mini consiglio_prov._21_dic_2011Riceviamo e pubblichiamo:

 

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

VISTO :

L’art. 17 del DL n.95/2012 pubblicato sulla G.U. n. 156 del 6 luglio 2012 recante disposizioni urgenti, noto come “spending review”, concernente anche la soppressione e razionalizzazione delle Province e delle loro funzioni;

CONSIDERATO:

CHE il comma 1 del suddetto articolo 17 prevede “al fine  di contribuire al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi europei necessari al raggiungimento del pareggio di bilancio le Province sono soppresse o accorpate sulla base dei criteri e secondo la procedura di cui i commi 2 e 3”; che al comma 2 prevede “l’individuazione di criteri per la riduzione e l’accorpamento delle province da individuarsi nella dimensione territoriale e nella popolazione residente in ciascuna provincia”; e “fatte salve le province nel cui territorio si trova il comune capoluogo di regione” e fatte salve altresì “ le province confinanti solo con province di regioni diverse da quelle di appartenenza e con una delle province di cui all’art. 18 comma 1” le cosiddette Città Metropolitane;

CHE non è possibile effettuare questa menomazione attraverso un decreto legge. Il Governo è infatti intervenuto con decreto legge su una materia che è sottratta alla sua disponibilità. L’art.14 della legge 23 agosto 1988, n. 400, ha chiarito infatti che non possono essere oggetto di decretazione d’urgenza da parte del Governo le materie previste dall’articolo 72, comma 4, ella costituzione, tra le quali sono incluse le norme di carattere costituzionale o elettorale;

CHE la strada per ridurre la spesa pubblica e risanare il Paese non passa attraverso la emanazione di decreti incongrui e caratterizzati da evidenti difficoltà applicative, ma deve realizzarsi grazie ad un’opera di razionalizzazione delle funzioni delle Province. Soluzioni drastiche come quelle emanate infatti produrranno l’unico risultato di generare confusione e gettare nel caos le amministrazioni territoriali, di causare disservizi per la mancata disciplina della fase transitoria e, paradossalmente, di aumentare la spesa pubblica, come rilevato dalle competenti Commissioni Parlamentari e da uno specifico studio commissionato dall’UPI e condotto dall’Università Bocconi;

CHE viceversa occorre profondere ogni convergente e razionale sforzo per rendere il sistema delle Autonomie Locali più efficiente e per migliorare la qualità dei servizi pubblici erogati ai cittadini in aderenza ai principi della Carta Costituzionale e dalle sollecitazioni pervenute dal Consiglio d’Europa; 

CHE, di contro, i territori a rischio soppressione verrebbero privati di  essenziali e decisivi presidi di democrazia, di sicurezza e di lavoro (Prefettura, Questura, Comandi provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza, Cfs, Vigili del Fuoco, Asp, Direzione provinciale del Lavoro, Uff. Scolastico Provinciale, Ragioneria provinciale dello Stato, Agenzie delle Entrate, Agenzia provinciale Poste Italiane, Motorizzazione Civile, PRA, Camera di Commercio, Uffici provinciali Inps ed Inail, Aci, Croce Rossa Italiana, Ordini e Collegi professionali, sezioni provinciali associative ed altro) ;

CHE i comuni della Provincia di Vibo Valentia, attenendosi al principio dell’autodeterminazione previsto dalle norme costituzionali - così come recita l’articolo 133,1°c., della Costituzione “il mutamento delle circoscrizioni provinciali e l’istituzione di nuove province nell’ambito di una Regione sono stabiliti con legge della Repubblica, su iniziative dei comuni sentita la stessa Regione”- chiesero ed ottennero dal Consiglio Regionale della Calabria il previsto parere che venne espresso all’unanimità;

CHE la situazione di oggettiva emergenza in materia di ordine pubblico, sviluppo infrastrutturale e dell’assistenza sociosanitaria dei territori di riferimento, ben presente ai vertici istituzionali di Governo mette a rischio la stessa tenuta democratica e sociale delle nostre Comunità;

ATTESO:

