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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
VIBO VALENTIA - Arriva perentorio l'ennesimo diktat del prefetto Giovanni Bruno nei confronti del primo cittadino Nicola D'Agostino: «La città – ha detto il capo dell'ufficio territoriale del governo – entro domenica dev'essere pulita. Altrimenti si passa alla commissione d'accesso». Queste le parole del prefetto rivolte al primo cittadino del capoluogo di provincia.
Bruno punta l'indice anche contro altri due ulteriori incresciosi fatti che hanno riguardato la città di Vibo: il primo riguarda il mancato funzionamento della macchina amministrativa, dato il provvedimento della dirigente Teti, che nel pomeriggio di ieri ha decretato la chiusura degli uffici «per motivi di ordine pubblico legati all'emergenza rifiuti». Il secondo riguarda i sindacati, coinvolti nei giorni scorsi a trovare una soluzione condivisa sull'emergenza. Gli ultimatum da parte del prefetto arrivano in un momento delicatissimo anche per gli ex dipendenti Eurocoop, che ancora aspettano di essere reintegrati al lavoro nella Progettambiente, nuova società chiamata a gestire la raccolta dei rifiuti.
Come si ricordava nell’articolo riguardo la nascita di località Spinetto a Serra San Bruno (vedi correlato a piè di pagina), sul territorio comunale esistono due chiese omonime dedicate alla Madonna dell’Assunta, della quale oggi si tengono i solenni festeggiamenti. Oltre alla “divisione” della popolazione, che si venne a creare di conseguenza al terremoto del 1783, per molti anni, spinittari e teravicchiari (rispettivamente abitanti del nuovo e del vecchio nucleo urbano), il 15 di agosto hanno festeggiato separatamente la festa dell’Assunta con due differenti programmi religiosi e civili, entrambi presieduti dalle omonime congregazioni.
Come racconta Domenico Pisani nel capitolo “L’arte” della pubblicazione “Serra San Bruno e la Certosa” – curata a sei mani con Salvatore Luciani e col professor Tonino Ceravolo – «l’opera che più ha fatto parlare di sé è la bella statua lignea della Madonna dell’Assunta (XVIII sec.), conservata nella chiesa (antica ndr)».
La stessa, quasi sicuramente opera dell’artista serrese Antonio Scrivo, è stata fatta su modello della meravigliosa Assunta di manifattura napoletana (XVII sec.), che si trova nell’omonima chiesa di Spinetto, trasferita in quella dopo il terremoto del 1783, e che la comunità ivi sorta non volle ridare alla popolazione di Terravecchia.
Dunque, una volta che l’antica chiesa dell’Assunta – conosciuta anche come chiesa di San Giovanni o della “panella”, per il fatto che i certosini vi distribuivano il pane per i poveri – riprese il normale esercizio delle funzioni, venne commissionata una nuova statua della Madonna sul modello dell’antica.
«Quando si pensò di restaurare la vecchia chiesa – scrive ancora Pisani – […] gli abitanti di Terravecchia ordinarono una copia perfetta a uno sconosciuto scultore serrese, forse Antonio Scrivo». In realtà, la Madonna realizzata da Scrivo per la chiesa dell’Assunta di Terravecchia, sarebbe la seconda copia fatta su modello dell’antica. «Probabilmente – sostiene Domenico Pisani – per l’esecuzione della nuova statua fu indetto un concorso. Ciò spiegherebbe l’esistenza di una terza scultura, opera di Vincenzo Zaffino (artista serrese ndr) […] conservata nel museo diocesano di Rossano, dove fu portata dall’arcivescovo Bruno Maria Tedeschi».
Forse la statua di Zaffino ai serresi non piacque. Ragion per cui venne di seguito commissionata a Scrivo. La leggenda racconta che, dopo che Vincenzo Zaffino ebbe realizzato la sua copia dell’Assunta, la figlia di lui nacque con un accentuato strabismo, percepibile anche sulla statua Madonna che egli aveva realizzato. «Fu così che per voto – dice ancora Pisani – eseguì la statua di Santa Lucia, oggi conservata nella chiesa dell’Addolorata di Serra». Secondo la tradizione orale, la figlia di Zaffino ottenne così il miracolo della guarigione.
