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VIBO VALENTIA - Accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Michele Sirgiovanni, il gup di Vibo Valentia ha rinviato a giudizio cinque persone ritenute responsabili, a vario titolo, dell'intossicazione alimentare subita dai bambini delle scuole dell'infanzia ed elementari di Vibo Valentia. Le persone indagate - Michelina Luberto (36 anni), Domenico Cosentino (35), Adriana Maria Stella Teti (56), Emanuela Rizzuti (63) e Fortunato Carnovale (60) - sono accusate di abuso d'ufficio, omissione di atti d'ufficio e detenzione e distribuzione per il consumo di sostanze alimentari con cariche microbiche superiori ai minimi stabiliti dalla legge. Il rinvio a giudizio riguarda
I fatti risalgono al 5 novembre 2009, quando diversi bambini rimasero intossicati dai pasti somministrati a scuola. A seguito delle segnalazioni dei genitori fu aperta un'inchiesta, coordinata dal pm Sirgiovanni, nella quale furono indagati Michelina Luberto e Domenico Cosentino in veste di legale rappresentante della ditta Osma. Ad entrambi viene contestato di avere, in concorso tra loro, detenuto e distribuito sostanze alimentari con cariche microbiche superiori ai minimi stabiliti dalla legge e comunque in stato di alterazione e nocive. Adriana Teti deve invece rispondere di abuso di ufficio, nella sua qualità di responsabile del Servizio attività scolastiche del Comune di Vibo, per aver liquidato illegalmente somme di denaro in favore della Osma. Emanuela Rizzuti è accusata di omissione di atti di ufficio in qualità di titolare di posizione organizzativa nella Commissione di vigilanza del servizio di refezione avrebbe impedito i relativi controlli. Il medico Fortunato Carnovale, nella sua qualità di dirigente del Dipartimento di prevenzione dell'Asp e responsabile del procedimento, è accusato di avere omesso di effettuare le ulteriori verifiche in ordine al rispetto delle prescrizioni adottate in data 7 novembre 2008. Il processo è stato fissato per il 23 aprile prossimo davanti al tribunale di Vibo Valentia.
La farsa del "Decreto liste pulite" è risultata alla fine un provvedimento virtuoso da parte del Governo Monti. In sostanza, nessun politico (passato e presente) che ha avuto problemi con la Giustizia rientra nella morsa del Decreto. Infatti, il testo che prevede i criteri di incandidabilità riporta che saranno esclusi coloro che hanno subìto «condanne definitive a più di due anni per delitti di allarme sociale (mafia e terrorismo) e contro la Pubblica Amministrazione (corruzione, concussione, peculato), nonché chi è stato condannato a più di due anni per delitti non colposi per i quali sia prevista una pena non inferiore nel massimo a 4 anni, (stalking, voto di scambio, aggiotaggio, reati fiscali, ecc.)».
Una mossa studiata a tavolino, come se prima della stesura del testo, parlamentari e senatori abbiano confessato le loro condanne per rientrare nei termini di legge. Anche Berlusconi ne esce pulito. Un plauso per il Governo Monti!
«Auspico ? sottolineava infatti la presidente della Commissione Giustizia di Montecitorio Giulia Bongiorno ? che i partiti si dimostrino ancora più rigorosi della legge approvata, prevedendo regole e limiti ben più stringenti sulle candidature».Il Vizzarro.it - quotidiano online
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