Giovedì, 05 Marzo 2015 07:04

Alaco, Tassone ('Al lavoro per il cambiamento'): 'La maggioranza opera senza logica e buon senso'

Scritto da Redazione
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Riceviamo e pubblichiamo

Come una lampadina mal funzionante; rimane spenta per mesi ed ogni tanto emette qualche bagliore.

La questione “Alaco” sembra funzionare proprio così. Alle inchieste giudiziarie, segue sempre un gran clamore mediatico, passa, poi, qualche giorno e tutto finisce nel dimenticatoio. In una situazione del genere, ad essere disorientati sono soprattutto i cittadini. Nel marasma generale, poi, ciò che indigna è l’assenza di alcune Amministrazioni comunali. In tal senso e, come poteva essere altrimenti, quella serrese, ancora una volta, si caratterizza per la somma indifferenza. Quel che maggiormente colpisce, però è l’intollerabile ignavia, tanto più, che, come andiamo ripetendo da tempo, la soluzione del problema sarebbe, parzialmente, a portata di mano. Una soluzione per la quel non servono ricette miracolose o fantasmagoriche risorse finanziarie. Basterebbe usare il comune buon senso. Si tratta di una soluzione semplice, immediatamente cantierabile, che, stranamente, il Sindaco e la sua maggioranza continuano ad ignorare. Per risolvere buona parte del problema, non bisognerebbe fare altro che riattivare l’acquedotto comunale di località “Sorgive” situato nella zona della “Scorciatina”. Con una capacità di 12/14 litri secondo, lo storico acquedotto, potrebbe soddisfare per un terzo il fabbisogno cittadino, permettendo, al contempo, di limitare, in maniera considerevole, la dipendenza da Sorical. Oltre a consentire al Comune di erogare acqua di qualità, la riattivazione assicurerebbe un considerevole risparmio per le casse comunali, quantificabile in una cifra che si aggira intorno ai cento mila euro all’anno. Se a ciò si aggiunge che l’acquedotto in questione è inutilizzato dal 2011, si comprende il duplice danno arrecato alla cittadina. Da una parte, infatti, sono stati dispersi milioni di metri cubi di vero e proprio oro blu, dall’altra si sono spesi non meno di 400 mila euro per acquistare acqua d’infima qualità. A ciò si aggiunga che, secondo le stime fatte dai tecnici comunali, per riattivare l’acquedotto basterebbero meno di 40 mila euro. Una spesa, quindi, che potrebbe essere ripagata in appena cinque mesi. Se si fosse proceduto tempestivamente alla riattivazione, l’Amministrazione comunale, avrebbe potuto mettere da parte un tesoretto da impiegare, a suo piacimento, nella soluzione definitiva del problema, per abbassare le tasse ai cittadini, per migliorare la qualità dei servizi. Visto il tempo sprecato, la logica ed il buon senso imporrebbero di procedere alla riattivazione immediata dell’acquedotto. Ma la logica ed il buon senso, come hanno imparato, a proprie spese i cittadini, non albergano certo in casa della maggioranza Azzurra.

Mirko Tassone

Consigliere comunale del gruppo "Al lavoro per il cambiamento"

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