-Serra, le chiese dell’Assunta e le origini del 'conflitto' tra Spinetto e Terravecchia
In seguito alle numerose segnalazioni e alle proteste sollevate negli ultimi mesi da molti contadini, la Provincia di Vibo Valentia, per ridurre i danni provocati dai nutriti branchi di cinghiali alle colture sparse su gran parte del territorio, ha ordinato l'abbattimento di ben 3mila esemplari. Inizialmente era stato addirittura auspicato l’intervento dell’esercito, ma adesso – accantonata la “suggestiva” ipotesi – ad attuare il piano di abbattimento dei cinghiali saranno 88 “selecontrollori”, formati proprio dall’ente provinciale, e che avranno il compito di effettuare battute di selezione ed interventi di controllo venatorio numerico della specie invadente.
A conclusione di un apposito corso formativo, le 88 “doppiette”, già dalla prossima settimana, saranno dunque chiamate ad eliminare 3mila cinghiali in 60 giorni di tempo. La zona da battere rientra nei limiti territoriali afferenti al Parco regionale delle Serre Calabre e di altri centri del Vibonese.
Proprio la proliferazione eccessiva che, soprattutto negli ultimi anni, ha visto protagonisti i cinghiali stanziati nelle montagne del comprensorio, ha rappresentato una gradita sorpresa per i numerosi amanti dell’attività venatoria, ma allo stesso tempo ha portato corposi danni alle colture. I problemi maggiori si sarebbero riscontrati a danno degli appezzamenti agricoli di Serra San Bruno, Nardodipace, Mongiana, Simbario, Vallelonga, Soriano, Sorianello, Gerocarne, Monterosso, Maierato, Pizzo e Zaccanopoli.
I selecontrollori, attraverso prelievi selettivi mirati, avranno quindi il compito di attuare interventi utili a ridurre il numero spropositato di ungulati selvatici presenti sul territorio, in maniera da arginare tutte quelle problematiche che derivano da una smisurata densità di esemplari, per garantire l’incolumità pubblica e limitare i danni alle colture, in aree spesso soggette ad uso antropico.
È stato il prefetto Giovanni Bruno a canalizzare le numerose proteste dei contadini, che per lungo tempo hanno sopportato grosse perdite connesse alle sempre più ricorrenti invasioni di cinghiali e alla relativa distruzione degli insediamenti agricoli. Un provvedimento che pare ormai irreversibile e che è frutto, in particolare, di una cattiva gestione preventiva, che avrebbe potuto, in tempi dovuti, porre freno alla riproduzione dei cinghiali. La mancanza di adeguate operazioni cautelative sarebbe, tuttavia, connessa anche al fatto che, dal gennaio 2010, la Regione Calabria non avrebbe più corrisposto, agli organismi provinciali competenti, alcun sussidio economico per il controllo demografico delle specie selvagge. Ciò, nonostante, annualmente il censimento effettuato dai tecnici del settore abbia documentato un considerevole incremento del numero di cinghiali, stimati sul territorio provinciale in circa 7mila esemplari.
Continua il percorso culturale dell’associazione Il Brigante di Serra San Bruno. Questa volta, nell’ambito del programma estivo “Cu resta la Cunta 2014”, sarà la volta della giornata titolata “Salute e bene”, organizzata in ricordo di una personalità simbolo del nostro territorio: il compianto Bruno Tassone, scomparso lo scorso 26 febbraio.
Per l’occasione l’evento prevede un fitto programma che abbraccerà gran parte del corso della giornata. Infatti, fin dal pomeriggio di domani, sabato 9 agosto, dalle ore 16.30, proprio nella piazzetta adiacente alla storica sede de Il Brigante, verrà allestita una mostra con in esposizione alcune delle migliori opere lignee di Bruno Tassone, rinomato artista ed abile sculture, nonostante, già durante l’infanzia, avesse subito l’amputazione della mano destra. Le sculture in esposizione domani appartengono alla linea realizzata da Bruno sul mondo contadino, uno dei filoni preferiti dall’artista.
Poi, dopo la cena sociale a chilometri zero, verso le ore 22.30, sarà la volta del documentario “Simu vinuti di tantu luntanu”, prodotto dalla stessa associazione culturale Il Brigante, frutto di un faticoso lavoro di studio, ricerca, riprese e montaggio durato ben tre anni, con soggetto peculiare i pellegrini delle Serre in cammino verso il Santuario dei Santi Cosma e Damiano a Riace. Un lungo ed emozionante viaggio di devozione, condotto - chiaramente esclusivamente a piedi - dal gruppo di fedeli che ogni anno, durante il mese di settembre, partono all’alba dalle montagne delle Serre verso il reggino, per raggiungere nella mattinata del giorno successivo il Santuario dei due Santi Medici. Viaggio che vedeva Bruno impegnato da molti anni nel ruolo distintivo di “capo pellegrino”.
