Il Vizzarro.it - quotidiano online
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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
A distanza di sei mesi dall’approvazione all’unanimità, nel luglio 2011, della relazione sullo stato della Sanità della Regione Calabria, il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari regionali Leoluca Orlando, ha chiesto al Commissario ad acta per la Sanità Calabrese, il Presidente Giuseppe Scopelliti, un dettagliato aggiornamento conoscitivo circa lo stato di attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale. La decisione, deliberata nell’ambito dell’ Ufficio di Presidenza, è scaturita anche a seguito di specifiche segnalazioni e dall’esito degli incontri tra membri della Commissione e rappresentanti di enti locali calabresi, che hanno sollecitato l’approfondimento delle destinazioni funzionali di alcuni ospedali di area montana.
“Rinnovata attenzione - si legge nella lettera inviata dal Presidente Orlando - è stata infatti sollecitata alla Commissione sulle peculiarità orografiche e logistiche delle zone di montagna, riconosciute meritevoli di adeguata valutazione tanto nella richiamata Relazione al Parlamento, quanto nel decreto del Commissario alla sanità del 18 ottobre 2010, così sollecitando una riflessione sul possibile superamento della natura solo sperimentale del modello di ospedale montano. Ciò potrebbe consentire, in particolare, il rilancio del presidio di Soveria Mannelli, la cui struttura, fornita di apprezzabili professionalità, ha rivestito un significativo ruolo in passato ma risulterebbe oggi sottoposta a progressivo depauperamento. Inoltre sono state rappresentate le problematiche derivanti dal possibile ridimensionamento di alcuni ospedali cosiddetti di confine, già oggetto di interesse da parte della Commissione, come quelli di Praia a Mare e Trebisacce”.
L’Ufficio di Presidenza della Commissione ha ritenuto, inoltre, di dover verificare lo stato di avanzamento dei processi di riconversione di alcuni nosocomi come quello di Scilla, nonché sottoporre la valutazione circa l’opportunità di riconsiderare alcuni accorpamenti di strutture ospedaliere, come nel caso del presidio di Melito Porto Salvo. Nell’ottica del contemperamento tra le esigenze di contenimento della spesa e l’ineludibile obiettivo di garantire un adeguato livello di assistenza sanitaria ai cittadini, infine, Orlando ha chiesto a Scopelliti elementi di conoscenza anche per quanto riguarda i programmi di edilizia sanitaria in corso di elaborazione, come quello concernente la piana di Gioia Tauro.
“La Commissione d’inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari è impegnata a sostenere e a stimolare l’azione delle Giunte regionali, volta a garantire efficacemente il diritto alla tutela della salute di tutti i cittadini, senza discriminazioni tra Regioni e Regioni e tra territori nell’ambito delle stesse Regioni: ciò al fine di prevenire possibili casi di errore sanitario, sovente attribuibili non tanto ad imperizie degli operatori sanitari, quanto ad anomalie funzionali ed organizzative”, ha commentato il Presidente Orlando.
Fornivano ai boss della 'ndrangheta falsi certificati medici per farli uscire dal carcere. Vi sarebbero anche alcuni medici, infatti, tra le persone coinvolte nell'operazione che è in corso da stamattina e che vede impegnati i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria nell'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone accusate di concorso in falsa attestazione in atti destinati all'autorità giudiziaria e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, aggravati dalle finalità mafiose. Al centro dell'indagine, denominata ''Reale-Ippocrate'', ci sono i rapporti tra la potente cosca Pelle di San Luca e alcuni medici dell'Azienda sanitaria di Locri e di una casa di cura privata calabrese. Tali rapporti sarebbero appunto finalizzati ad evitare il carcere agli affiliati alla 'ndrina.
Una lettera di minacce indirizzata al giornalista Nicola Lopreiato, capo servizio della redazione vibonese della Gazzetta del Sud. Mittente: Leone Soriano (foto), attualmente detenuto e ritenuto dagli investigatori il capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta di Filandari. ''Invece di rompere ogni giorno con la cosca Soriano, che non esiste e non e' mai esistita - e' scritto nella lettera spedita dal carcere di Cosenza - pensa di piu' alla tua famiglia che e' meglio per tutti''. ''So che finiro' in tribunale anche per questa lettera - ha scritto ancora Soriano - ma devi finirla di rompermi i .... Mi hai fatto passare per un morto di fame ma non lo sono. Ho vinto due milioni di euro al gratta e vinci ma non ti dico in che banca sono''. Nella lettera, composta da due pagine, Soriano se la prende anche con esponenti delle forze dell'ordine ed ex amministratori comunali di Filandari. Nel novembre scorso Soriano era stato arrestato, insieme ad altre nove persone, nell'ambito dell'operazione ''Ragno'' coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai carabinieri contro la stessa cosca. Le accuse sono di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, incendio, detenzione e porto abusivo di armi e di esplosivi, aggravati dalle modalita' mafiose. Nel provvedimento si contesta anche il reato di minacce contro alcuni carabinieri e giornalisti, tra cui lo stesso Lopreiato. Nelle carte dell'inchiesta, investigatori ed inquirenti hanno evidenziato come la cosca Soriano avesse assoggettato non solo Filandari, ma anche alcuni centri vicini. Nicola Lopreiato ha subito denunciato il fatto ai carabinieri. Della vicenda e' stato informato anche il prefetto di Vibo, Luisa Latella.
