La mossa Kansas City è quando guardano a destra e tu vai a sinistra. Sì, è vero: pensare a Bruce Willis e alla sua battuta da blockbuster guardando alla scesa in campo di Enzo Ciconte (foto) con il Terzo Polo catanzarese fa un certo effetto. In quanto al fisico del ruolo il consigliere regionale non sembrerebbe proprio adatto alla metafora trash che qui, umilmente, si propone, e infatti non è il candidato a sindaco che ha guastato i piani di Scopelliti il tessitore della tela politica palesatasi in questi giorni, che va ben al di là del capoluogo calabrese. Ciconte è stato candidato a Roma. Il suo nome è stato di fatto ufficializzato da Casini, anche se il candidato non è neanche dell’Udc, almeno fino al momento in cui scriviamo. Dunque, stabilire cosa ci sia dietro la mossa catanzarese dello scudocrociato potrebbe risultare anche più arduo che risalire all’appartenenza partitica di Ciconte, anche perché pare che quest’ultimo dettaglio sia solo tale, nella vicenda.
Una storia democristiana, un’irresistibile attrazione centripeta, o altro? Facile fare dietrologia, difficile prevedere gli esiti di una gara che sottotraccia è cominciata da qualche tempo, anche se i motori cominciano a rombare solo adesso. Scopelliti si diceva certo, fino a non più di un mese fa, che la coalizione che aveva portato Traversa al trionfo avrebbe replicato la marcia sul capoluogo. Centro trattino destra, proprio come alla sua Regione, insieme all’Udc. E invece Casini, Tassone e Trematerra hanno deciso che da Catanzaro poteva partire la battuta nazionale di caccia al voto moderato per sgonfiare un Pdl in evidente affanno. Ma non è solo questo. Un democristiano che si rispetti, si sa, aspetta la congettura favorevole, non si fa trascinare dal facile entusiasmo. Tutto è stato ben ponderato, ed ora e solo ora è venuto il momento della mossa Kansas City. Il che non vuol dire che l’Udc vuole andare a sinistra. Tutt’altro. Questo probabilmente rimarrà solo un sogno dalemiano che, dalemianamente, sta distruggendo quel poco che era rimasto, nella gente di sinistra, di fiducia nei partiti, o meglio nel Partito. La mossa Kansas City, in sostanza, si materializza quando si fa capire all’avversario di essere altrove, mentre lo si colpisce da un lato inaspettato. Questo è: l’interpretazione è libera.
La partita catanzarese è cruciale per il futuro del centro trattino destra calabrese. Scopelliti è più che mai in difficoltà: le parole del colonnello Giardina e il caso Fallara, le grane giudiziarie sue e dei suoi fedelissimi, la commissione d’accesso a Reggio, le emergenze regionali che si moltiplicano quotidianamente, hanno allontanato in breve tempo l’immagine del condottiero innovatore nemico delle lobbies che lui si sforza ancora di propugnare. Una sconfitta del Pdl nel capoluogo sarebbe per lui un colpo politico pesantissimo, mentre una vittoria ridimensionerebbe di molto il Terzo Polo, per non dire del Pd in cui ormai c’è rimasto poco da ridimensionare. Dunque la posta in gioco è pesante, nessuno ha certezze in tasca e la partita è apertissima. Ma, questo è certo, il gotha calabrese e nazionale dell’Udc la sua mossa l’ha preparata scientificamente. A tavolino, a Roma. E non bisogna dimenticare che “non si può fare una mossa Kansas City senza un morto”. Lo dice Bruce Willis.