Il pubblico ministero Michele Sirgiovanni ha chiesto al gip del Tribunale di Vibo Valentia il rinvio a giudizio per due dei tre indagati nel caso della morte di Giuseppe Schiavello, registratasi la sera dell’1 febbraio 2011. Schiavello - secondo quanto previsto dall’accusa - morì a 62 anni, per un ipotetico caso di malasanità, connesso ad una polmonite non diagnosticata. A rischiare il processo sono, ora, due sanitari di Serra San Bruno, città di origine della vittima: Gerardo Rinaldo Bertucci ed Eliana Ceniti, rispettivamente medico di base e medico in servizio presso il Pronto soccorso del locale nosocomio. Mentre per la terza inquisita - un’infermiera in servizio anch’essa presso il presidio sanitario serrese - è stata invece chiesta l’archiviazione.
On the news di sabato 9 agosto, a partire dalle ore 10.00, sulle frequenze di rs98, è speciale: “Promozione e valorizzazione della cultura in Calabria”. L'azione sinergica tra la Regione, il Comune e la Proloco di Mongiana, con l'inizio dell’estate ha permesso un notevole incremento di visitatori al Museo delle Reali Ferriere.
Se ne palerà nello studio radiofonico del programma condotto da Antonio Zaffino e Francesca Onda con ospiti, per l'occasione, il sindaco di Mongiana Bruno Iorfida; il professore Danilo Franco, esperto di archeologia industriale ed il presidente della Proloco di Mongiana Francesco Aloi. In collegamento telefonico l'assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri.
Segui il programma anche in streaming all’indirizzo: http://tunein.com/radio/Radio-Serra-RS-980-s3103/
Consulta l’archivio di On the news: http://www.mixcloud.com/OnTheNewsReloaded/
È cominciata così stamattina la messa in località Spinetto, con don Ferdinando che comunica ai fedeli la notizia di trasferimento. L’avviso ufficiale sarebbe arrivato direttamente dal Vescovo, che nella giornata di ieri ha reso edotto il parroco della Chiesa dell’Assunta di Spinetto di Serra San Bruno, sul suo trasferimento nella cittadina di Chiaravalle C.le, senza che i fedeli abbiano però ancora chiari i motivi di questa scelta.
Stamani, dunque, alla notizia del trasferimento – evidentemente non condivisa – è stato espresso qualche malcontento e di seguito i fedeli hanno disertato la funzione a mo’ di protesta. Quando i corrispondenti della stampa locale si sono recati presso la chiesa per comprendere cosa fosse accaduto, qualche fedele avrebbe invitato i giornalisti ad allontanarsi per far passare in sordina il procedimento di mons. Vincenzo Bertolone. Per don Ferdinando sarebbe dunque finita l’esperienza da guida spirituale a Serra San Bruno.
Nella mattinata, dopo la decisione dei fedeli di abbandonare la funzione domenicale, il prete si sarebbe ritirato in sacrestia con il sindaco di Serra e il priore della congrega dell’Assunta di Spinetto. Dopo l’udienza in sacrestia, la funzione è ripresa con la partecipazione di pochissimi fedeli. Contestualmente è nato un comitato spontaneo costituito da cittadini che chiedono al Vescovo di ritirare il provvedimento.
VIBO - Continua ha mantenere una linea da “prefetto di ferro” il Capo dell’Utg Vibonese Giovanni Bruno. Dopo aver commissariato nella scorsa Pasqua le processioni di Stefanaconi e Sant’Onofrio - da precursore dei tempi - già diversi mesi prima dell’ormai celebre inchino di Oppido, e dopo il taglio netto ai vertici della Polizia locale Vibonese, rea di non aver ottemperato alla richiesta di sorveglianza della locale Stazione ferroviaria, Giovanni Bruno, nei giorni scorsi, ha deciso di porre in essere un nuovo provvedimento a dir poco rigoroso, riguardante questa volta la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani nella città capoluogo di provincia. Lo stesso Prefetto si era infatti detto pronto a richiedere l’intervento dell’esercito, al fine di evitare che Vibo Valentia diventasse una pattumiera fino all’avvio delle attività da parte della nuova azienda aggiudicatrice del servizio, la Progettambiente.