Agazio Loiero, ex presidente della Regione Calabria ed attuale coordinatore politico nazionale della federazione tra Mpa ed Autonomia e Diritti, non sembra avere alcuna intenzione di placare la polemica sulle presunte assunzioni nella Sanità e anzi controbatte piccatamente alla nota congiunta dei capogruppo di maggioranza. ''Ormai da un anno e mezzo è invalso l'uso di rispondere ai rilievi dell'opposizione (o di alcuni membri di essa) solo a tarda ora, il che non consente grande spazio di risposta. E' un vezzo che un'istituzione in genere non dovrebbe praticare. Eppure ci siamo adeguati, o tentiamo di farlo''. ''Non ci possiamo però adeguare a certe bugie messe oggi in bocca ai capigruppo di maggioranza. Io, o meglio ancora i manager delle aziende, hanno stabilizzato quando ancora non c'era il Piano rientro. Si è trattato di una stabilizzazione di medici ed operatori sanitari precari da anni ed anni (alcuni da oltre un decennio), realizzata mediante un'apposita legge regionale bipartisan, voluta da tutti e votata da Cherubino, De Gaetano, M. Tripodi, Adamo, Gentile, Pacenza, Nucera, Guerriero, Feraudo, Borrello, Nicolo', Serra, Stancato, Trematerra, P. Tripodi, Sarra e Chiappetta. Di questi stabilizzati, posso affermare con certezza che non ne conosco neanche uno''. L'ex governatore aggiunge ''Diversa è invece la situazione di Scopelliti perché il Piano di rientro impone, com'è noto, il blocco del turnover. Aspettiamo pertanto di poter accedere al verbale dello scorso mese del Tavolo Massicci. Vedremo, a parte le dovute eccezioni dei diversamente abili, chi è stato assunto e, come è inevitabile, se saranno applicate delle sanzioni''. ''In verità il problema che io avevo posto era un altro. Ed è quello di un metodo ormai ricorrente, una contraddizione mostruosa: quella di voler scaricare le colpe su altri, talvolta politici e talvolta i dirigenti. Ma questo è un argomento che avremo occasione di riprendere prossimamente con dovizia di particolari''.
Nel 1631 durante il priorato di don Ambrogio Gasco viene dato incarico a Cosimo Fanzago (Clusone, 1591 - Napoli, 1678) di realizzare il monumentale altare-ciborio della Certosa di Santo Stefano del Bosco a Serra San Bruno, smembrato a seguito del terremoto del 1783 e rimontato pressoché integralmente, attorno al 1837, nella chiesa dell'Addolorata, sempre a Serra San Bruno. Dell'imponente impresa del maestro restano oggi nel museo d'arte sacra del duomo di Vibo Valentia alcuni mirabili manufatti bronzei raffiguranti quattro angeli oranti; due angeli reggicanestro; san Lorenzo, santo Stefano, san Bruno, san Martino e un frammento architettonico. Proprio a questo straordinario progetto e corpus di opere fanzaghiane la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria dedica "Arte svelata. Capolavori di Cosimo Fanzago. Il restauro delle sculture dal ciborio della Certosa di Serra San Bruno".
La mostra, curata da Fabio De Chirico con il coordinamento scientifico di Rosanna Caputo, è occasione straordinaria per ammirare i capolavori del ciborio serrese, riportati all'antico splendore dopo un attento restauro e per conoscere la complessa figura di Cosimo Fanzago, personalità dominante il panorama della scultura secentesca napoletana.
