Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
L’ultimo decennio ha fatto registrare per il territorio delle Serre un lento e costante smantellamento dei principali servizi e presidi pubblici. Un processo che ha avuto forti ripercussioni sul tessuto economico e sociale e che ha determinato anche un netto calo demografico, uno spopolamento costante e un evidente peggioramento della qualità della vita per i pochi cittadini che ancora abitano l’entroterra montano del Vibonese.
E proprio sulla montagna, sull’ambiente e sul territorio più volte gli enti locali si erano ripromessi di poter puntare per determinare una netta inversione di tendenza rispetto al processo di declino in corso. Ma uno dei presìdi più emblematici e rappresentativi di questo territorio, che proprio in termini di interesse naturalistico ha storicamente rappresentato tanto per le Serre, ha di recente subìto una netta involuzione legata all’insorgere di vincoli e restrizioni di carattere puramente istituzionale. È questo il caso di Villa Vittoria, il grande polo naturalistico di Mongiana che si sviluppa attorno a quella che fu la storica sede del Corpo Forestale dello Stato, e che resta riserva biogenetica di primo piano dell’intera regione, capace di attirare in ogni periodo dell’anno numerosi visitatori.
I sentieri faunistici, il laghetto, il giardino botanico e quello delle erbe medicinali, aromatiche e officinali. Ma anche la grande varietà faunistica con esemplari meravigliosi tra i quali i cavalli di razza avelignese-morgese, i cinghiali, i mufloni, i daini, i cervi e i caprioli, i fagiani e i pavoni. È straordinaria la biodiversità offerta da un sito che migliaia di turisti nel corso degli anni hanno individuato come meta fissa del proprio itinerario. Ma qualcosa negli ultimi tempi è bruscamente cambiata, e il Parco è stato via via chiuso al pubblico e ai visitatori, se non per escursioni programmate con diversi giorni d’anticipo. Sono stati tanti i turisti arrivati a Mongiana in queste ultime settimane a bordo di autobus stracolmi o di autovetture private, con l'intento di visitare le meraviglie offerte dall’oasi naturalistica, che loro malgrado sono stati costretti a far mestamente ritorno a casa. Cancelli chiusi e nessuna possibilità di ingresso se non – come già detto – per le visite programmate con largo anticipo. Una restrizione, questa, che sta chiaramente avendo forti ripercussioni su tutto il tessuto economico cittadino e che, in particolare, sta determinando un forte passivo per le attività ricettive e di ristorazione presenti sul territorio, abituate da sempre a offrire un’efficiente ospitalità ai numerosi turisti.
Il centro della biodiversità di Villa Vittoria ha subìto le conseguenze della riforma che ha interessato di recente il Corpo forestale, i cui agenti sono stati trasferiti all’Arma dei Carabinieri. Un processo che ha dato vita ad un nuovo corpo della Benemerita, quello dei Carabinieri forestali e che di conseguenza ha permesso alla struttura sita all’interno del Parco di acquisire tutti i connotati di Caserma dei Carabinieri e, pertanto, di zona militare vincolata da rigorose norme di invalicabilità che la rendono inaccessibile ai civili.
Il primo cittadino di Mongiana, Bruno Iorfida, avrebbe ad onor del vero attivato già da tempo tutti i canali istituzionali utili a tentare di risolvere la questione e affrancare il parco naturalistico dalle rigorose restrizioni, ma almeno al momento i diversi tentativi pare non abbiano ancora portato ai risultati sperati. Certo, in tempi di campagna elettorale, con il rinnovo imminente delle massime cariche politiche nazionali, il silenzio assoluto che da più parti si sta registrando sulla vicenda non lascia presagire nulla di buono per un territorio sempre più zoppo in termini di servizi, ricettività e offerta turistica.
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