Adesso il nuovo pugno di ferro di Giovanni Bruno pare possa determinare un brusco, quanto opportuno, stop alle commistioni della ‘ndrangheta negli eventi pubblici. Il prefetto ha infatti inoltrato, all’attenzione di tutti i sindaci della provincia, una circolare attraverso la quale sono stati diramati i criteri da adottare in occasione del rilascio delle licenze per gli eventi pubblici. «Evitare - si legge nella lettera indirizzata ai primo cittadini Vibonesi - che le manifestazioni pubbliche siano appannaggio di organizzazioni criminali», in maniera da impedire che durante spettacoli, feste e celebrazioni possano essere «veicolati messaggi di clan mafiosi, di soggetti pregiudicati o di delinquenti abituali».
I sindaci, nella missiva, sono stati, inoltre, invitati a comunicare prontamente «ogni anomalia di rilievo» alla prefettura «che, per l’occasione, provvederà a convocare apposite riunioni tecniche di coordinamento delle forze di polizia o di comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, nell’ambito delle quali saranno esaminate le diverse problematiche emerse». Largo interesse viene dedicato anche agli spettacoli pirotecnici, in modo da garantire «in conformità alle direttive impartite dal Ministero dell’Interno, ogni condizione a tutela della sicurezza e della incolumità pubblica», tanto che sarà necessario, in merito all’accensione dei fuochi d’artificio di qualsiasi spettacolo, «richiedere il preventivo parere della Commissione Tecnica per le sostanze esplodenti», come già indicato nel recente passato. «Ciò nonostante - spiega il prefetto - continua a constatarsi uno scarso coinvolgimento del predetto organo tecnico consultivo, a fronte di un larghissimo impiego dei fuochi d’artificio che accompagna quasi tutte le celebrazioni e le manifestazioni pubbliche, nonché eventi di carattere privato, specialmente nel corso della stagione estiva».
Dopo il successo degli anni passati, la rassegna “I popoli che resistono” valica i confini di Pentone (CZ), il piccolo paese della presila Catanzarese, per diventare Calabria Tour, manifestazione itinerante che durante il mese di Agosto porterà musica, teatro, dibattiti, mostre, nelle città di Diamante, Lamezia, Serra San Bruno, Taverna, Reggio Calabria.
Una rete di associazioni, movimenti, attivisti si è impegnata per l’organizzazione degli eventi: dal Collettivo Autogestito Casarossa40 di Lamezia Terme al CSOA “A. Cartella” di Reggio Cal., dall’Ass. Il Brigante di Serra San Bruno al CPOA Rialzo di Cosenza, la rassegna itinerante parlerà delle “Resistenze”.
La resistenza alle grandi opere inutili che devastano l’ambiente, la resistenza alla ’ndrangheta che condiziona lo sviluppo economico delle nostre comunità, la resistenza a tutte le forme di manipolazione della verità, la resistenza di tutti i popoli che lottano per la loro autodeterminazione.
Quest’anno Omar Suleiman porterà la RESISTENZA PALESTINESE a Serra San Bruno e a Reggio Calabria attraverso la gastronomia e i racconti di Ghassan Kanafani, Luca e Nina portano a S. Elia di Catanzaro lo spettacolo “In ginocchio” dedicato a tutte le vittime della cultura mafiosa, in particolar modo a due donne: Emanuela Sansone, uccisa per mano mafiosa nel 27 dicembre 1896 a soli 17 anni, ed a sua madre Giuseppa Di Sano la prima collaboratrice di giustizia. A Lamezia lo stesso gruppo propone, qualche giorno dopo, Restiamo Umani, urla e lacerazioni da Vittorio Arrigoni e dal popolo palestinese. La festa di Liberazione che si svolgerà a Taverna sarà invece la location scelta per la mostra fotografica "Una finestra sulla Palestina".
E mentre in località Cafarda (Pentone CZ) ci sarà il reading di Katia Colica di "Ancora una scusa per restare" con l’accompagnamento al basso elettrico di Antonio Aprile a Diamante grande attualità col contributo della scrittrice Miriam Marino che presenterà “Macerie”, romanzo lucido e intenso come l’impegno dell’autrice ebrea per la causa palestinese, nel romanzo emerge una “dolorosa consapevolezza” : il genocidio dei palestinesi continua, “avvolto nella menzogna e nel silenzio” di quel discorso mediatico che dipinge i conflitti a misura dei potenti.
