese definito da Norman Douglas “il più bigotto della Calabria”, non tardò a manifestare gli effetti sperati. Alla partenza di Manhes i serresi si misero sulle tracce dei briganti i quali, a corto di vettovaglie, furono costretti a divorare i loro compagni morti. “Venne rinvenuto il cadavere di un capo brigante al quale era stata asportata la carne delle cosce”. A fine marzo 1811 dei briganti alla macchia ne erano rimasti solamente due, Pasquale Ariganello e Pasquale Catroppa, detti i due Pasquali. Grazie ad una taglia di 200 ducati la loro avventura si concluse il 12 aprile 1811, quando vennero uccisi nel sonno da due pastori di Pazzano. I serresi, informati dell’accaduto il 14 aprile, reclamarono immediatamente le chiavi delle chiese ed il ritorno di tutti i sacerdoti allontanati dal Manhes.

(articolo pubblicato su Il Quotidiano della Calabria)

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