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Ci tiene tanto Elio Costa a mantenere “vergine” la coalizione con la quale tra qualche settimana sfiderà gli altri candidati per la poltrona più alta di Palazzo Luigi Razza. Ma, al di là dei paletti iniziali, la mission dell’ex magistrato, man mano che la fatidica data del voto si avvicina, si sta quasi trasformando in un “imboscamento” di nomi e cognomi che pur lavati delle effigie restano sempre gli stessi nomi e cognomi.
Duro era stato lo scontro, nel corso delle scorse settimane, in particolare con il consigliere regionale Nazzareno Salerno, convinto oppositore delle tesi di Costa pronto, dal canto suo, a sbattere fuori dalla propria “coalizione civica” ogni simbolo di partito ed ogni potenziale candidato che avesse avuto a che fare con la giunta D’Agostino. Insomma, no al “logo” Forza Italia e niente continuità con chi ha amministrato fino ad oggi. Ricetta che gli avrebbe permesso, però, di accogliere a braccia aperte gli uomini dell’ex presidente della Provincia, Gaetano Bruni, loro sì, pronti a disfarsi del simbolo Udc.
Ma già dal pomeriggio di ieri si vocifera in città di un parziale dietrofront del candidato alla carica di primo cittadino. Il “rottamatore” Costa sembra abbia infatti ammorbidito la sua posizione, perché nel weekend di Pasqua le “trattative” con i berlusconiani vibonesi, ed in particolare con il coordinatore cittadino Mimmo Arena, sembra abbiano portato ad una semi-intesa che alla fine farà rientrare Forza Italia dalla finestra. Fra i candidati a suo sostegno pare possano riciclarsi adesso anche gli assessori uscenti, vale a dire Pasquale Vartuli, Antonio Schiavello e Antonello Fuscà. Tutti pronti a salire a bordo purché dai palchi della campagna elettorale non sbandierino bandiere tricolore con su scritto l’indicazione “Forza Italia” (in tipografia qualcuno ha già prenotato il simulacro del piano B: “Forza Vibo”).
E mentre la guerra di nervi, interna ad una coalizione che finge di essere civica, lentamente si consuma, anche a Roma – pensa tu – direttamente sul tavolo di Altero Matteoli, incaricato da Berlusconi a sbrigare le “cose minute”, si sta già pensando di concedere una deroga rispetto allo statuto del partito che imporrebbe le liste con simbolo nelle amministrative dei capoluogo di provincia. Ma in fondo cosa importa, sono questi gli “interventi straordinari” che tutti ci aspettiamo per risollevare le sorti della bistratta Vibo Valentia. Ci riuscirà la rivoluzione a trecentosessanta gradi di Elio Costa: un ex sindaco pronto a ricandidare ex assessori in un progetto tutto “nuovo”.
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