La rassegna Calabria Tour, illustrata dal grande vignettista Enzo Apicella, prevede anche 2 momenti particolarmente importanti, il “Concorso di Arte Contemporanea” in collaborazione con l'artista Simona Ponzù Donato e il Patrocinio del Comune di Pentone (CZ), e il seminario “InformAZIONE, antidoti per veleni e bugie”.
Il concorso nasce con l'obbiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e divulgare quanto più possibile ciò che continua ogni giorno a subire il popolo Palestinese e tutti "I Popoli che Resistono". Il concorso è aperto a artisti dilettanti e professionisti e sono ammesse tutte le tecniche d' espressione artistica.
Il ricavato di questa iniziativa sarà versato a TERRE DES HOMMES per l'acquisto di medicinali e generi di primissima necessità partecipando alla campagna SOS GAZA patrocinata dall'Ambasciata Palestinese in Italia.
Il seminario vedrà la partecipazione di intellettuali, giornalisti, scrittori: sarà presente Diego Siragusa scrittore e saggista dell’Università di Biella, Claudio Dionesalvi giornalista e scrittore (CZ), Emilio Grimaldi giornalista scrittore (CZ), Ma'mon Khalaf giornalista per il quotidiano Arab al-Yawm e attivista per i diritti dei profughi palestinesi in Giordania, Mario Vallone Presidente ANPI Catanzaro, Miriam Marino (Roma) Rete ECO Ebrei contro l'occupazione, Peppe Marra in rappresentanza dei Comitati di lotta calabresi, Silvio Messinetti scrittore e giornalista del Manifesto, non poteva mancare un rappresentante della libreria Ubik di Catanzaro Lido sempre contraddistinta per la promozione di iniziative culturali nell'area catanzarese.
Introduzione e moderazione del dibattito: Anna Pascuzzo scrittrice. Ospiti della nostra iniziativa Fernanda IIritano tenore e Diego Smiraglio alla chitarra.
Seguirà la proiezione del documentario: La Calabria che non ti aspetti, Mai visto in TV, documentario su come si creano gli stereotipi, su come si criminalizza il dissenso, su tutto ciò che la TV non fa vedere. Il Documentario è stato prodotto in Calabria dall'associazione Invictapalestina con riprese tra Maggio/giugno 2014.
Terre di Calabria, 29 luglio 2014
Centro di Documentazione INVICTAPALESTINA
Via Garibaldi, 2
88050 Pentone (CZ)
Maggiori approfondimenti si possono trovare ai seguenti indirizzi:
L’evento completo su Facebook:
https://www.facebook.com/events/1438610959750595/
Il concorso Nazionale di arte contemporanea:
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il sito web Invictapalestina:
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il sito web - come arrivare, dove dormire, locandine, magliette: http://www.invictapalestina.org/popoli2014/popoli.html
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Il gup di Catanzaro, Maria Rosaria De Girolamo, ha condannato ad un totole di 69 anni e 6 mesi di reclusione, quindici persone ritenute affiliate o contigue alla cosca Mancuso di Limbadi. I soggetti, coinvolti nell'operazione "Black Money", sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, usura, detenzione abusiva di armi e riciclaggio, aggravati dalle modalità mafiose. Il pm Marisa Manzini, invece, aveva chiesto 86 anni ed otto mesi. Le condanne riguardano Giovanni D'Aloi (al quale sono stati inflitti otto anni), Bruno Raguseo (5 anni e 6 mesi), Giuseppe Costantino (6 anni e 6 mesi), Fabio Costantino (5 anni e 6 mesi) Antonio Pantano (4 anni e 10 mesi), Francesco Tavella (5 anni e 6 mesi), Antonino Scrugli (4 anni e 2 mesi), Orazio Cicerone (5 anni e 4 mesi), Antonio Cuturello (5 anni e 6 mesi), il latitante Mario De Rito (5 anni e 4 mesi) e Antonio Campisi (un anno). Oltre a loro, sono stati condannati anche i commercialisti Ercole Palasciano (2 anni), Francesco L'Abbate (un anno e sei mesi), Giuseppe Ierace (un anno) e Domenico Musarella (un anno e sei mesi). Assolti, invece, Antonio Mamone, Nunzio Manuel Callà, Salvatore Accorinti, Domenico De Lorenzo, Bruno Marano, Gabriele Bombai e Antonio Maccarone. Nei confronti di quest'ultimo, inoltre, erano stati sequestrati anche il ristorante "La Pineta" e il residence "Costa degli dei", che adesso gli verranno restituiti a seguito dell'assoluzione.
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