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Il pubblico ministero Michele Sirgiovanni ha chiesto al gip del Tribunale di Vibo Valentia il rinvio a giudizio per due dei tre indagati nel caso della morte di Giuseppe Schiavello, registratasi la sera dell’1 febbraio 2011. Schiavello - secondo quanto previsto dall’accusa - morì a 62 anni, per un ipotetico caso di malasanità, connesso ad una polmonite non diagnosticata. A rischiare il processo sono, ora, due sanitari di Serra San Bruno, città di origine della vittima: Gerardo Rinaldo Bertucci ed Eliana Ceniti, rispettivamente medico di base e medico in servizio presso il Pronto soccorso del locale nosocomio. Mentre per la terza inquisita - un’infermiera in servizio anch’essa presso il presidio sanitario serrese - è stata invece chiesta l’archiviazione.
I carabinieri della Stazione di Vibo Valentia, guidati dal luogotenente Nazzareno Lopreiato, su disposizione dello stesso pm Sirgiovanni, avevano provveduto ad acquisire la documentazione medica e la cartella clinica inerente agli interventi effettuati sul paziente prima nell’ospedale di Serra San Bruno, poi allo “Jazzolino” di Vibo, dove Schiavello era stato condotto d’urgenza in un secondo momento. Secondo le ipotesi degli stessi inquirenti la causa del decesso sarebbe, dunque, conseguente ad una diagnosi errata.
Schiavello aveva già accusato ripetuti malori da dieci giorni antecedenti alla data del decesso, ed aveva ricevuto, direttamente nella propria abitazione, cure con semplici antipiretici ordinate dal medico di famiglia Bertucci, ex consigliere provinciale in quota Pdl ed attuale vicesindaco del Comune di Serra San Bruno. L’ultima visita effettuata presso la residenza di Schiavello era stata eseguita nel giorno antecedente al decesso, verso le 11.30 del mattino, quando il paziente presentava ormai notevoli difficoltà respiratorie e chiazze nere sul volto, ed il medico - a dire dei famigliari della vittima - si era limitato a prescrivere un medicinale mucolitico utile al trattamento sintomatico delle affezioni respiratorie. Le condizione dell’uomo si erano però aggravate poi già nel primo pomeriggio, fatto che avrebbe indotto i parenti a trasportare il congiunto all’ospedale “San Bruno”, dove gli sarebbe stata riscontrata una polmonite bilaterale, determinata dal funzionamento del solo polmone sinistro.
Ulteriormente peggiorate le condizioni di Schiavello, alcune ore dopo, era stato necessario il suo trasferimento con autoambulanza presso il presidio Vibonese, dove purtroppo è deceduto. Secondo quanto riportato dai familiari della vittima, lo stesso avrebbe potuto salvarsi se trasportato in mattinata a Vibo, già dopo la visita del medico.
Schiavello aveva sofferto in vita di altre patologie, era infatti portatore di bypass e aveva subito l’asportazione della milza, condizione che aveva prolungato le operazioni per l’esame autoptico eseguito nell’obitorio dello “Jazzolino”. Ad effettuare gli accertamenti sul cadavere del 62enne erano stati sia i medici legali nominati dal pubblico ministero, sia il consulente di parte indicato dall’indagato Bertucci.
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