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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Una criticità che pare non debba mai cessare sul territorio comunale di Serra San Bruno, quella inerente alla potabilità della risorsa idrica, tanto che nell'esercizio scorso - riferito al 2014 - è stato cospicuo il lasso di tempo per il quale l’amministrazione comunale ha dovuto applicare una robusta riduzione del relativo canone tributario.
Nei soli dodici mesi del 2014, infatti, sono state disposte ben sei diverse ordinanze di non potabilità, emesse dall’ente di piazza Tucci, con l'obiettivo di dare giusta pubblicità nei casi in cui si è resa necessaria la limitazione all’uso dell’acqua ai fini potabili o al consumo umano. La prima ordinanza di non potabilità era stata emessa dal primo cittadino, Bruno Rosi, l’11 aprile 2014, seguita da un analogo provvedimento il 25 luglio successivo, così come poi, via via, anche il 7 agosto, il 30 settembre, il 2 e il 5 dicembre 2014.
Di conseguenza, secondo il vigente regolamento comunale, in relazione all’arco di tempo in cui l’acqua è risultata non potabile, l’ente ha dovuto mettere mano alle tariffe del servizio, applicando una riduzione in bolletta del 50% sull'ammontare totale preteso. Nello specifico, l’acqua erogata dal serbatoio di località “Ninfo”, che serve tutto il territorio dell’omonima frazione comunale, è stato interessato da ordinanze di non potabilità per 264 giorni totali in un anno (dall’11 aprile 2014 al 31 dicembre successivo); mentre per il serbatoio “Castagnari”, che serve le utenze di località “Ombrellino”, via Serra dei Monaci, via Catanzaro (nel tratto incrocio via Serra dei Monaci – aiuola Padre Pio) e relative traverse, le criticità sono emerse in 70 giorni totali su 365 (dal 25 luglio al 30 settembre 2014 e dal 2 al 5 dicembre 2014).
Tenuto conto dei vincoli generali di bilancio, delle necessità di procedere alla riscossione e della sostenibilità finanziaria dell’iniziativa volta alla riduzione della tariffa relativa ai consumi idrici per l’anno 2014, l’amministrazione – secondo quanto previsto dalla normativa comunale vigente in materia – si è dunque vista costretta a procedere ad una riduzione, nella misura del 50% della tariffa, relazionata ai rispettivi periodi di non potabilità che hanno interessato le abitazioni servite, dunque, esclusivamente dai due serbatoi comunali. In tal caso emerge in maniera preoccupante il dato afferente al territorio della frazione “Ninfo”, dove i cittadini, in definitiva, hanno potuto godere di acqua potabile solo nei primi tre mesi dell’anno. Analoga situazione si presenterà per l’esercizio avvenire, il 2015, visto che l’ordinanza di non potabilità che interessa il serbatoio “Ninfo” risulta ancora in vigore.
Simile disposizione, invece – è anche questo appare abbastanza anomalo – non risulta essere stata attuata per le zone - ossia gran parte del territorio cittadino - in cui l’acqua viene erogata direttamente dal serbatoio Sorical, lo stesso che si approvvigiona direttamente dalla diga dell’invaso Alaco, posta sotto sequestro da ormai tre anni dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, a conseguenza dell’inchiesta “Acqua Sporca”.
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