"Arte svelata" è stata inaugurata sabato 10 dicembre a Cosenza, Palazzo Arnone. Per l'occasione sono intervenuti Fabio De Chirico, soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria; S.E. mons. Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea; Francesco Prosperetti, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria; Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza; Mario Caligiuri, assessore regionale alla cultura e Giuseppe Mantella, restauratore. "Arte Svelata" è un appuntamento che si ripete - dopo l'esordio avvenuto con la mostra dedicata alle più preziose opere del museo civico di Altomonte - e ha lo scopo di focalizzare l'attenzione su alcuni capolavori calabresi ancora a tutt'oggi sconosciuti. La mostra sulle sculture del Fanzago nella Certosa di Serra San Bruno potrà essere visitata fino al 29 gennaio 2012. Fino al 31 dicembre 2011 con il seguente orario: 10.00-18.00 da martedì a sabato (escluso i festivi). Dal primo al 29 gennaio 2012 da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00.
Se qualcuno nutrisse qualche dubbio circa l’amore di Pier Paolo Pasolini per il mondo contadino universalmente inteso e non soltanto per quello del Friuli, di cui pure scrisse nelle sue poesie, il rapporto che lo scrittore ebbe con la Calabria può dissipare questa incertezza. Gli anni in cui Pasolini si dedicò intensamente alla scoperta e allo studio del mondo contadino coincidono politicamente con un momento storico in cui il potere è rappresentato da una Democrazia Cristiana sempre più ipocrita e arrogante a cui si oppone un Partito Comunista sempre più puritano e falsamente progressista. In questo contesto storico, tra il finire degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ‘60, quando nella mente dello scrittore si andava affermando l’idea di realizzare “Il vangelo secondo Matteo”, Pasolini fece un viaggio in Calabria nella zona di Crotone, a Le Castella, dove in parte fu ambientato questo film e dove conobbe alcuni contadini, tra cui Rosario Migale, che nel film interpreterà la parte di Tommaso. Su invito di alcuni giovani ed in particolare di Andrea Frezza, noto regista vibonese, Pasolini fece un giro degli ambienti contadini dell’entroterra. Fu cosi che dopo aver partecipato ad una conferenza nell’auditorium della scuola Don Bosco si recò presso la località Ariola del comune di Gerocarne, dov’era in atto una contestazione contadina contro il potere locale. I contadini erano scesi sul sentiero di guerra contro una giunta comunale guidata dalla DC, che si era resa del tutto insensibile ai bisogni e alle istanze della comunità dell’Ariola che rivendicava strade, collegamenti con il comune principale e la tanta agognata elettricità che era solo una speranza per il mondo contadino dell’epoca. Pasolini partecipò ad una riunione dei contadini che si tenne nel posto telefonico pubblico di proprietà della famiglia Santaguida, e qui ebbe modo di ascoltare i sogni, le speranze, le utopie e soprattutto il disagio dei contadini calabresi e di prendere visone di questo mondo del sud che, ben che fosse sconosciuto ai suoi occhi, era ben conosciuto alla sua coscienza. Lo scrittore si assunse l’impegno di porgere un aiuto ai contadini dell’Ariola e fu così che, una volta ripartito, fece recapitare al comitato una somma di centomila lire che i contadini utilizzarono per costruire un ponte, punto di collegamento tra Ciano di Gerocarne e l’altopiano dell’Ariola. A proposito di questo evento il libro di Gaetano Luciano “Le vie del vento o le rivoluzioni sognate” riporta l’estratto di un articolo di Sharo Gambino del 1968, dal titolo “I marcusiani dell’Ariola”, in cui lo scrittore calabrese scriveva che i contadini dell’Ariola, come protesta formale nei confronti di uno stato che si disinteressava del loro bisogno, inviarono all’uomo nuovo della Calabria Giacomo Mancini, allora ministro dei lavori pubblici, un plico contenente i certificati elettorali, e un contadino sosteneva che “l’unica somma che è arrivata sono state le centomila lire che ci mandò quello scrittore, Pasolini, dopo che venne e vide in che modo viviamo, e con quei soldi abbiamo costruito un ponticello tra Arena e Gerocarne per superare un fossato”.
L'Autorità garante per la concorrenza e quella per la vigilanza sui contratti pubblici hanno dato l'ok alla convenzione tra Regione Calabria e Infrastrutture Lombarde Spa per la costruzione dei 4 nuovi ospedali calabresi. Ad annunciarlo è lo stesso presidente Scopelliti, che in una conferenza stampa ha sottolineato come la Regione si sia vista riconoscere la piena legittimità delle procedure adottate in merito alla costruzione dei 4 nuovi ospedali di Vibo Valentia, Sibaritide, Catanzaro e Piana di Gioia Tauro. La questione della legittimità degli accordi stipulati tra Regione e Infrastrutture Lombarde - società in house della Regione Lombardia - era stata sollevata dalla Cgil calabrese e da alcuni esponenti dell'opposizione. Scopelliti, forte dei pareri delle Autorità di garanzia, ha rispedito al mittente le critiche all'operato della Regione e ha assicurato che in tempi brevi sarà avviata la fase di assegnazione dei lavori.
