La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha notificato nei giorni scorsi l'avviso di conclusione delle indagini nei confronti dell'ex primo cittadino, Raffaele Lo Iacono e di altri otto ex amministratori serresi, accusati di abuso d'ufficio nell'ambito della gestione della Fondazione ''Monsignor Biagio Pisani'', presieduta dallo stesso Lo Iacono: si tratta di Luigi Calabretta, Leonardo Calabretta, Biagio Vavalà, Giuseppe Raffele, Antonio Procopio, Maria Abronzino, Francesco Bonazza e Vincenzo Damiani. L'avviso è stato disposto anche nei confronti di Salvatore Amato, all'epoca vice segretario comunale, oggi in pensione.
Secondo quanto riportato sul sito del
Corriere della Calabria, le indagini riguardano alcuni atti approvati in una seduta del consiglio comunale nel lontano 2010, con i quali appunto si attuava il passaggio di diversi beni comunali alla Fondazione. Con le delibere in questione, infatti, l'allora amministrazione di centrosinistra - guidata da Lo Iacono - aveva concesso alla Fondazione, in comodato gratuito, terreni e fabbricati di proprietà del Comune, ubicati in un ex vivaio forestale - sito in località "Rosarella" - e aveva altresì ceduto allo stesso sodalizio la gestione di alcune aree nei pressi del Santuario di Santa Maria del Bosco.
All'epoca, durante la seduta, si consumò un'autentica frattura all'interno del centrosinistra, con tre consiglieri (Domenico Tassone, Lucia Rachiele e Raffaele Masciari) che decisero di abbandonare l'aula, senza spiegare le motivazioni.
L'opposizione di centrodestra, invece, dal canto suo diede battaglia, presentando un esposto alla Prefettura di Vibo, alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, specificando che per l'approvazione delle delibere fu decisiva, ai fini del raggiungimento del numero legale, la presenza di Lo Iacono in aula, circostanza che avrebbe indotto il pm a formulare l’accusa di abuso d’ufficio alla luce di un presunto conflitto d’interessi dell’ex sindaco (articolo 78 del Tuel).
Gli otto ex amministratori sono, dunque, accusati per aver favorito Lo Iacono, mentre al funzionario comunale viene, infine, contestata una determina con cui veniva trasferita la somma di 5mila euro alla Fondazione.