CHE il Consiglio provinciale unitamente al Consiglio comunale di Vibo Valentia, aperto alla partecipazione di tutte le rappresentanze istituzionali, economiche, sociali, nonché alla forte e motivata presa di posizione del mondo produttivo e del lavoro, rappresentata da Confindustria, dalle Organizzazioni sindacali e dell’associazionismo, si oppongono fermamente alla paventata soppressione  (per accorpamento) delle Province calabresi di Vibo Valentia e Crotone;

CHE analoga volontà è stata espressa nella lettera congiunta che i gruppi consiliari, di maggioranza e di minoranza, in seno al Consiglio regionale, hanno inviato al presidente della Giunta regionale, affinché, così come avvenuto in altre regioni, si faccia promotore di ogni necessaria iniziativa a sostegno delle legittime richieste di difesa delle istituzioni provinciali di Vibo Valentia e Crotone;

CHE, condivisibile risulta l’avvertita esigenza di una riflessione più generale sull’assetto istituzionale della Nazione, ricomprendente anche, l’articolazione degli Enti territoriali;

CHE in tale prospettiva, scevra da condizionamenti emergenziali di carattere esclusivamente economicistico, occorre avviare il confronto all’interno delle istituzioni parlamentari ed elettive;

CHE, parimenti, risultano inammissibili le pressioni azionate da settori economici ed editoriali, ai quali sicuramente sfugge la complessità ed una visione organica d’insieme che è connaturata all’assolvimento di compiti e funzioni di governo democratico del Paese, ispirato e regolato dai principi costituzionali:

CHE, invero, la previsione contenuta nell’art. 17 del cennato decreto legge si palesa in evidente violazione con quanto disposto dall’art. 133 della Costituzione italiana, il quale nulla disponendo in ordine alla soppressione di province, disciplina esclusivamente le ipotesi di Istituzione di nuove Province e di modifica di quelle esistenti, peraltro prescrivendo un procedimento legislativo aggravato dall’iniziativa comunale e dal coinvolgimento della Regione interessata;

CHE la soppressione delle Province di Vibo Valentia e Crotone costituirebbe un evidente depauperamento per l’intera Calabria, oltre a disarticolare un condiviso e consolidato equilibrio istituzionale e geografico, già recepito in tutti gli strumenti legislativi e di programmazione regionali, nazionali e comunitari;

CHE la Regione Calabria è chiamata a difendere le sue scelte e gli interessi delle sue comunità ed in tale prospettiva deve impegnare e mobilitare le rappresentanze parlamentari espressione dell’intero territorio regionale, “senza vincolo di mandato”, perché svolgano ogni utile iniziativa in difesa delle province di Crotone e Vibo Valentia, contrapponendosi ad ogni scelta che comporta la soppressione delle due province calabresi;

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

CHIEDE sin d’ora, che nella denegata ipotesi in cui, malgrado tutte le iniziative che saranno intraprese dalla Regione Calabria, dalle Province e dai Comuni interessati in difesa delle Province di Vibo Valentia e Crotone dovesse essere convertito in legge il richiamato decreto, la Regione Calabria si impegni attraverso il presidente e la giunta regionale ad impugnare dinanzi la Corte Costituzionale con giudizio in via principale, il più volte menzionato art. 17 nella parte in cui prevede l’accorpamento e/o la soppressione e/o la razionalizzazione delle Province e delle loro funzioni;

CHIEDE, altresì:

  1. a)Al Governo della Regione Calabria, in vista dell’udienza pubblica fissata per il prossimo 6 novembre dinanzi alla Corte costituzionale, di valutare l’opportunità di presentare un intervento di tipo adesivo-dipendente nei giudizi promossi dinanzi a quest’ultima dalle Regioni Lombardia, Campania, Piemonte, Lazio, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna sull’art. 23 del c.d. decreto “Salva Italia”;
  2. b)Alla Deputazione Parlamentare calabrese di rappresentate con forza le aspettative delle popolazioni e dei territori ricadenti nelle province di Vibo Valentia e Crotone che di fronte alle legittime aspettative di crescita e sviluppo capaci di colmare atavici ritardi non accettano l’ennesima decisione, penalizzante quanto demagogica, frutto di decisioni verticistiche e populistiche ed incapace di incidere realmente sul pur condivisibile processo di contenimento della spesa pubblica
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mini ccarabinieriI Carabinieri del Ros di Reggio Calabria, guidati dal Tenente Colonnello Stefano Russo, stanno eseguendo ventisei ordinanze di custodia cautelare,  richieste dalla DDA reggina a carico di altrettanti soggetti accusati di aver realizzato la rete di fiancheggiatori funzionale agli interessi della cosca Pelle di San Luca, sotto forma di attività illecite di vario tipo e protezione dei latitanti, operanti in Calabria ed in Piemonte.Dei ventisei arresti, nove sono già detenuti per altra causa, due sono stati effettuati in Piemonte ed altre due persone, invece, sono state condotte agli arresti domiciliari.

