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Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
SERRA SAN BRUNO – Ormai non dovrebbe mancare molto al verdetto definitivo del Consiglio dei ministri sulla sorte dell’amministrazione comunale serrese. La relazione redatta dopo quasi sei mesi di indagini della Commissione d’accesso è arrivata a Roma già da qualche giorno e, a quanto pare, la Prefettura di Vibo avrebbe proposto lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’amministrazione comunale guidata da Bruno Rosi. L’attuale primo cittadino, fedelissimo del consigliere regionale Nazzareno Salerno – vero dominus politico dell’amministrazione Rosi – alle comunali del 2011 sconfisse gli avversari con una lista targata Pdl.
L’invio di una commissione d’accesso agli atti, insediatasi nel novembre scorso e composta da Emanuela Greco (viceprefetto), Giovanni Gigliotti (vice questore aggiunto della Polizia di Stato) e dal capitano Stefano Esposito Vangone (comandante della Compagnia carabinieri di Serra San Bruno), si è reso necessario per accertare presunte infiltrazioni mafiose ravvisate dalle pregresse attività info-investigative condotte dalle forze dell’ordine e forme di condizionamento che compromettano la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento dell’amministrazione comunale, nonché il regolare funzionamento dei servizi. Il provvedimento della Prefettura si è concretizzato dopo il coinvolgimento di Bruno Zaffino, ex assessore comunale arrestato e poi scarcerato, nell’operazione “Saggezza” condotta dalla Dda di Reggio Calabria. Zaffino alle scorse elezioni fu tra i consiglieri più votati (224 preferenze), un boom di consensi che lo portò ad entrare subito nella giunta Rosi. Alcuni mesi dopo però, a fine 2011, Zaffino venne estromesso dalla giunta all’improvviso, con motivazioni che già allora apparivano ai più solo di circostanza. Il sindaco nell’atto di revoca parlò del “rilancio dell’attività amministrativa”, motivazione questa contestata dallo stesso Zaffino che, in un esposto inviato alla Procura Vibonese sostenne, nero su bianco, che il vero motivo della sua esclusione dalla giunta fosse la sua parentela acquisita con Salvatore Vallelunga, tuttora detenuto.
Ora, con la relazione nelle mani del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, si aspetta solo la discussione all’interno del Consiglio dei ministri, a cui spetta l’ultima parola sullo scioglimento dei consigli comunali. Se il Governo, come appare ormai probabile, decidesse di sciogliere il consiglio comunale, il relativo provvedimento dovrà essere emanato dal nuovo Presidente della Repubblica, mentre il Prefetto, ricevuta la comunicazione del Consiglio dei ministri, provvederà subito a sospendere il civico consesso in attesa del decreto presidenziale.
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