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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
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È guerra aperta tra lo Slai Cobas e l’amministrazione comunale di Serra San Bruno, guidata dal sindaco Luigi Tassone. Questa stamattina, infatti, a partire dalle ore 9.00, avrebbe dovuto svolgersi un’assemblea dei lavoratori appartenenti al settore tecnico-manutentivo iscritti alla stessa sigla sindacale.
Il tutto, secondo le direttive originarie, avrebbe dovuto svolgersi nei locali di palazzo Chimirri ma, a causa della mancata disponibilità della sala, la riunione – come comunicato già ieri dai vertici dell’ente – era stata spostata all’interno della sala giunta del Municipio. Nel momento in cui, però, stamattina i lavoratori e i rappresentanti sindacali si sono recati in Comune per lo svolgimento dell'iniziativa hanno trovato la porta chiusa, tanto che la riunione è slittata con un corposo ritardo rispetto all’orario previsto.
«Vengono continuamente negati i diritti dei lavoratori – hanno affermato a riguardo i rappresentanti dello Slai Cobas – e, allo stesso tempo, viene negata l’agibilità sindacale in quanto non ci viene permesso neanche semplicemente di svolgere una normale assemblea». Si è trattato però, a parere degli stessi rappresentanti sindacali, solo dell’ennesimo caso di ostruzionismo, perché la condotta dei vertici del palazzo di piazza Tucci, e in particolare alcune scelte poste in essere rispetto alla gestione dei lavoratori operate senza una preventiva contrattazione sindacale, sarebbero ormai all’ordine del giorno.
La riunione di oggi doveva servire infatti per fare il punto della situazione su alcune questioni come l’orario di lavoro imposto a parte degli ex Lsu-Lpu, ma anche rispetto a tutto ciò che concerne gli infortuni, la sicurezza sul lavoro, le visite mediche periodiche previste dalla normativa vigente in materia ed altro ancora. «Deve essere stabilito un orario di servizio fisso, il Comune non può stabilire dall’oggi al domani quale turno fare o non fare – hanno spiegato i rappresentanti sindacali –. C’era un accordo in base al quale chi lavorava dal lunedì al venerdì aveva il sabato libero, mentre chi lavorava da martedì a sabato aveva il lunedì libero, con una rotazione, quindi, di cinque giorni lavorativi a settimana per tutti e non solo per pochi. Basti pensare inoltre, per rendere l’idea di come vengono gestiti alcuni dipendenti, che una donna lavoratrice in servizio di sabato non può nemmeno usufruire dei servizi igienici, perché le porte del Municipio in quel giorno sono chiuse».
Sarebbero dunque numerosi i vulnus denunciati dal sindacato come ad esempio la realizzazione delle visite del medico del lavoro, uno dei diritti fondamentali per la tutela della condizione di salute dei dipendenti, «che però ormai da parecchio tempo non vengono effettuate. Sulla sicurezza dei lavoratori non si scherza. Ed è da tanto che formuliamo alcune richieste in merito, rimaste sempre inascoltate, tanto che non abbiamo mai avuto un incontro vero e proprio con i vertici dell’amministrazione per discutere di queste problematiche. Nonostante i nostri numerosi solleciti non siamo mai stati ricevuti ufficialmente». Le richieste dei referenti dello Slai Cobas si sono inoltre concentrate anche su «una maggiore certezza sulle mansioni che i lavoratori devono di volta in volta ricoprire e non definite in funzione di decisioni estemporanee».
Contattato telefonicamente, dal canto sui il sindaco Tassone ha precisato che «c’è stato un mero disguido tra impiegati comunali con riguardo all’apertura del portone, tra l’altro subito risolto. L’amministrazione comunale non nega alcun tipo di diritto ai lavoratori – ha detto Tassone – e le nostre porte rimarranno sempre aperte». L’assemblea è stata dunque aggiornata a sabato prossimo.
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