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Sabato, 07 Luglio 2012 14:40

Serra: se ne va anche il Giudice di Pace

mini giudicedipaceNella mattinata di venerdì, il CDM ha ripreso i lavori sulla ‘spending review’, prendendo in analisi la possibilità del taglio degli uffici giudiziari. Il verdetto, come d’altronde era facilmente ipotizzabile, anche questa volta per la Calabria risulta amarissimo: saranno infatti ben 4 i Tribunali da tagliare (Castrovillari, Lamezia Terme, Paola e Rossano). La chiusura non sarà comunque immediata. La riforma che prevede una profonda razionalizzazione all’impianto del sistema giudiziario, coinvolgerà circa 300 uffici. Infatti oltre ai 37 tribunali saranno intaccate anche le posizioni di 38 procure e ben 220 sezioni distaccate sparse in tutta Italia. Per la Calabria le sezioni distaccate che giungono alla conclusione della loro attività sono Acri, Chiaravalle C.le, Cinquefrondi, Melito Porto Salvo, San Marco, Scalea, Siderno, Strongoli e Tropea. Il risparmio previsto, dal 2012 al 2014, è di 50 milioni di euro. Magistrati e personale amministrativo non saranno comunque ridotti, ma saranno piuttosto progressivamente assorbiti ed assunti negli uffici accorpati da riorganizzare in un tempo massimo di 5 anni.

Saranno riorganizzate anche le sedi degli uffici dei Giudici di Pace. Ne sono già state individuate ben 674 da sopprimere fra le quali risulta anche quella di Serra San Bruno.

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mini monti_bondiÈ proprio vero: la notte porta consiglio. Ma stavolta il consiglio in questione è quello dei Ministri, che dopo una seduta fiume di oltre 7 ore, all’una di notte scioglie il nodo ‘spending review’: il pacchetto dei tagli indiscriminati alla Pubblica amministrazione. E se il rischio paventato per tutta la giornata di mercoledì, di chiudere direttamente su ordine del governo i piccoli ospedali, quelli con meno di 80 posti letto, sembra ormai scampato, non si può dire che la stessa sorte sia toccata alle piccole province. Crotone e Vibo, per quel che riguarda la Calabria, saranno presto abolite.

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mini pitagoraMIDProsegue il progetto ‘PitagoraMundus’: un programma di cooperazione internazionale che già nel 2011 ha consentito a 140 studenti di nazionalità egiziana di studiare in Calabria all’istituto tecnico di Fuscaldo. Dal settembre prossimo agli studenti ospiti dell’istituto cosentino, se ne uniranno altri 210, tutti vincitori di borsa di studio, che seguiranno un percorso formativo di 5 anni finalizzato al rilascio delle relative qualifiche professionali, riconosciute nel mercato del lavoro nazionale e comunitario. Il progetto, promosso dall’ambasciata Egiziana, dalla Regione Calabria in collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale e con l'Iscapi, per l’anno scolastico 2012/2013, rappresenta un ponte socio-economico-culturale importante fra la nostra regione e lo Stato del nord Africa, un punto d’unione per due realtà mediterranee.