SERRA SAN BRUNO - Un consigliere regionale serrese avrebbe aggredito fisicamente un suo ex dipendente. A denunciarlo è proprio quest'ultimo, gelataio e pasticcere, anche lui di Serra San Bruno, che nella serata di ieri si è presentato al pronto soccorso del locale ospedale dove i sanitari gli hanno riscontrato una piccola ferita sull'arcata sopraciliare, riferita a percosse, e alcune abrasioni, per una prognosi di 7 giorni. "Ieri sera - è il racconto della presunta vittima dell'aggressione - sono stato avvicinato da questa persona mentre rientravo a casa. Dopo che la persona in questione mi ha detto che è inutile che io promuova azioni legali contro di lui per riavere alcuni soldi che mi spettano, mi ha preso a pugni". Il gelataio, secondo quanto riferito al Vizzarro.it da lui stesso, avrebbe denunciato l'accaduto presso il locale commissariato di Polizia. Sempre secondo quanto riferito dalla presunta vittima, l'aggressore sarebbe Nazzareno Salerno, esponente del Pdl e presidente della Commissione Sanità in Consiglio regionale.
C’è già chi ha preannunciato esposti in Procura contro «alcuni dati palesemente gonfiati» che hanno consentito ad alcuni Comuni di mantenere l’autonomia dei loro istituti a discapito di altri. C’è poi chi è sul piede di guerra perché le sue richieste sono cadute nel vuoto. E’ il caso, per esempio, dei Comuni di Dasà, Pizzoni e Vazzano. Il primo, con una delibera di giunta, aveva chiesto di essere accorpato ad Acquaro. Nulla da fare, però. Il presidente Francesco De Nisi e il suo assessore all’Istruzione Pasquale Fera (foto) hanno deciso di accorpare Dasà con Dinami. Stessa cosa dicasi per Vazzano e Pizzoni, i cui esecutivi comunali avevano manifestato la volontà di essere accorpati a Soriano. Niente da fare anche per loro: la Provincia, ignorando le loro richieste, ha deciso di lasciarli con Gerocarne.
Insomma, stilata la bozza, il nuovo Piano di dimensionamento scolastico sta già facendo discutere e tanto altro ancora farà discutere, anche perché - come spesso accade in queste situazioni - sulla spinosa questione di stanno intrecciando campanilismi, localismi e anche tanti favoritismi. Al punto che il presidente della Provincia Francesco De Nisi, secondo quella prassi per la quale uno cerca di accontentare chiunque per poi scontentare tutti, adesso è costretto a fare i conti con alcuni malumori che iniziano a sollevare diversi esponenti della sua maggioranza. Al punto che, si mormora nei corridoi di Palazzo ex Enel, alcuni assessori provinciali - nello specifico due - potrebbero votare contro il Piano di dimensionamento che entro venerdì prossimo dovrebbe approdare in giunta. Altri problemi, per il presidente della Provincia e per il suo assessore Pasquale Fera, potrebbero arrivare in consiglio provinciale. L’intero gruppo dell’Udc voterà contro. La stessa cosa potrebbero fare altri strati dell’opposizione, perciò se si considera che i malumori all’intero della maggioranza serpeggiano, se si considera che proprio nei giorni scorsi in tredicesimo consigliere della maggioranza che sostiene De Nisi - ossia Francesco Filippis - ha preso ufficialmente le distanze dal presidente della Provincia, il rischio per quest’ultimo è quello di andare incontro ad una sonora bocciatura in consiglio provinciale. Forse proprio per questa ragione, o forse perché nonostante tutto Pasquale Fera ha mostrato una spiccata predisposizione al dialogo e al confronto il delegato all’Istruzione di Palazzo ex Enel, durante un recente incontro, ha manifestato la sua «disponibilità» a recepire «indicazioni e proposte». C’è tempo fino a martedì, fino a dopodomani dunque. Nelle prossime ore Fera incontrerà i rappresentanti dei Comuni di Arena, Dasà, Acquaro, Dinami, Zungri e Spilinga, allo scopo di risolvere assieme a loro alcune questioni. Riusciranno, assieme, a trovare una soluzione per rendere meno amaro un Piano che rischia di non andare giù a tanti? Beh, staremo a vedere. L’attesa, d’altronde, non è destinata a durare troppo.
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