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Direttore responsabile: Bruno Greco
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Nonostante i gazebo delle primarie per la scelta del candidato a sindaco del centrosinistra fossero già smontati e ripiegati negli scatoloni da ormai quasi due settimane, nelle ultime ore i mal di pancia dello sconfitto illustre, Pietro Giamborino, si sono fatti sempre più insistenti.
L’ex consigliere regionale, infatti, non pago della disfatta, ha addirittura ipotizzato la corsa in solitaria fuori dai ranghi dell’asse Pd-Sel, alla guida di un imprevisto terzo polo. Una nuova compagine pronta a mettersi in lizza per il rinnovo del Consiglio comunale di Vibo Valentia, forgiata magari grazie all’apporto dell’area minoritaria del Partito democratico. Il rischio, insomma, sarebbe quello di alimentare una scissione interna al Pd capace di giovare, in particolare, agli schieramenti avversi del centrodestra.
Ma Pietro Giamborino – intervistato oggi da Giuseppe Mazzeo, direttore di 21Righe – non si è limitato solo a progettare la controffensiva, anzi, pochi minuti fa, tornando sulla questione primarie ha rincarato la dose lanciandosi in accuse ancora più aspre: «Hanno insistito – ha dichiarato Giamborino – affinché prendessi parte a questa farsa delle primarie. Mi hanno voluto ingabbiare. Ma quello che si è consumato in questa competizione ha dell'assurdo, bastava dare un'occhiata per vedere chi è andato a votare. Gente che forse mi ha voluto far pagare qualche denuncia che ho fatto e che ha portato all'intervento anche della magistratura. Quella sera delle primarie – ha aggiunto Giamborino –, all'interno del Comune di Vibo, un certo avvocato ha urlato per diversi minuti, davanti a un centinaio di cittadini, in un linguaggio da Gomorra: “Nci tajiammu a testa, ‘ncia tajiammu a tutti”. Cose da far venire i brividi. Ripeto: roba da Gomorra. E io dovrei esser lieto perché ha vinto questa gente qua?».
Ma nonostante le dure rivelazioni di Giamborino, a poche ore di distanza dal monito lanciato da Oliverio – che ieri in visita al vincitore delle primarie Antonio Lo schiavo aveva annunciato «chi progetta un terzo polo è nemico del Pd» – sembra essere già arrivato qualche netto passo indietro dal fronte dei “dissidenti” democratici. A gettare acqua sul fuoco, insolitamente, è stato oggi Francesco De Nisi, resosi autore di un segnale di distensione importante: «Il mio unico interlocutore – ha annunciato l’ex sindaco di Filadelfia ancora a 21Righe – è Lo Schiavo», il vincitore delle primarie. Un dietrofront inatteso, quindi, visto soprattutto che proprio De Nisi, nei giorni scorsi, si era apprestato a promuovere incontri con diverse personalità illustri del partito in maniera da poter definire eventuali margini di manovra per bypassare il verdetto delle primarie ed iniziare a lavorare, appunto, alla costruzione del cosiddetto terzo polo vibonese guidato probabilmente dallo stesso Giamborino. Tentativi che, adesso, sarebbero però definitivamente tramontati con l’appoggio incondizionato al giovane notaio Antonio Lo Schiavo, espressione dell’area del Partito democratico che fa diretto riferimento al deputato di Serra San Bruno, Bruno Censore.
Le parole di De Nisi, in definitiva, sono forse da leggere come una resa – dopo anni di duelli all’ultimo voto – nei confronti del dominus politico Censore, che ormai da tempo sembra essersi imposto alla guida della corrente maggioritaria dei democrats vibonesi. Il conflitto, seppur con sviluppi molto più moderati, potrebbe quindi spostarsi ora alla composizione delle liste a supporto di Lo Schiavo, con un occhio di riguardo particolare verso la compagine principale, quella targata Pd, sulla quale potrebbe concentrarsi ora la corsa dei “censoriani” e dei “de nisiani”, pronti a contendersi l’un l’altro l’aggiudicazione di un numero maggiore di posti in lista.
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