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Domenica, 01 Luglio 2012 15:45

O briganti o emigranti


mini emigrazioneRiporta Costantino Ianni, in Homens sem paz, la risposta di un emigrante italiano ad un ministro: “Que coisa entendeis por uma nação, senhor ministro?". È a massa dos infelizes? Plantamos e ceifamos o trigo, mas nunca provamos do pão branco. Cultivamos a videira, mas não bebemos o vinho. Criamos os animais, mas não comemos a carne... Apesar disso, vós nos aconselhais a não abandonar a nossa pátria. Mas è uma pátria a terra em que não se consegue viver do próprio trabalho?". “Cosa intende per nazione, signor Ministro? Una massa di infelici? Piantiamo grano ma non mangiamo pane bianco. Coltiviamo la vite, ma non beviamo il vino. Alleviamo animali, ma non mangiamo carne. Ciò nonostante voi ci consigliate di non abbandonare la nostra Patria. Ma è una Patria la terra dove non si riesce a vivere del proprio lavoro?”. Una terra che produceva di tutto, come la Calabria, dove le potenzialità economiche sono grandi e sfruttate solo dal grande capitale, il quale, servendosi della mafia a discapito dei cittadini onesti e dei lavoratori, produce denaro e ricchezza per pochi. Una terra maltrattata e sfruttata malamente. Che cosa rimane, o meglio, che cosa rimaneva? La “spartenza”.

“E mannaia l’ingegnieri, chi ‘mbintau la ferrovia, cà si non facia li mezzi, all’America non si jia…”, ancora nella musica tradizionale calabrese. La “spartenza”, uno dei quattro temi di rilievo nella canzone popolare, uno dei drammi storici della nostra terra. La lontananza da quella terra che si abbandona per bisogno, ma che non si dimentica mai. Racconta Sergio Di Giorgio, che in una sua visita, assieme ad Ettore Castagna, in Chiaravalle a Gregorio Tino, suonatore di ciaramelle, ebbero ad ascoltare una sua testimonianza che lascia sicuramente perplessi. “Quando ero in trincea - racconta Tino - per far passare la paura, ripassavo le suonate della zampogna sul manico del fucile”. Picchierellava con i polpastrelli sulla canna del fucile e si estraniava dal luogo in cui era, ascoltando, in una sorta di sdoppiamento della propria mente, le suonate del suo strumento e della sua terra. Sì, perché i suoni, gli odori, il dialetto, quando sei all’estero, lontano da casa, ti rimbombano nelle orecchie incessantemente, quasi a coprire la diversa lingua che si è costretti ad ascoltare, in una sorta si alienazione della realtà, quasi come se fosse il trasfomare il fucile in una zampogna e il vento della trincea nel familiar suono. L'emigrazione europea della seconda metà dello scoso secolo invece, aveva come destinazione soprattutto stati europei in crescita come Francia, Svizzera, Belgio e Germania. Quest’ultima era considerata da molti, come una meta di emigrazione temporanea, dove lavorare e guadagnare per costruire, poi, un migliore futuro in Italia. Tuttavia questo fenomeno non si verificò e molti degli emigranti sono rimasti nei paesi di emigrazione. Lo stato italiano firmò, nel 1955, un patto di emigrazione con la Germania con il quale si garantiva il reciproco impegno in materia di migrazioni e che portò quasi tre milioni di italiani a varcare la frontiera in cerca di lavoro. Al giorno d'oggi sono presenti in Germania circa 650.000 cittadini italiani fino alla quarta generazione, di origine meridionale, ma anche veneta o emiliana. E gli emigrati che incontri in Germania oggi, hanno congelato il loro essere italiano al giorno della partenza, come se il tempo, nella loro terra di origine si fosse fermato al momento della propria partenza.

