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La decisione di calare anticipatamente il sipario sul mandato dell'ormai ex sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, potrebbe avere ripercussioni ben diverse dalle semplici conseguenze di carattere amministrativo o da quelle inerenti la dura contesa dialettica che sta caratterizzando la campagna elettorale in corso. C'è un particolare, infatti, non sfuggito ai lettori più attenti – riportato questa mattina in coda all'intervista rilasciata dallo stesso Bruno Rosi alla Gazzetta del Sud –, che sta già destando più di qualche interrogativo.
Il motivo di tanta “curiosità” sta tutto nell'ultima domanda della giornalista Francesca Onda, pronta a chiedere quanto sia fondata l'indiscrezione secondo la quale, a pochi minuti dalla firma della sfiducia a danno di Rosi da parte di 7 consiglieri di maggioranza, qualcuno di questi avrebbe formulato una richiesta alquanto bizzarra: la convocazione di una seduta di giunta lampo per arrivare all'approvazione di una delibera.
«Devo ammettere che è così – la risposta di Rosi –. Non riesco a capire. Una persona normale a cinque minuti dalla sfiducia non va a chiedere al sindaco che sta per defenestrare l'approvazione di una delibera. Non so di cosa si trattasse, ma mi chiedo dove sta il rispetto per l'intelligenza altrui». L'ex primo cittadino, senza mezzi termini, ha dunque confermato la veridicità di alcuni rumors già, comunque, circolati negli ultimi giorni e abilmente raccolti adesso dalla cronista della Gazzetta, secondo i quali un componente dell'ex maggioranza avrebbe richiesto l'approvazione di una delibera di giunta in “zona Cesarini”, cinque minuti prima della sfiducia al sindaco. Particolare, questo, che va a sommarsi a quanto diversi cittadini non avevano potuto fare a meno di notare nei giorni precedenti alla “caduta” di Bruno Rosi, quando in particolare un assessore era stato avvistato a tarda sera, attorno alle 23, uscire in solitaria e con passo sommesso dalla porta principale del municipio di piazza Tucci.
Si è trattato, forse, di un goffo tentativo per correre ai ripari fuori tempo massimo o magari di un'ultima chance per riuscire ad approvare un provvedimento particolarmente “caro” all'amministratore in questione che, tuttavia, cinque minuti dopo avrebbe, assieme ad altri 6 consiglieri, sottoscritto nero su bianco, la fine dell'era Rosi? Un dilemma, questo, rispetto al quale si tenterà sicuramente di fare ulteriore chiarezza nei prossimi giorni, anche perché è assai probabile che l'argomento possa “rispuntare” nel corso della campagna elettorale che condurrà al voto del prossimo giugno. Anche se, già adesso, lo stesso Rosi potrebbe – per servire la migliore delle vendette politiche – rendere noti, se non l'oggetto della delibera “agognata” che l'ex sindaco dice di non conoscere, quantomeno le generalità del consigliere comunale che avrebbe formulato la paradossale richiesta.
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