Wolfsburg, città nata intorno alla Wolkswagen, (la “Fabbrica”, come la chiamano i nostri paesani) è un modello di città fatta a misura di operaio. Gli operai sono fatti a misura della fabbrica. Insomma tutto è fine alla costruzione della “nuova Golf”. E altre tremilanovecentonovantanove macchine al giorno. Biagio, che lavora da quindici anni in Wolkswagen, al nostro arrivo, noi che veniamo dalla sua Serra San Bruno, ci aspetta alle porte della città per accompagnarci alla nostra destinazione. In pochi minuti vorrebbe raccontarci tutto, di quante cose abbia fatto in Germania, di come la Germania lo ha accolto e di quante cose belle ci sono, e ci porta dai suoi amici, presentandoci fiero e raccomandandosi di fargli fare bella figura, che lui del suo paese parla sempre con tutti. “Ti sei sposato?”. “Si” fa lui, “Con una tedesca?”, “Fossi matto! Mai con una tedesca, che ti lascia senza pensarci due volte!”. Mogli e buoi dei paesi tuoi. Gli piace la fabbrica, il marciapiede pulito, i coniglietti che mangiano l’erbetta indisturbati nel verde pubblico, ma la gente non si ferma neanche per dirti ciao...E la musica lo manda in estasi, quando vede la zampogna si emoziona, quando sente l’organetto vuole ballare, quando parla della sua terra il sentimento che lascia trapelare non è la nostalgia, è la rabbia. “Quando scendo per le ferie in Calabria è bello, poi, quando torno in Germania, al Brennero, l’anima si ferma in Italia e la ‘carcassa’ continua a guidare per altri novecento chilometri verso nord.” Ha due bimbi Biagio, che porta con sé al nostro spettacolo, ai quali parla dialetto, perché il tedesco “già lo parlano e lo scrivono meglio di me”. Si è anche presentato con i Verdi alle elezioni comunali di Wolfsburg, perché l’integrazione è importante, ci dice. Ma forse lo fa per i propri figli, per garantirgli un futuro, perché ci ha dimostrato e fatto capire che, anche se non ha nessuna intenzione di tornare in Calabria, nè tantomeno la possibilità, non vuole integrarsi davvero, perché lui ci tiene alla sua cultura, alle sue origini, alla sua provenienza. E’ costretto a stare in Germania, perché ha bisogno di lavorare, ma i tedeschi sono tutti casa e lavoro, e se hai voglia di scambiare quattro chiacchiere, per parlare davanti ad un caffè del più e del meno, devi andare al Bar Azzurri…in Poststrasse, o al ristorante di Pino (da Sinopoli) di fronte al Markthalle. Che Stato è quello stato che lascia la terra alle ortiche e ai sassi e alle erbacce, e non produce il grano per fare il pane a casa propria? Che nazione è quella nazione che ha i suoi figli all’estero e allo stesso tempo crea per i migranti che arrivano sulle proprie coste i “Lager di prima accoglienza” e la legge Bossi-Fini? Biagio verrà quest’estate e porterà birra sigarette e cioccolata agli amici, se ne andrà portandosi una scorta di pane, quello buono, quello che sua madre sa ancora fare, ma che la sua terra non si può più permettere.

Pubblicato in LO STORTO

mini parco_serreRiceviamo e pubblichiamo:

Sono dieci anni che Fiammatricolore conduce una battaglia politica, in solitario, contro il Parco regionale delle Serre. Tempo perso? Assolutamente no! Il tempo è galantuomo e da’ sempre ragione. È su tutti i giornali. La notizia campeggia su quello che possiamo definire lo “scandalo parco”. Noi di Fiammatricolore non siamo né forcaioli, né giustizialisti ma, fidiamo nella Giustizia italiana e, per questo, non esprimiamo condanne anticipate. Questo, però, non ci impedisce di continuare quella che secondo noi è una legittima battaglia contro una istituzione inutile, costosa, corrotta, che, nel tempo e, sempre più, ha dimostrato la sua inadeguatezza sul territorio. Sin dal primo momento, questo ente, si è dimostrato essere uno tra i più miserabili laboratori politico-clientelari della Calabria che, soprattutto, questo Ente, nulla ha mai avuto a che fare con l’ambiente. Questi avvenuti, sono fatti del 2008!  e, purtroppo, gli scandali non finiranno qui! L’ente ha preso sin dall’inizio una brutta piega, commissariamenti, presidenti, ricorsi al TAR non si contano più e se non fosse che questo ente incide pesantemente e inutilmente sia sulla spesa pubblica che sull’economia reale del posto, poco ci potrebbe importare delle sue sorti. Le iniziative che abbiamo visto prendere da questo ente sono state sempre tra il ridicolo  e il meschino: vogliamo ricordare il famoso “Passaporto” che doveva costituire un simbolico lasciapassare nel Parco o l’ultima iniziativa di fare un’indagine statistica assolutamente inutile salvo che per qualche ragazzo che ha avuto l’incarico come compenso per avere votato chi lo ha assunto. Questo ente, sin dalla sua istituzione, non ha mai contribuito a fare arrivare un solo becco di un quattrino sul nostro territorio, anzi…. In Serra San Bruno sono ben dieci le attività economiche importanti che hanno chiuso dall’inizio dell’anno, mentre, non si contano quelle già chiuse negli scorsi anni per colpa dello spopolamento e dell’impoverimento territoriale che ha provocato il parco. Alla faccia dello auspicato sviluppo! Noi di Fiamma, che siamo convinti di avere una responsabilità sociale e morale sia nei confronti del popolo italiano sia nei confronti del nostro territorio, ci chiediamo e chiediamo a tutti i politici compresi quelli in “estinzione” : che aspettate a sopprimere questo tumore economico, commerciale e non ultimo politico rappresentato dell’ente Parco? Anziché sgozzare i cittadini a suon di IMU, sarebbe un esempio concreto di quanto questo Governo Monti si sta’ sforzando di fare. Mi pare venga chiamato “spending review”. E' questo che, Fiammatricolore, chiede con insistenza da anni al Governatore della Calabria. Il Presidente Scopelliti abbia il coraggio e, soprattutto, la saggezza di sopprimere questo indecoroso ente regionale. Altro che trasferire cinquanta operai AFOR al Parco… per fare perdere la loro occupazione. Quanto alla tutela ambientale, basta dire che, con una sufficiente disponibilità di immobili pubblici già pronti all’uso e presenti sul territorio, si è preferito cementificare ancora, in omaggio agli incarichi politico-clientelari, per fare la inutile sede del Parco regionale delle serre.  Non c’è che dire… un bel modo di tutelare l’ambiente… Come dicevamo, altri scandali verranno la luce, sarà inevitabile! È meglio per tutti che venga soppresso, per il commercio, per la produttività, per lo sviluppo, per l’ambiente stesso giacché il regolamento che tutela il parco impedisce la normale attività di manutenzione dei boschi e dulcis in fundo, ed anche per chi, oggi di turno, pensa di poter trarre vantaggio politico dall’ente. È pericoloso giocare col fuoco... si rischia di bruciarsi! 

Francesco Pastore

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mini mimmo-gangemi-la-signora-di-ellis-island_290x435WOLFSBURG - Una manifestazione prettamente culturale. Questo è stato il taglio che si è voluto dare alla settimana calabrese a Wolfsburg. Infatti, per l’occasione, l’architetto Maria Lia Ciconte (tra gli organizzatori dell’evento) assieme al direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese Gilberto Floriani, ha presentato il 12 giugno scorso il "Premio Letterario Calabria - Wolfsburg".

«Quest’anno - ha sostenuto Maria Lia Ciconte - abbiamo cercato di individuare 5 volumi rappresentativi della Calabria, al fine di lanciare un premio letterario che, per le prossime edizioni, potrebbe assumere un taglio diverso dando spazio a nuovi talenti letterari».

E la scelta è caduta proprio su scrittori autorevoli i quali, anche se in modo molto diverso tra loro, hanno saputo descrivere la Calabria da più sfaccettature. Gli autori, -  scelti in seno al Sistema Bibliotecario Vibonese -, sono: Vito Teti con Pietre di Pane, Mauro Minervino con Statale 18, Angela Bubba con MaliNati, Francesca Viscone con Concerto a Berlino e Mimmo Gangemi (unico autore presente alla presentazione del Premio) col suo La signora di Ellis Island.

Maria Lia Ciconte cede subito il timone a Gilberto Floriani, il quale si è cimentato a descrivere lo scopo del "Premio Letterario Calabria - Wolfsburg". «Quando abbiamo pensato a quest’evento - ha detto il direttore del SBV - abbiamo puntato alla diffusione della cultura calabrese attraverso l’aiuto dei nostri corregionali integrati in Germania».

Superate oramai le difficoltà che si scagliarono sulla prima generazione di emigranti, il calabrese, si fa divulgatore tramite la letteratura della propria cultura. Come? «I libri selezionati quest’anno - sostiene ancora Floriani - sono solo l’inizio di un percorso che non ha l’intento di promuovere la cultura calabrese attraverso lo scrittore affermato, ma al contrario, attraverso lo scrittore emergente, il talento letterario calabrese che vive in Germania, il quale, partecipando al "Premio Letterario Calabria - Wolfsburg", ha l’occasione di farsi conoscere e di ritagliarsi uno spazio nel mondo dell’editoria».

Praticamente, i ragazzi calabresi della terza generazione, lungi dall’essere figure di emigranti tradizionali, oramai completamente integrati nella società tedesca, attraverso le loro opere potrebbero scoprirsi scrittori talentuosi e farsi ambasciatori con la letteratura della cultura dei loro padri.

Floriani in ultimo, ha introdotto l’intervento dello scrittore Mimmo Gangemi sostenendo che nonostante fare cultura in Calabria sia difficile, gli intellettuali riescono sempre ad emergere. Gangemi, dopo aver sottolineato un dato statistico che vede i lettori calabresi al primo posto nel Sud Italia, ha sostenuto che esiste in Calabria un fermento letterario forte, attraverso il quale si può presentare la possibilità per i giovani scrittori di far arrivare la propria voce oltre i confini del Pollino.

Pertanto, l’autore de La signora di Ellis Island, ha invitato tutti a fuggire gli stereotipi che da sempre annoverano la Calabria in un girone infernale, sostenendo che oramai da tempo «il cancro che affligge la nostra regione ha trovato un nemico inaspettato: la cultura».

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mini terremoto_emiliaRiceviamo e pubblichiamo:

Reggio Calabria, giugno 2012. Basta un euro per aiutare i comuni terremotati e la loro gente a ripartire. È quanto hanno fatto le oltre 50mila imprese della provincia di Reggio Calabriache hanno immediatamente aderito alla richiesta delle associazioni di categoria, in accordo con la decisione della giunta camerale, di stanziare oltre 50mila euro per le imprese emiliane. 
L’iniziativa è la risposta della Camera di commercio reggina e del suo territorio all’appello di Unioncamere nazionale di raccogliere risorse per i sistemi economici colpiti dal terremoto.
«La nostra provincia vuole contribuire concretamente a sostenere i territori che stanno attraversando un momento di grave difficoltà, ha dichiarato Lucio Dattola, presidente della Camera di commercio di Reggio Calabria. È un gesto importante soprattutto perché espressione di un territorio particolarmente colpito dall’attuale recessione economica e memore del devastante terremoto, con conseguente tsunami, che colpì agli inizi del secolo scorso l’area fra Reggio Calabria e Messina. Le nostre imprese sono consapevoli che per uscire dalle difficoltà bisogna essere uniti e solidali; servono gesti che, se mossi da principi di vera sussidiarietà, portano a risultati importanti». 


Presidenza della Camera di Commercio di Reggio Calabria

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mini a3L’Anas comunica che dalle ore 22,00 di sabato 23 giugno alle ore 18,00 di domenica 24 giugno 2012, sarà chiuso al traffico il tratto compreso tra gli svincoli di Vibo Valentia/Sant’Onofrio e Rosarno sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, tra i km 348,250 e 383,000, in entrambe le direzioni.

Il provvedimento si rende necessario per consentire le operazioni di demolizione in sicurezza del cavalcavia autostradale posto al km 378,100 dell’A3, nell’ambito dei lavori di realizzazione della nuova autostrada.

Per effetto della chiusura saranno interdette al traffico la rampa di ingresso in direzione sud dello svincolo di Vibo Valentia/Sant’ Onofrio, la rampa di ingresso in direzione nord dello svincolo di Rosarno, e gli svincoli di Serre e di Mileto. Durante le ore di chiusura i veicoli diretti a Reggio Calabria saranno deviati allo svincolo di Vibo Valentia/Sant’ Onofrio, con proseguimento sulla SS18 e rientro in A3 allo svincolo di Rosarno. Percorso inverso per i veicoli diretti a Salerno.

L'evoluzione della situazione in tempo reale è consultabile sul sito web http://www.stradeanas.it/traffico oppure con l'applicazione 'VAI', disponibile gratuitamente per Android, Ipad e Iphone (http://www.stradeanas.it/vaiapp).

L’Anas invita gli automobilisti alla prudenza nella guida, ricordando che l’informazione sulla viabilità e sul traffico di rilevanza nazionale è assicurata attraverso il sito www.stradeanas.it e il Numero Verde per l’A3 800.290.092.

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